La prestazione evanescente contro il Torino ha acceso un piccolo campanello d’allarme. Un segnale di fragilità che però può spegnersi rapidamente se Neil saprà trasformare il derby nella sua partita
Gasperini lo aveva detto chiaramente: serviva un centrocampista. Il ballottaggio era tra Rios ed El Aynaoui. Il tecnico avrebbe preferito il primo, soprattutto perché lo riteneva un profilo più adatto al suo sistema di gioco. Ma alla fine, per 23 milioni più 2 di bonus, è arrivato il secondo. Un investimento accolto con più dubbi che entusiasmo. Eppure, il marocchino ha impiegato poco a cambiare le percezioni. Nel precampionato ha convinto tutti, anche i più scettici: prestazioni solide, qualità in evidenza e una personalità che non ti aspetti. Nella disfatta contro l’Aston Villa è stato uno dei pochi a salvarsi, forse l’unico. Contro l’Everton, da trequartista, ha lasciato intravedere tutto il suo potenziale. Poi, però, qualcosa si è spento. Due panchine nelle prime uscite ufficiali contro Bologna e Pisa, e una prova evanescente contro il Torino. Ora, nel momento in cui la squadra ha più bisogno di una scintilla, il derby potrebbe essere l’occasione giusta per riaccendersi. Magari proprio in quella posizione più avanzata, dove sembrava destinato a brillare.
El Aynaoui e quel lampo da trequartista con l’Everton: forse la chiave è lì—
Contro l’Everton, El Aynaoui ha giocato quasi tutta la partita, uscendo solo a due minuti dal termine, ma la sua presenza in campo è stata ben più significativa dei minuti giocati. Ha messo a referto due tiri in porta e altrettanti fuori, ma ciò che ha colpito davvero è stata la sua visione di gioco: come scorgeva i compagni, la costante ricerca della palla e la capacità di inserirsi negli spazi con una naturalezza sorprendente, quasi come se fosse un veterano della Roma e non un nuovo arrivato. Ogni movimento del centrocampista marocchino raccontava di un’intesa tattica fluida e di una mente brillante, capace di leggere il ritmo della partita e di anticipare le azioni. Quel ruolo da trequartista, fra centrocampo e attacco, sembra essere la sua dimensione ideale, dove il suo dinamismo e la creatività possono esprimersi al massimo. Nel derby, proprio in quella posizione, potrebbe trovare la scintilla che gli permetta di trasformare quel lampo di talento in una luce costante, diventando finalmente un punto di riferimento per la squadra.
Il derby per dimenticare il Torino: ora la Roma ha bisogno anche di lui—
È ancora prematuro trarre giudizi definitivi su El Aynaoui, ma la prestazione evanescente contro il Torino ha acceso un piccolo campanello d’allarme. Un segnale di fragilità che però può spegnersi rapidamente se Neil saprà trasformare il derby nella sua partita, in quella sfida carica di tensione e significato che può rimettere tutto in gioco. A Roma, bastano pochi gesti, una giocata, un gol, per entrare nel cuore dei tifosi e nell’anima della squadra. E proprio questa è l’occasione che gli si presenta ora: un banco di prova importante per scrollarsi di dosso un avvio incerto e rispondere a una fiducia costruita con investimento economico e speranze concrete, in un mercato dove ogni euro pesa. E dimostrare di meritare finalmente un posto nell’undici di Gasperini. Il tecnico potrebbe decidere di lanciarlo dal primo minuto, magari proprio in quella posizione da trequartista in cui aveva brillato in Inghilterra. E chissà, magari con un gol, capace di aprire un varco nel cuore dei tifosi e, a modo suo, scrivere una pagina nella storia del derby.
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