di
Giorgio Bernardini
La denuncia dei sindacati in un video postato sui social: «L’aggressione violenta è avvenuta all’azienda Alba di Montemurlo. Qui si cuciono e stirano capi di abbigliamento di importanti brand della moda»
MONTEMURLO (Prato) -Alcuni degli operai in sciopero di fronte all’azienda Alba di Montemurlo, martedì mattina 16 settembre, sono stati aggrediti mentre manifestavano al picchetto. Ad usare violenza contro alcuni manifestanti – 18 persone fra operai bengalesi, afghani i pakistani-sarebbe stata la titolare della fabbrica, che poi sarebbe stata raggiunta da altre persone giunte appositamente per malmenare gli scioperanti.
Sul posto è intervenuta una pattuglia dei carabinieri mentre un operaio è stato trasportato in ospedale in ambulanza con varie escoriazioni.
«La titolare della fabbrica – denunciano i Sudd Cobas– ha distrutto i gazebi del presidio sindacale e prende a pugni e calci gli operai. Poi una macchina con dentro persone arrivate per picchiare gli operai dell’Alba Srl in sciopero a difesa dei loro posti di lavoro e dei loro diritti. Un lavoratore è rimasto a terra dopo essere stato colpito più volte. L’hanno dovuto portare via in ambulanza».
Ad un anno dall‘assalto a bastonate al presidio di Seano, che aveva colpito lavoratori dello stesso sindacato, si verificano dunque ancora una volta scene di violenza contro chi esercita il diritto di sciopero. Stavolta è successo a Montemurlo, davanti allo stabilimento di via delle Lame.
«Gli operai picchiati – precisano ancora i sindacalisti- non lavorano per una confezione cinese, ma cuciono e stirano capi di abbigliamento di importanti brand della moda, quelli che in negozio arrivano a costare quanto un loro stipendio. Diritti negati, società che chiudono e riaprono sotto altri nomi e violenza contro chi protesta: succede questo nella giungla di appalti e subappalti della moda Made In Italy».
Infine la chiamata alla responsabilità dei brand committenti: «Non pensino di essere estranei. Quello che è accaduto all’Alba Srl li riguarda direttamente. Prato non può più essere la citta dei diritti negati e della violenza contro chi sciopera. Facciamo appello a tutta la cittadinanza, alla società civile, alle istituzioni a reagire. Siamo pronti alla mobilitazione».
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16 settembre 2025 ( modifica il 17 settembre 2025 | 07:49)
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