L’Inter riparte in Champions grazie a super Thuram
(Paolo Tomaselli, inviato ad Amsterdam) Sommer che para nell’uno contro uno con Godts, lanciato a rete sullo 0-0. Thuram che due minuti dopo segna ed esulta, ridendo coi compagni senza creare equivoci, per poi raddoppiare subito a inizio ripresa: ancora di testa e ancora su corner di Calhanoglu. Gli ultimi minuti che scorrono sereni come una passeggiata al mercato dei tulipani, senza gol subiti o sentori di rimonte nell’aria. Il debutto in Champions dell’Inter somiglia a una sosta in beauty farm con vista sui canali di Amsterdam: rigenera alcuni uomini chiave, fa subito bene alla classifica nella quale le prime quattro sfide sono le più facili (quindi da vincere) e tonifica il morale di un gruppo che aveva vinto solo al debutto in A col Torino.
Nello stadio dove a 21anni conquistava il campionato olandese da capitano, Chivu lancia il 20enne Esposito a causa della lombalgia che frena Lautaro, assente anche nel riscaldamento pre partita sul campo (per lui solo ginnastica negli spogliatoi). Di fatto il baby azzurro, al debutto in Champions, è l’unica vera novità, a parte l’impiego di De Vrij per Acerbi e il ritorno di Dimarco. Svecchiare la squadra e dare spazio ai nuovi arrivati o a giocatori scalpitanti come Frattesi, per Chivu non è la priorità: conta tornare a vincere e riportare un po’ di normalità nella routine di Appiano. Missione compiuta, con segnali molto incoraggianti da Esposito.
La missione non era così scontata, anche se l’Ajax che si riaffaccia alla Champions ha come capitano e leader Davy Klaassen, che nell’Inter della seconda stella era una comparsa e in generale non fa paura. Il debuttante Heitinga, ex compagno di Chivu negli anni d’oro, però ha studiato la tradizione della casa e occupa il campo con razionalità e una pressione che a tratti rischia di togliere lucidità all’Inter. Dopo la mezzora però i nerazzurri accelerano, appoggiandosi su Thuram con più frequenza: il francese prima calcia a lato di pochi centimetri una palla intelligente di Esposito (che si muove come un veterano), poi un minuto dopo cade in area cinturato in modo vistoso da Baas. Oliver, uno degli arbitri più esperti, non ha dubbi nell’assegnare il rigore per l’Inter. Non ha fatto i conti però con il Var, l’australiano Gillett, al centro di una controversia in Premier League perché tifoso del Liverpool, che è pur sempre uno degli otto avversari sorteggiati sul cammino dell’Inter: Gillett fa notare la trattenuta iniziale di Thuram sul difensore olandese, che c’è, ma fa parte della dinamica del gioco molto più del fallo di Baas.
Infastidita per il rigore tolto, l’Inter continua a premere, ma dopo un pallone perso sulla trequarti dell’Ajax, Godts viene pescato in verticale e si lancia verso Sommer, inseguito da Mkhitaryan: tocca a Sommer fare la parata della serata sull’attaccante belga e riscattarsi così della serataccia di Torino. È la sliding door della serata, perché un paio di minuti dopo l’Inter va in vantaggio, grazie al secondo gol di fila di testa di Thuram su corner da destra di Calhanoglu. L’altro grande «caso» del sabato di campionato, con la sua mancata esultanza per il gol alla Juve oltre che per le risate col fratello dopo il 4-3 bianconero, stavolta non solo festeggia liberamente, ma concede subito il bis ad inizio ripresa, con le stesse modalità, dopo un corner ottenuto da Calha con un tiro pericoloso su scarico di Pio. Un altro corner perfetto del turco e un’altra dormita della difesa olandese, consentono all’Inter di gestire con serenità e attenzione il resto della serata, anche perché la stanchezza diminuisce il tasso di pericolosità dell’Ajax. Sassuolo, Cagliari, Slavia e Cremonese sono le prossime tappe della risalita. Che deve essere rapida e decisa.