di
Daniele Sparisci, inviato a Spa

Lewis Hamilton vive un incubo a Spa nel Gp del Belgio: due errori gravi in due qualifiche, ha perso la tranquillità. Vasseur: «Pensi a strare tranquillo»

Dietro ai box un bambino s’intrufola fra i camion dei meccanici e lo chiama : «Lewis, Lewis!». La guardia del corpo lo lascia passare. Il campione firma il cappellino, regalando l’unico sorriso nel suo peggiore weekend da ferrarista e in generale in uno dei più negativi della carriera. Diciottesimo nelle qualifiche sprint, quindicesimo nella mini-gara, sedicesimo al via oggi nel Gp: scivoloni a ripetizione, in pista e a parole.

Crolla il castello di carte costruito sui tre documenti spediti ai vertici per riformare la Scuderia, stonano le bocciature degli aggiornamenti portati qui, la sospensione posteriore, di fronte a una prestazione imbarazzante e all’evidenza di un confronto senza storia non solo con il compagno di squadra. Ma anche con rookie come Hadjar, Bortoleto (Racing Bulls e Sauber), ieri sembravano loro gli esperti e Lewis un debuttante. Per fortuna a tenere in piedi la Ferrari sulle Ardenne (dove oggi è attesa pioggia, non una buona notizia per una Rossa da tempo insofferente all’acqua) bocciature degli aggiornamenti o per un quarto posto nella Sprint? No, ci mancherebbe.



















































Ma nella miseria di questa stagione si può trovare un modo per addolcirla. O farsi venire idee per raccogliere gli avanzi lasciati dalla McLaren, l’ottava pole in campionato è firmata da Norris che ha beffato Piastri. Charles ha trovato una direzione, Lewis sembra aver preso una strada senza uscita. Alla faccia delle chiacchiere invernali, quando si diceva che lo stile di guida simile della supercoppia avrebbe agevolato sviluppi e messa a punto.

Andrea Stella ripete che la Ferrari cresce, «che può vincere», ma alla fine vincono i suoi. Ha imparato bene a dirottare le attenzioni. Di vero c’è che qualche timido progresso mostrato esclusivamente dal capitano della truppa rossa. Se Leclerc è addirittura contento per un terzo posto strappato a Verstappen (vincitore della Sprint ma poi in difficoltà su un assetto modificato in previsione del bagnato), è perché sentiva la macchina «a posto fin dal primo giro». «Perché gli aggiornamenti hanno funzionato e ho ritrovato buone sensazioni in qualifica, che non provavo da un po’. Perché mi aspettavo di essere più lontano, non a tre decimi».

Il problema è che ciò che per Leclerc funziona, secondo Hamilton non va affatto. Prima di capitolare in un mea culpa («Chiedo scusa a tutti in pista e in fabbrica, è inaccettabile uscire così per un mio errore») dopo aver oltrepassato i limiti della pista in un punto banale nella prima fase delle qualifiche dove non servirebbe tirare al limite se guidi una Ferrari, per quanto modesta, Lewis aveva cercato giustificazioni alimentando un presunto giallo su componenti che Leclerc avrebbe provato prima di lui: «In Canada lui aveva una parte di questo pacchetto e ce l’ha avuta per un po’ di gare, per me la prima volta è stata qui. Charles aveva avuto un incidente a Montreal (nelle libere ndr) e io ho avuto la stessa esperienza venerdì». 

Il riferimento è al testacoda nelle qualifiche sprint. Una spiegazione che ha aggiunto smarrimento in una Ferrari già frastornata, anche infastidita, dalle rivelazioni sui dossier. C’è chi vede nei suoi errori in fotocopia preoccupanti cali di concentrazione, non Vasseur: «È stato un week end difficile per Lewis, gli manca la fiducia. Deve solo stare tranquillo».

Le stesse cose le ripeterà Toto Wolff ad Antonelli, anche lui finito in un brutto tunnel: «Sto facendo solo passi indietro — ha detto fra le lacrime —, è un momento difficile per me. Mi manca la fiducia per spingere». Ma Kimi ha 18 anni, Lewis 40 e sette Mondiali, una differenza ci dovrebbe essere.

27 luglio 2025 ( modifica il 27 luglio 2025 | 09:53)