La giunta di Milano ha approvato la vendita dello stadio di San Siro e delle aree circostanti a Milan e Inter. La delibera, annunciata, è stata discussa e approvata mercoledì 17 settembre. Anna Scavuzzo, vice sindaca con delega temporanea alla rigenerazione urbana, ha riferito che in giunta vi è stato “ampio dibattito” tra gli assessori, e che Elena Grandi (delega ad Ambiente e Verde) ha votato contro, in linea con la posizione del suo partito (Europa Verde).

Nessuna sostanziale novità emerge rispetto a quanto era già stato reso noto o trapelato. Il progetto dei club prevede l’abbattimento di quasi tutto il Meazza, eccetto alcuni elementi simbolici, per ottemperare a una richiesta della sovrintendenza, e la costruzione di un nuovo impianto sul lato di via Tesio.

Ora resta il passaggio in commissione e il voto in consiglio comunale, dove i numeri non sono scontati per via dei non pochi contrari all’interno della maggioranza di centrosinistra. Cinque i consiglieri sicuramente e storicamente contrari, a cui potrebbero però aggiungersene altri. E non è ancora chiaro che cosa farà il centrodestra, tendenzialmente favorevole al nuovo stadio.

Il prezzo di vendita

I due club acquisteranno l’intero comparto per poco più di 197 milioni di euro (la stima, dell’Agenzia delle Entrate, è stata fortemente contestata, ma è rimasta inalterata) a cui sottrarre 22 milioni di “compartecipazione”, da parte del Comune di Milano, relativa alla rimozione dei manufatti dell’attuale tunnel Patroclo e alle bonifiche. Nella delibera si legge che questa compartecipazione (che si traduce in uno sconto sostanziale) è dovuta anche al fatto che il tunnel e le aree verdi saranno restituite al Comune. Le squadre si impegnano a versare una fidejussione di 124 milioni.

Il verde e l’inquinamento

Il verde “profondo”, autentico, dovrebbe ammontare ad almeno 50mila metri quadrati, mentre il verde complessivo sarà di almeno 80mila metri quadrati. La manutenzione di queste aree verdi sarà in capo a Inter e Milan per 30 anni. Per dare l’idea si parla di un’area complessiva di circa 281mila metri quadrati, compreso l’attuale stadio. Per ottenere la neutralità carbonica, il Comune chiede ai club interventi per massimo 15 milioni di euro, in compensazione alle emissioni di anidride carbonica, “da effettuarsi esclusivamente nel territorio di Milano, senza ricorso a crediti internazionali”.

Il pagamento

Inter e Milan acquisiranno lo stadio e le aree direttamente o attraverso una “società veicolo” di cui non è ancora chiara la natura societaria, e pagheranno 73 milioni al rogito. La seconda rata, pari a poco più di 1.200 euro al metro quadrato, sarà versata successivamente: o quando verrà depositata la comunicazione d’inizio lavori per il nuovo stadio, o quando sarà emesso il certificato di bonifica. Il saldo, infine, sarà versato a ultimazione della “rifunzionalizzazione” di quanto resterà in piedi del Meazza.

Confermata la clausola di “earn out” se i club, entro 5 anni, dovessero impegnarsi alla vendita delle aree che ospiteranno le funzioni accessorie. In tal caso, Inter e Milan verseranno al Comune di Milano una percentuale decrescente nel tempo, dal 50% al 15%, del prezzo “eccedente il prezzo soglia”. E, nei primi 5 anni, il Comune avrà diritto di prelazione.

La tabella di marcia

Milan e/o Inter si impegneranno a controllare per 15 anni, direttamente o indirettamente, la “società veicolo” che acquisterà stadio e aree. Entro il 28 febbraio 2027 dovranno essere avviati i lavori per il nuovo stadio. Il progetto di fattibilità dovrà dunque essere compiuto entro il 2026, con la stipula della relativa convenzione. Tra il 2027 e il 2030 dovranno essere realizzati il nuovo tunnel Patroclo e, soprattutto, il nuovo stadio. Successivamente si procederà alla demolizione quasi totale del Meazza, rifunzionalizzando ciò che ne resterà. Entro il 2035 si completeranno i lavori per il comparto plurifunzionale: negozi, ristoranti e hotel.

Il Meazza “vecchio” per gli Europei

Della necessità, per Milano, di un nuovo impianto calcistico ha parlato l’assessora allo Sport Martina Riva, dopo la riunione di giunta, sottolineando che il Meazza ha “più della metà di prerequisiti non rispettati” per ospitare le partite dei Campionati europei del 2032, che l’Italia organizzerà insieme alla Turchia.

In particolare, gli aspetti su cui lo stadio risulterebbe maggiormente carente sono quelli della sostenibilità e dell’accessibilità, per i quali il Meazza ha un punteggio di 3 su 8. C’è poi la sicurezza (6 punti su 16) e gli aspetti sportivi (11 punti su 22).