Al debutto europeo sulla panchina nerazzurra, il nuovo tecnico può subito sorridere grazie al suo bomber: un gol per tempo e olandesi al tappeto
Dal nostro inviato Francesco Pietrella
17 settembre 2025 (modifica il 18 settembre 2025 | 00:11) – AMSTERDAM
Nella città di Rembrandt vale la pena rivisitare un suo quadro e infilarci dentro il ragazzo col numero nove: “Lezioni di colpi di testa del Dottor Thuram”. Il francese stende 2-0 l’Ajax con due incornate da centravanti e se la ride, stavolta di gusto, fiero e sincero, mentre accanto a lui c’è chi lo osserva con fare curioso, come i chirurghi che assistono alla “Lezione di anatomia del dottor Tulp”. Uno dei dipinti più famosi del pittore olandese cresciuto lungo i canali. L’Inter rifila due schiaffi che valgono triplo: stende l’Ajax, lontano parente dello squadrone in cui Chivu si divertiva da capitano, scaccia via la crisi e brinda finalmente il fortino. Dopo i quattro gol incassati all’Allianz con la Juve, un clean sheet era ciò che serviva.
thuram show—
Amsterdam sa di stroopwafel, i dolci tipici del posto, e grandi rivincite in tutte le lingue. La prima è di Sommer, che nel primo tempo ha salvato il risultato sullo 0-0. Il tutto dopo una settimana da incubo dopo i due errori con la Juve. Lo svizzero ha neutralizzato Godts nell’unico momento in cui la difesa nerazzurra ha vacillato: lancio di Edvardsen dalle retrovie – da vedere e rivedere -, controllo del belga e parata di Yann. La seconda è tutta di Thuram, beccato dai tifosi per via di quella risata dopo il gol segnato da Adzic all’ultimo secondo. Stavolta ha esultato, ha sorriso e magari avrà ripensato anche a suo padre: nel 2004, con la Juventus, Lilian giocò alla Johan Cruijff Arena contro Heitinga, oggi allenatore di un Ajax che vive di folate, affidato a sporadici solisti quest’oggi piuttosto spenti (Godts, Weghorst, Klaassen). Marcus ha liquidato la pratica con due azioni simili tra il 42’ e il 47’: due colpi di testa sugli sviluppi di un angolo, due assist di Calhanoglu e due errori in marcatura di Klaassen, ex di turno, reo di essersi perso due volte il francese. L’anno scorso Thuram ha segnato tre reti di testa. Ora è già a quattro. Il tutto dopo aver conquistato anche un rigore – trattenuta evidente di Baas nel primo tempo -, ma il Var gliel’ha tolto perché in realtà è stato lui a tirare la maglia del centrale all’inizio dell’azione (34’).
bravo pio—
L’ultima rivincita è di Chivu, bravo a non stravolgere l’assetto europeo: dentro solo Ajanki, uno che sembra giocare all’Inter da tre anni, e il vetenne Pio, schierato dal 1′ per l’infortunio di Lautaro. Per il resto, Cristian ha confermato il blocco arrivato in finale l’anno scorso. E ha pagato. Si può dire che l’Inter ha vinto con la testa. Il primo ad alzarla è stato Esposito. Il più giovane titolare dai tempi di Santon e Balotelli, schierati da Mourinho a 18 anni nel 2008-09. Il ragazzo del rione Cicerone ha tenuto alta la guardia contro i centrali olandesi, soprattutto con Itakura, difendendo con le unghie e coi denti palloni sporchi. Alla mezz’ora ha smistato una bella palla sui venti metri e poi ha servito Thuram. Il duetto ha funzionato.
sommer ok—
Bene anche Dumfries, soprattutto in fase difensiva. Per lui un paio di diagonali niente male: ha vinto il duello con Wijndal, assaltatore con licenza di puntare e rompere la linea. Oggi non l’ha mai fatto. L’Inter ha sofferto poco, ha blindato la difesa dopo i quattro schiaffi dell’Allianz e gli altri due contro l’Udinese. Ha gestito il vantaggio rischiando un paio di volte, ma Sommer – in difficoltà solo su un colpo di testa di Dolberg nel finale – ha rispolverato le regole già dettate da Chivu: i “sassi” possono restare nelle tasche. Così come i ricordi. Heitinga e Cristian, campioni d’Olanda insieme nel 2002, si sono sfidati in Champions per la prima volta. Il destino è così. Al resto, infine, ha pensato il Dottor Thuram. Il ragazzo del quadro.
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