Tappa e maglia… anche quella azzurra per Monica Trinca Colonel dopo la vittoria nella frazione finale del Tour de l’Ardèche. L’atleta della Liv-AlUla-Jayco si conferma così una delle migliori del panorama nazionale. Forse colei che più è cresciuta durante la stagione e che addirittura potrebbe candidarsi ad essere l’erede di Elisa Longo Borghini, un anticipo di questa staffetta si è vista al campionato italiano.
L’Ardèche, come accennavamo, ha decretato il suo biglietto per il Rwanda, ma quel che più conta è il processo che questa ragazza sta facendo. E’ un’atleta di pura sostanza, pochi fronzoli, di cui si parla anche poco ma sulla quale si può fare affidamento. Un processo di crescita di cui abbiamo parlato con Marco Pinotti, uno dei coach della squadra australiana.
«Ero giusto in magazzino – attacca Pinotti – per preparare la bici da crono di Monica per i mondiali. Ero con i meccanici rientrati ieri dall’Ardèche. Abbiamo ragionato sul percorso dei mondiali, abbiamo fatto il “pace strategy” in base agli ultimi dati di potenza. E abbiamo cercato di definire le possibilità dei rapporti da scegliere per la prova a cronometro iridata».
Marco Pinotti, ex corridore, è oggi l’head coach della Jayco-AlUla
Marco Pinotti, ex corridore, è oggi l’head coach della Jayco-AlUla
E come vi siete orientati?
Anche se la crono non è il primo obiettivo di Trinca Colonel, è una prova importante e cerchiamo di fare il miglior risultato. Monica userà una monocorona da 60 denti, però le abbiamo lasciato l’opzione del 58, perché le informazioni che non ho sono relative alla qualità dell’asfalto, che può essere più o meno scorrevole. Abbiamo così lasciato due opzioni: la principale appunto il 60 e l’altra il 58. Dietro chiaramente avrà l’11-34. Però la scelta finale la farà là, in accordo con i tecnici della nazionale.
Marco cerchiamo invece di inquadrare bene tecnicamente questa ragazza. Che atleta è?
E’ un’atleta forte e resistente, tecnicamente molto valida. Sa guidare bene la bici, ha un alto consumo di ossigeno ed è resistente nel lungo periodo. Soprattutto in questi due anni ha costruito una resistenza alla fatica che le ha permesso di ottenere risultati importanti. Non ha picchi di potenza enormi, come le prime al mondo, ma una forte resistenza alla fatica. Nei contesti di sforzo prolungato o nelle gare dure riesce ad emergere.
La Liegi di quest’anno è stato il quadro perfetto di quanto hai appena detto. Magari si staccava ma poi rientrava…
Esatto, e lo stesso ha fatto alla Strade Bianche e in qualche altra corsa.
Quanto è cresciuta? E perché in modo così sensibile?
Perché fino a due anni fa lavorava in un negozio di ottica! La sua storia è una bella lezione per tanti. Adesso si cerca talento precoce, ma questo è un esempio che con un po’ di fortuna e tanta bravura anche a 25 anni si può debuttare ad alti livelli e fare bene. Il suo è un percorso alternativo rispetto a tanti altri.
Monica Trinca Colonel vince l’ultima tappa dell’Ardeche e conquista anche la generale. Sono i suoi primi successi da pro’ (foto Getty Images)
Monica Trinca Colonel vince l’ultima tappa dell’Ardeche e conquista anche la generale. Sono i suoi primi successi da pro’ (foto Getty Images)
Quindi ci sono margini?
Secondo me sì. Primo perché è un’atleta a tempo pieno da meno di 24 mesi. Secondo perché dallo scorso anno a quest’anno è cresciuta come valori di potenza nella prima parte di stagione. Poi tra Giro Women e Tour Femmes abbiamo avuto qualche problema. Siamo arrivati al Giro con l’idea di fare una bella corsa, ma invece ha avuto uno stop fisico che un po’ mi aspettavo… in questo suo processo di crescita generale. Ma non proprio in quei giorni. Abbiamo provato a mandarla al Tour Femmes come esperienza, per capire se potesse essere anche psicologico, invece lì abbiamo capito che i guai del Giro erano proprio fisici. Anche lì aveva gli stessi sintomi: dopo due o tre giorni di stanchezza, abbiamo deciso di fermarci.
