Negli ultimi anni si è molto diffuso il concetto di dieta carnivora, o carnivore diet, basata sul consumo esclusivo di carne, accompagnata da pesce, uova, latticini e frattaglie. La dieta sponsorizzata da influencer e alcuni gruppi salutisti alternativi propone di eliminare quasi del tutto frutta, verdura, cereali e legumi, per offrire all’organismo una nuova soluzione di benessere. Quanto c’è di vero dietro il diet trend “solo carne”, ma soprattutto si rischiano carenze alimentari o problemi cardiovascolari a lungo termine? In questo articolo analizzeremo i possibili vantaggi, i rischi legati a questo tipo di alimentazione e le differenze esistenti con la dieta chetogenica, basandoci sugli studi scientifici presenti in letteratura.

Cos’è la dieta “solo carne”

La carnivore diet, o dieta carnivora, è un regime alimentare che si contrappone completamente agli stili di vita vegetariani e vegani, prevedendo il consumo esclusivo di alimenti di origine animale. Questa dieta, infatti, prevede il consumo giornaliero di carni rosse e bianche, di pesce, ma anche di uova e talvolta di latticini e interiora. Ciò che viene eliminato o ridotto drasticamente è l’assunzione di vegetali, come frutta e verdura, di carboidrati complessi e fibre (cereali). In sintesi, si potrebbe riassumere questo approccio alimentare come una dieta low carb e proteica.

In molti confondono la dieta carnivora con quella chetogenica, non sapendo che si tratta di due approcci alimentari differenti: infatti, la dieta chetogenica prevede un consumo, seppur in piccole quantità, di carboidrati complessi e con basso indice glicemico (verdure e alcuni frutti), mentre la dieta carnivora bandisce quasi esclusivamente queste fonti vegetali.

Cosa dicono gli studi su efficacia e benefici della dieta carnivora

Come per ogni questione legata alla salute, alla dieta e al benessere generale delle persone, esistono studi che sottolineano potenziali effetti benefici per il corpo umano, in totale contrapposizione con altri studi che ne mostrano invece i limiti e le controindicazioni. Per questo motivo è necessario saperli interpretare e comprenderne la fondatezza.

Secondo lo studio “Behavioral Characteristics and Self-Reported Health” (Lennerz et al., 2021) basato su soggetti adulti che seguivano una dieta carnivora, si è evidenziato come questi soggetti migliorassero le loro prestazioni fisiche, con aumento dell’energia, perdita di peso e riduzione di alcuni marker infiammatori. Lo studio ha evidenziato anche come si fossero manifestati pochi effetti avversi nel breve periodo. L’altra analisi (Goedeke et al., 2024), basata sull’adeguatezza della dieta carnivora rispetto al benessere umano ha verificato che, quando il regime include latticini o interiora, alcuni nutrienti essenziali (come vitamina B12 e zinco) possono essere integrati meglio.

Limitazioni e rischi secondo la ricerca scientifica

Al contrario di quanto affermato negli studi precedenti, sono sempre di più le revisioni e le metanalisi che suggeriscono come un consumo abbondante e frequente di carne rossa e processata possa essere correlato al rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e aumentare la mortalità totale. Anche lo studio precedentemente citato (Goedeke et al., 2024) poneva l’attenzione su carenze di fibre, vitamina C, potassio e acido folico, tutti micronutrienti essenziali per il benessere del corpo umano.

Inoltre, una dieta ricca di carne e prodotti processati potrebbe aumentare in modo significativo i livelli di grassi saturi e colesterolo LDL (“cattivo”) all’interno del sangue, andando a peggiorare il profilo lipidico delle persone. Ciò è importante perché è strettamente correlato a potenziali rischi che si propagano su tutto il sistema cardiovascolare a lungo termine.

Infine, c’è da dire che la maggior parte degli studi realizzati sulla dieta carnivora sono basati sul breve periodo, non tengono in considerazione gli effetti a lungo termine e, inoltre, possono presentare limiti metodologici dati dall’auto-segnalazione da parte dei soggetti partecipanti.

Il parere del nutrizionista sulla dieta carnivora

In un mondo che si sta spostando sempre di più verso un’alimentazione plant based e maggiormente sostenibile per l’ambiente e per la salute umana, parlare di dieta carnivora come un sistema alimentare da adottare nella propria quotidianità può sembrare paradossale. Infatti, una dieta basata esclusivamente sul consumo di prodotti di origine animale perpetrata per lunghi periodi di tempo può generare tutta una serie di problematiche nei confronti della salute, soprattutto delle donne. Riassumiamo i principali limiti di una dieta carnivora:

  • Rischio di carenze soprattutto in vitamine, antiossidanti, fibre, minerali come magnesio e potassio, tutti micronutrienti che hanno ruoli chiave nella salute maschile e femminile (es. benessere delle ossa, regolarità dei cicli mestruali ed equilibrio ormonale).
  • Impatto su colesterolo e salute cardiovascolare, specie se la dieta è ricca di carni rosse o processate, come gli insaccati e le carni in scatola.
  • Mancanza di evidenze a lungo termine su effetti su salute ossea, microbiota intestinale e longevità.
  • Può essere utile in contesti clinici specifici (alcune malattie autoimmuni e disturbi metabolici) sotto stretto controllo medico e con integrazione nutrizionale se necessario. Alcune diete proteiche e particolarmente ricche di carne possono essere considerate per favorire la perdita di peso in specifici contesti, che devono essere seguiti e ben bilanciati da un professionista della nutrizione. Inoltre, andrebbe considerato il consumo di carne di qualità, affiancata da pesce, uova e tutta una serie di alimenti che aiutino a coprire il fabbisogno di aminoacidi essenziali.

Conclusione

In conclusione, si può affermare che il consumo esclusivo di carne in periodi di tempo breve può avere dei risvolti positivi per quanto riguarda la perdita di peso o alcune performance sportive, ma non ci sono prove sufficienti che un’alimentazione carnivora protratta a lungo termine possa avere effetti positivi. Anzi, c’è la possibilità che si possano manifestare carenze vitaminiche, aumento del rischio cardiovascolare e squilibri legati anche all’intestino e al microbiota (scarso apporto di fibre). Se si sta considerando di iniziare una dieta carnivora, è fondamentale farlo con l’aiuto di un nutrizionista o di un dietologo, che possano rendere il proprio regime alimentare quanto più possibile bilanciato e sostenibile.

Fonti bibliografiche:

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.