Le prove libere sono un elemento cardine del weekend di gara, in qualsiasi ambito del motorsport e svolgono un ruolo cruciale per team, piloti e organizzatori. Anche se, in teoria, una gara potrebbe svolgersi senza di esse, la loro importanza è tale che eliminarle o ridurle drasticamente avrebbe un impatto importante sulla competizione, sulla sicurezza e sullo spettacolo complessivo.

Dopo la pubblicazione del calendario delle Sprint Race per il Campionato Mondiale del 2026, secondo alcune indiscrezioni, Liberty Media, proprietaria americana della massima categoria del motorsport, starebbe pensando di raddoppiarle da 6 a 12 all’anno e di introdurre anche la griglia invertita, modalità di gara già in uso nelle categorie propedeutiche della Formula 1, comeF2 e  F3, a partire già dal 2027. Con questo scenario le prove libere diminuirebbero, facendo così storcere il naso ai fan. E non solo.

Ottimizzazione della vettura

Le prove libere, generalmente suddivise in tre sessioni, chiamate FP1, FP2 e FP3, nei weekend di gara tradizionali offrono alle scuderie l’opportunità di mettere a punto il setup delle monoposto in base alle specifiche del circuito. Ogni pista di Formula 1 ha caratteristiche uniche: curve lente o veloci, rettilinei lunghi, asfalto più o meno abrasivo, condizioni climatiche variabili, e così via. Durante le sessioni, i team possono:

  • Regolare l’aerodinamica: modificare l’incidenza delle ali anteriori e posteriori per bilanciare velocità di punta e carico aerodinamico.
  • Ottimizzare le sospensioni: adattare la rigidità delle sospensioni per migliorare la stabilità in curva o la trazione in uscita.
  • Testare il motore: provare diverse mappature del motore per massimizzare la potenza o risparmiare carburante.
  • Sperimentare configurazioni: provare assetti diversi per trovare il compromesso ideale tra velocità in qualifica e costanza in gara.

Senza le free practice, le scuderie dovrebbero basarsi esclusivamente su simulazioni al computer e dati storici, che non sempre riflettono le condizioni reali del weekend di gara, ad esempio le temperature dell’asfalto o la velocità del vento. Questo potrebbe portare ad assetti non ottimali, con prestazioni inferiori o problemi di affidabilità.

Prove libereLa Red Bull di Max Verstappen dopo la prima sessione di prove libere al Gran Premio di Spagna, nel 2023.
Le prove libere sono importanti per strategia e gestione delle gomme

Un altro aspetto delle prove libere è la possibilità di testare le mescole degli pneumatici forniti da Pirelli per ogni Gran Premio. Ogni weekend di gara offre tre tipi di gomme, morbide, medie e dure, e queste sessioni servono per:

  • Valutare il degrado: i piloti eseguono long run per capire quanto si consumano le gomme su quella pista specifica.
  • Testare le prestazioni: le sessioni permettono di valutare il comportamento delle diverse mescole su giri veloci, per la qualifica e su stint più lunghi per la gara.
  • Pianificare la strategia: i dati raccolti aiutano a decidere quante soste fare, quando effettuarle e quali mescole scegliere in base al ritmo di gara e alle condizioni della pista.

Ad esempio, su circuiti come quello di Monaco, dove l’aderenza è bassa e l’usura delle gomme è minima, i team possono puntare su strategie più aggressive con mescole morbide. Su piste abrasive come Silverstone, invece, la gestione del degrado diventa cruciale. Senza queste sedute, le squadre avrebbero solo stime teoriche, aumentando il rischio di errori strategici che potrebbero compromettere il risultato della gara.

Adattamento del pilota

Le prove libere sono essenziali per i piloti, specialmente su circuiti nuovi o poco familiari. Anche i veterani hanno bisogno di tempo per affinare le loro prestazioni su ogni tracciato. Durante le sessioni, i piloti:

  • Familiarizzano col circuito: trovano i punti di frenata, le traiettorie ideali e i limiti della pista, specialmente su circuiti cittadini o con curve complesse.
  • Costruiscono fiducia: accumulano giri per prendere confidenza con la vettura e le condizioni della pista, che possono variare tra asfalto sporco il venerdì e più gommato la domenica.
  • Testano situazioni limite: provano frenate al limite o linee alternative per prepararsi a scenari di gara.

Per i rookie o i piloti di riserva, queste sessioni, soprattutto la prima, dove spesso i team fanno correre i giovani in base a precisi dettami normativi, sono un’occasione preziosa per accumulare esperienza senza la pressione della gara. Senza queste sessioni, i piloti rischierebbero di arrivare alla qualifica o alla gara meno preparati, aumentando il rischio di errori o incidenti.

Raccolta e analisi dei dati

Le prove libere sono una miniera d’oro per la telemetria. Gli ingegneri raccolgono dati su:

  • Prestazioni della vettura: tempi sul giro, velocità di punta, prestazioni nei settori.
  • Condizioni della pista: grip, temperatura dell’asfalto, comportamento in diverse condizioni meteorologiche.
  • Confronto con gli avversari: analizzando i tempi degli altri team, si può capire il livello di competitività e adattare le strategie.

Questi dati vengono analizzati tra una sessione e l’altra per apportare modifiche al setup o per confermare le scelte fatte. Ad esempio, se una franchigia scopre che un rivale è particolarmente veloce in un settore, può provare a replicare il loro approccio o concentrarsi su un altro punto di forza. Senza le libere, questa fase di analisi in tempo reale sarebbe impossibile, lasciando le scuderie con meno informazioni per prendere decisioni.

Prove libereProve di pit stop da parte della McLaren, con Oscar Piastri, durante le prove libere del Gran Premio d’Australia del 2024.
Test di aggiornamenti tecnici

Molte scuderie introducono aggiornamenti aerodinamici o meccanici durante i weekend di gara. Queste sessioni sono il momento ideale per testare queste novità in condizioni reali. Ad esempio:

  • Nuove componenti: un’ala anteriore modificata o un nuovo fondo possono essere provati per verificarne l’efficacia.
  • Affidabilità: le sessioni permettono di identificare eventuali problemi tecnici prima della gara, riducendo il rischio di ritiri.
  • Confronto diretto: i team possono confrontare le prestazioni delle vecchie e nuove configurazioni sullo stesso circuito.

Senza prove libere, le scuderie sarebbero costrette a introdurre aggiornamenti direttamente in qualifica o gara, aumentando il rischio di fallimenti tecnici o di scelte sbagliate. Cosa che accade sovente nei weekend sprint.

Le prove libere sono fondamentali per la sicurezza

Le prove libere contribuiscono alla sicurezza in pista. Permettono ai piloti di familiarizzare con il circuito e alle squadre di assicurarsi che la vettura sia affidabile. I commissari di gara e i team di sicurezza possono testare procedure e sistemi, come il DRS o i sensori di sicurezza, durante queste sessioni. Senza, il rischio di incidenti dovuti a errori di setup, mancanza di confidenza dei piloti o problemi tecnici sarebbe più alto.

Prospettive alternative e dibattiti

Nonostante la loro importanza, esse sono state oggetto di discussione negli ultimi anni. Alcuni critici sostengono che tre sessioni siano eccessive e che ridurle potrebbe:

  • Risparmiare costi: Meno tempo in pista significa meno usura di componenti e costi operativi inferiori, un aspetto importante per le scuderie più piccole.
  • Aumentare l’imprevedibilità: con meno tempo per ottimizzare le vetture, le gare potrebbero diventare meno prevedibili, premiando le franchigie e i piloti più capaci di adattarsi rapidamente.
  • Adattarsi al format delle Sprint Race: nei weekend con gare sprint, le prove libere sono già ridotte (spesso a una sola sessione), e questo format ha dimostrato di funzionare, anche se con alcune critiche da parte delle scuderie che preferiscono più tempo per prepararsi.

Prove LibereIl Presidente e CEO della F1, Stefano Domenicali, principale sostenitore del raddoppio delle Sprint Race
Le prove libere non sono essenziali, ma sono utili

Le prove libere non sono strettamente indispensabili per disputare una gara, ma la loro assenza renderebbe la Formula 1 meno competitiva, meno sicura e meno spettacolare. Sono il momento in cui i team e i piloti raccolgono le informazioni necessarie per massimizzare le prestazioni, ridurre i rischi e pianificare la strategia.

Eliminarle del tutto porterebbe a gare più caotiche, con un maggior numero di errori e probabilmente una minore qualità dello spettacolo, dato che le scuderie di punta, con maggiori risorse per le simulazioni, avrebbero un vantaggio ancora più marcato. Tuttavia, il dibattito su come ottimizzare il loro formato riducendo il numero di sessioni o modificandone la durata rimane aperto, soprattutto in un’epoca in cui la Formula 1 cerca di bilanciare tradizione, spettacolo e sostenibilità economica.

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Crediti foto: Mark Stewart, Getty Images