Entra nel vivo la missione nel Regno Unito del presidente americano Donald Trump, atterrato ieri a Londra con la first lady Melania, per la sua seconda visita di Stato nel Regno Unito, in programma fino a domani: onore mai concesso ad alcun leader nella storia britannica moderna. La giornata di oggi, inaugurata da un tipico cielo grigio da autunno inglese anticipato, prevede a partire dalla tarda mattinata la parte cerimoniale della visita, con l’accoglienza da parte di re Carlo III nel castello di Windsor, a 40 chilometri dalla capitale. Un contesto solenne, da tappeto rosso, con parate militari e riti vari. La coppia presidenziale dovrebbe arrivare in carrozza, scortata dal principe William, erede al trono, e dalla consorte Kate, anche se l’apparato di sicurezza eviterà qualsiasi contatto ravvicinato con la popolazione: mentre le proteste della Stop Trump Coalition sono confinate a distanza, nel centro di Londra.
Fra gli appuntamenti odierni, sempre a Windsor, anche la deposizione di fiori da parte del presidente dinanzi alla tomba della regina Elisabetta II, da lui incontrata nella prima visita di Stato del 2019: morta tre anni fa e sepolta nella cappella di San Giorgio. In serata vi sarà poi il banchetto di Stato, al quale dovrebbe esserci anche la regina Camilla, costretta ieri a disertare il funerale della duchessa di Kent per “una sinusite”. All’arrivo Trump ha definito “molto buone” le relazioni con il Regno e con il premier laburista Keir Starmer. Il vertice politico è previsto domani, con al centro la cooperazione economica, energetica e tecnologica e la politica estera, dall’Ucraina a Gaza. Intanto si susseguono gli annunci di accordi per mega investimenti: il colosso tech americano Microsoft si è impegnato a investire sull’isola 30 miliardi di dollari in 4 anni; quello farmaceutico britannico GSK altrettanti, ma in 5 anni, negli Usa.
Il presidente è affiancato da una delegazione che include il segretario di Stato, Marco Rubio, atterrato ieri a Stansted qualche ora prima di lui, reduce da una missione mediorientale in Israele e Qatar, i responsabili del Tesoro, Scott Bessent, e del Commercio, Howard Lutnick, e il super negoziatore Steve Witkoff, oltre all’ambasciatore americano a Londra, Warren Stephens.
Tutti sono attesi al vertice di domani fra Trump e Starmer, alla presenza anche degli omologhi britannici. Incluso il neo ambasciatore ad interim del Regno a Washington, chiamato a sostituire in extremis lord Peter Mandelson, che il primo ministro è stato costretto a silurare giusto pochi giorni fa in seguito a nuove rivelazioni sulle sue frequentazioni passate con il defunto faccendiere pedofilo americano Jeffrey Epstein: scandalo che parallelamente imbarazza pure Trump.
Ai colloqui di domani, in programma sempre fuori Londra, nell’isolata residenza di campagna dei premier britannici di Chequers, nel verde del Buckinghamshire, a una sessantina di chilometri dalla capitale, è attesa inoltre la presenza, da un certo un punto in poi, di diversi uomini d’affari: a cominciare da magnati dell’hi-tech americano come il boss di Nvidia, Jensen Huang, e il patron del gigante dell’intelligenza artificiale OpenAI, Sam Altman.
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