Durante le riprese del film All Is Lost (Tutto è perduto), del 2013, l’attore Robert Redfordscomparso il 16 settembre all’età di 89 anni – si trovò ad affrontare sul set condizioni estreme: immersioni frequenti e getti d’acqua potenti e costanti. Fu proprio in seguito a queste ripetute esposizioni all’acqua, che Redford sviluppò un’infezione all’orecchio sinistro, in seguito alla quale perse circa il 60% dell’udito. In seguito, quando gli venne chiesto se la perdita fosse solo temporanea, lo stesso Redford rispose «I wish it was. It’s sort of permanent», confermando che la perdita sarebbe stata permanente.

Secondo la dottoressa Elena Siccardi, specialista in otorinolaringoiatria, microbiologia e virologia clinica presso l’Ospedale Maria Vittoria di Torino, il quadro più plausibile è quello di una otomastoidite, una complicanza di un’infezione virale inizialmente trascurata: «Queste infezioni, se non trattate, possono evolvere in forme più serie come l’otomastoidite, coinvolgendo la mastoide (parte dell’osso temporale) e causando un danno permanente alle strutture dell’orecchio interno».

Le altre cause di ipoacusia (perdita dell’udito)

L’ ipoacusia si distingue principalmente in tre categorie:

  1. Presbiacusia (ipoacusia da senescenza)
  • Si manifesta in età avanzata.
  • Ha un decorso graduale e progressivo, senza dolore.
  • Compromette inizialmente i toni acuti.

2. Ipoacusia di origine vascolare

  • ·       Ha un esordio improvviso, senza dolore.
  • ·       Spesso descritta come: «Stavo guardando la televisione e, d’un tratto, non sentivo più da un orecchio».
  • ·       È causata da un’interruzione del microcircolo nell’orecchio interno.
  • ·       Richiede un intervento rapido per evitare danni permanenti.

3. Ipoacusia da infezioni auricolari

  •   Può partire come infezione virale e poi evolvere in infezione batterica.
  •    In caso di cronicizzazione, si può sviluppare un versamento cronico o una perforazione timpanica, con secrezione (otorrea), acufeni e riduzione dell’udito.
  • Il dolore è presente solo nelle fasi acute, mentre nelle forme croniche spesso scompare».

Sintomi e diagnosi

I sintomi più comuni di ipoacusia possono essere difficoltà a capire le parole, soprattutto in ambienti rumorosi, la sensazione che le persone parlino a bassa voce, la necessità di alzare il volume di TV o telefono, la presenza di acufene (ronzii o fischi nelle orecchie). La diagnosi si effettua con una visita otorinolaringoiatrica e test audiometrici.

Terapie

«I suppoti terapici variano a seconda della tipologia di ipoacusia e vanno dalle terapie farmacologiche (trattamento antibiotico o cortisonico per infezioni come l’otite), all’intervento chirurgico (per otosclerosi, riparazione del timpano o degli ossicini), alla logopedia (soprattutto nei bambini), alla terapia uditiva e percettiva (riabilitazione post-impianto cocleare), fino alle protesi acustiche (cioè agli apparecchi uditivi che amplificano i suoni), terapia genetica o rigenerativa (in fase sperimentale)», sottolinea Siccardi .

L’impatto funzionale e sociale della sordità monolaterale

La perdita del 60% dell’udito da un solo lato – come nel caso di Redford – può avere conseguenze, soprattutto nella localizzazione dei suoni e nella comprensione dei dialoghi in ambienti rumorosi. Tuttavia, se l’altro orecchio è sano, la qualità della vita e la comunicazione quotidiana possono rimanere quasi normali. Conferma Siccardi: «In questi casi l’altro orecchio, se valido, compensa molto bene. Alcune persone tendono a girarsi leggermente verso l’interlocutore, per “porgere” l’orecchio migliore, un gesto istintivo e molto comune».
Non è noto se Robert Redford abbia mai utilizzato un apparecchio acustico, ma la sua carriera è proseguita con successo anche dopo questo evento.

Protesi acustiche: tra accettazione e rifiuto

Molti pazienti, specialmente anziani, faticano ad accettare l’uso delle protesi acustiche, con conseguente isolamento sociale. «Purtroppo vediamo molti pazienti, spesso ancora brillanti e attivi, che rifiutano l’apparecchio per motivi estetici o culturali», evidenzia la specialista. «Ma l’ipoacusia non trattata può portare all’isolamento, soprattutto in età avanzata, e influire negativamente sulla salute cognitiva e psicologica».
In alcuni casi, come nell’otosclerosi — una patologia dell’orecchio medio spesso ereditaria, che peggiora durante la gravidanza — la protesizzazione non è sempre efficace, ma «resta importante esplorare ogni possibilità riabilitativa», conclude Siccardi.