Intervistato dalla CNBC, l’amministratore delegato della Casa motociclistica indiana riflette sul mercato in Europa e annuncia una delle più grandi operazioni della storia del gruppo. L’obiettivo: riportare KTM alla competitività attraverso la delocalizzazione produttiva
16 settembre 2025
Per la prima volta dall’acquisizione di KTM, Bajaj Auto decide di uscire allo scoperto con un po’ di dettagli in più sulla sua strategia di rilancio del marchio, e lo fa con le parole del suo amministratore delegato, Rajiv Bajaj, che – in un’intervista a CNBC TV18 – ha delineato la strategia per salvare il celebre marchio austriaco dalle difficoltà degli ultimi mesi.
Due mondi, due diversi approcci
Bajaj ha chiarito la filosofia che guida l’operazione, distinguendo nettamente tra due segmenti del mercato motociclistico globale. “Può sembrare che una moto sia sempre una moto, ma esistono due mondi completamente diversi”, ha spiegato il CEO.
Da un lato c’è il mercato di volume – Honda, Yamaha, Royal Enfield, TVS e la stessa Bajaj – che movimenta circa 50 milioni di veicoli all’anno tra moto, scooter e ciclomotori. Dall’altro, il segmento premium e lifestyle dominato da brand occidentali come KTM, Triumph, Ducati, BMW e Harley Davidson, con un mercato di poco inferiore al milione di unità annue.
“Sono business model completamente diversi”, ha sottolineato Bajaj. “Mentre il nostro marchio è molto competitivo nel primo mondo, dove abbiamo ancora molto spazio di crescita essendo sotto i 5 milioni di veicoli in un mercato da 50 milioni, abbiamo l’umiltà di riconoscere che il nostro brand non avrebbe lo stesso pricing power nel segmento premium. Ecco perché l’associazione con KTM e Triumph è così preziosa per noi”.
La ricetta per il rilancio: brand focus e delocalizzazione
La strategia di rilancio di KTM si articola su due pilastri fondamentali.
Il primo è il “restauro del brand”, come lo definisce Bajaj: “Spesso il successo porta a una diffusione del marchio, estendendolo a troppe categorie e segmenti oltre il core business”.
Il secondo pilastro è ancora più dirompente: “Dobbiamo resettare completamente i costi. Per dirla in modo semplice e diretto: il manufacturing europeo è morto”. Bajaj cita l’esempio di Triumph, che 15 anni fa ha delocalizzato il 100% della produzione in Thailandia e più recentemente in India. “Se Triumph ha potuto farlo 15 anni fa, perché non KTM?”, si chiede il CEO.
I numeri che confermano la strategia
L’efficacia della produzione indiana è dimostrata dai risultati economici: “Mentre KTM fatica in Europa, le KTM che produciamo ed esportiamo dall’India ci garantiscono un margine EBITDA superiore al 30%, grazie alla grande competitività dei costi che l’India e la supply chain indiana offrono”, ha rivelato Bajaj.
Sul fronte export, dopo il crollo a zero nel primo trimestre dell’anno in corso a causa della crisi aziendale, KTM ha già recuperato a 14.000 unità mensili nel secondo trimestre, avvicinandosi ai livelli pre-crisi di 15-20.000 moto al mese.
“Sono fiducioso che riusciremo a fare anche meglio, sia perché KTM si sta rafforzando settimana dopo settimana, sia perché abbiamo appena lanciato diversi nuovi prodotti: la nuova Duke, la nuova Adventure, la nuova Enduro e Super Moto”, ha spiegato Bajaj.
Sfide domestiche e nuovi progetti
Nonostante i successi nell’acquisizione KTM e nel lancio di nuovi prodotti Triumph, Bajaj ha ammesso le difficoltà nel mercato domestico indiano, in particolare con il brand Pulsar nel segmento 125cc+. “Dobbiamo essere onesti: abbiamo fallito un po’ con Pulsar”, ha riconosciuto, attribuendo il calo alle dinamiche di fine ciclo di vita del prodotto. La risposta arriverà da ottobre con significativi aggiornamenti della gamma, seguiti da novità trimestrali.
Tra le anticipazioni più interessanti, Bajaj ha confermato lo sviluppo di una nuova moto bicilindrica di grande cilindrata: “Sarà il prodotto Bajaj più grande, veloce e tecnologicamente avanzato mai realizzato, superiore anche alle KTM e alle Pulsar attuali”. Il lancio è previsto tra circa un anno.
L’operazione KTM rappresenta una scommessa strategica cruciale per Bajaj Auto, che punta a consolidare la propria presenza nel segmento premium globale sfruttando i vantaggi competitivi della produzione indiana. Una mossa che, se vincente, potrebbe ridisegnare gli equilibri del mercato motociclistico mondiale.
Ecco il video dell’intervista: