Fughe da fermo, il cui titolo si ispira all’esordio letterario di Edoardo Nesi, vuole essere uno stimolo settimanale per ritrovare il piacere di leggere. Dunque, ogni giovedì, insieme a Martina Fasola del Libraccio di Como, che già collabora alla rassegna culturale Strade Blu Live – che ripartirà con la sua terza stagione il 25 settembre -, vi suggeriamo tre nuove letture per il fine settimana. La magia di un libro è anche quella di accompagnarti in altri mondi, di farti entrare in empatia con i suoi protagonisti. Di prenderti per mano e riconsegnarti altrove, con la sensazione di avere vissuto un’esperienza nuova da conservare nel tempo. E allora buon viaggio tra le pagine di queste nuove storie, ovunque vi conducano anche a settembre.

1 . L’imperatore della gioia . Ocean Vuong

Guanda

Da leggere perché. L’imperatore della gioia è un grande romanzo che racconta la solitudine e lo smarrimento, ma anche il coraggio e le speranze di chi vive ai margini del sogno americano, le ferite dell’anima collettiva che cerca di trovare la strada verso la salvezza e la rinascita.

Sinossi

Che cosa saremmo disposti a fare, per avere una seconda possibilità? È una sera di fine estate. Nella città post-industriale di East Gladness, in Connecticut, il diciannovenne Hai, disilluso e tradito dal grande sogno americano, ha preso la sua decisione: sotto la pioggia battente, in piedi sul bordo di un ponte, è pronto a saltare. Improvvisamente, una voce proveniente dall’altra parte del fiume lo immobilizza. È Grazina, un’anziana vedova tedesca, sopravvissuta alla Seconda guerra mondiale, che lo convince a prendere un’altra strada. Smarrito e senza possibilità di scelta, Hai diventa il suo custode. Così, in pochi mesi, l’improbabile coppia sviluppa un legame destinato a cambiare profondamente la vita di entrambi. Nasce un affetto profondo, fatto di solidarietà, spiritualità, cura e condivisione del dolore, che ben presto trasforma il rapporto di Hai con se stesso, la sua famiglia e una comunità che attraversa una crisi profonda.

gioia

2 . Londra . Louis-Ferdinand Céline

Iperborea

Da leggere perché. Un’elegia furente, visionaria, alla diserzione e alla Grande Prostituta di Londra, nel secondo, straordinario volume degli inediti di Céline.

Sinossi

All’inizio di Londra Ferdinand, alter ego di Céline, appena sceso dalla nave su cui si era imbarcato alla fine di Guerra, si ritrova nel mondo della mala londinese, o meglio di quella francese, fuggita in massa per scampare alle trincee. Una contro-società chiusa in sé stessa, con le sue regole inumane, da tutti accettate stoicamente. Ma che cos’è Londra? Un manuale di sopravvivenza a uso dei disertori, un inno dolente alla prostituzione, un’elegia alla città che i giornali dell’epoca definivano «il più grande mercato di carne umana del mondo»: mai così diversa, stralunata, affascinante nel suo superbo squallore. Céline squaderna una galleria di personaggi eroici nella turpitudine, alcuni già incontrati in Guerra come la prostituta Angèle e il maggiore Purcell (qui trasformato in folle inventore), o il bombarolo dostoevskiano Borokrom, i due papponi rivali Cantaloup e Tregonet, e il medico ebreo Yugenbitz, «pura bontà», quello che Céline avrebbe voluto diventare. Tutti dal destino segnato, popolano giorno e notte grandi arterie e angiporti, androni e locali malfamati, parchi e latrine.
La violenza, l’intensità quasi insopportabile di questa prosa dimostrano che il romanzo ci è pervenuto in una versione non purgata, che mai avrebbe potuto vedere la luce negli anni Trenta, quando è stato scritto, e resta materia incandescente ancora oggi. Perché Céline, lo sappiamo, vuole arrivare «fino a dove c’è l’origine di tutto». E per farlo ha bisogno di trovare la giusta dose di delirio, di far suonare il suo organetto nella nebbia, sul selciato infido della City, verso l’acqua che lo ha sempre tentato, verso il Tamigi: «È la notte del mondo che scorre, sotto i ponti. Si alzano come braccia per farla passare».

londra

3 . Gli antropologi . Aysegül Savas

Feltrinelli

Da leggere perché. Esplorazione intima della migrazione culturale, della vulnerabilità umana e della tensione tra ciò che ci lasciamo alle spalle e ciò che scegliamo di portare con noi, Gli antropologi illumina la condizione dell’amore nell’epoca in cui il cosmopolitismo è ancora nella terra di mezzo della fine del vecchio mondo e dei primi vagiti del nuovo.

Sinossi

Asya e Manu hanno lasciato i loro paesi e le famiglie d’origine e raggiunto una grande città. Una condizione oggi comune alla gioventù, alla ricerca di un proprio posto nel mondo e attratta dall’idea di ridefinire liberamente la propria esistenza, senza gli usi e i costumi delle generazioni precedenti. Come coloro che non hanno radici nel luogo in cui vivono, Asya, documentarista, e Manu, impegnato in un ente non-profit, sono sedotti dalla città che li ospita, frequentano caffè e case di amici, si immergono nella cultura locale con lo sguardo curioso e interrogativo di antropologi, affascinati dalle abitudini e dai comportamenti altrui e con il desiderio di comprendere come trovare bellezza e felicità nella precarietà della loro esistenza. Lontani, giungono gli echi delle vicende dei familiari, i genitori che invecchiano, i nonni che si ammalano, i nipoti che crescono. Con una scrittura che penetra magistralmente nei dettagli della vita quotidiana, Ayşegül Savaş descrive la giovane coppia in un momento cruciale: quello in cui si tratta di diventare adulti, affrontare la vita coniugale e mettere radici. Come farlo senza perdere il legame con le tradizioni da cui entrambi provengono? Come diventare una famiglia senza rinunciare agli amici con cui si è condivisa la giovinezza e l’intensa frequentazione della città?

antroGli antropologi