E poi cosa avete fatto?
Abbiamo optato per uno stop netto e siamo ripartiti dalla base praticamente. Abbiamo ricostruito la seconda parte di stagione a partire dall’Ardèche, che è stato il suo rientro post Tour Femmes. Con Marco Velo si era parlato di portarla al mondiale, ma io ho detto: «Vediamo prima come va l’Ardèche», perché c’era il rischio che Monica fosse ancora stanca. I carichi erano monitorati, ma il peso psicologico si faceva sentire.
Cosa intendi?
Fino all’anno scorso correva senza grandi responsabilità. Qualsiasi risultato era un passo avanti. Quest’anno invece ha affrontato gare con il ruolo di capitana, con un confronto rispetto all’anno precedente e ha dovuto affrontare un processo diverso. All’Ardèche i numeri sono migliorati ancora rispetto a inizio stagione.
Trinca Colonel (classe 1999) quest’anno ha fatto davvero un grande exploit. Ha il contratto con la Liv anche per il 2026
Trinca Colonel (classe 1999) quest’anno ha fatto davvero un grande exploit. Ha il contratto con la Liv anche per il 2026
Tu come la vedi? Più scalatrice, donna da corse a tappe, cronoman…?
Cronoman lo è in parte, stiamo lavorando sulla posizione. Ha fondo e può andare bene nelle corse a tappe, anche se non è la scalatrice più forte. Può dire la sua nelle corse dure di un giorno come la Liegi o i campionati nazionali. E’ un’atleta di fondo che fa della continuità la sua forza.
Prima hai accennato anche all’aspetto mentale. Monica è ancora nella fase del “tutto nuovo” oppure iniziano le responsabilità? Insomma è consapevole?
Secondo me sì. Monica è una ragazza intelligente e consapevole. Sa riconoscere quando non è al meglio e affronta le difficoltà con maturità. Le responsabilità aumentano, ma deve imparare a gestirle. E’ bello che mantenga entusiasmo e che non senta troppa pressione. Ci tiene molto alle compagne e al lavoro di squadra.
Le avete affiancato qualcuna più esperta?
Mavi Garcia, che è molto esperta. Monica ha dimostrato di saper correre anche da capitana e magari al Mondiale potrà stare vicino a Longo Borghini.
L’atleta lombarda sarà in maglia azzurra ai prossimi mondiali. Farà sia la crono che la strada
L’atleta lombarda sarà in maglia azzurra ai prossimi mondiali. Farà sia la crono che la strada
E’ cresciuta come potenza rispetto all’anno scorso?
Sì, di almeno un 4 per cento su tutta la curva, rispetto al suo miglior livello dello scorso anno. Sono percentuali molto importanti a questo livello.
Avete ritoccato la posizione in bici?
L’anno scorso no. Ma quest’anno tra Giro e Tour abbiamo fatto indagini anche a livello meccanico e abbiamo trovato che aveva l’ileopsoas contratto. Una soluzione immediata è stata ridurre le pedivelle da 170 a 165 millimetri. Le usava a crono e ora anche su strada. In questo modo la gamba lavora meno chiusa.
E lei come ha reagito?
Essendo resiliente non ha sentito particolari differenze, ma ha capito che poteva aiutarla. Rivedremo la posizione con calma in inverno, per ora corre così. La risposta è stata positiva.
C’è qualcosa che vuoi aggiungere al quadro tecnico di Monica Trinca Colonel?
Bisogna essere cauti con le aspettative. Monica è un’atleta che può raccogliere ottimi risultati, ma non è scontato che la crescita sia continua. Ci saranno alti e bassi, come quest’anno tra Giro e Tour. Certi processi richiedono più tempo di quello che immaginiamo. Ha davanti ancora tanti anni, ma bisogna darle tempo, senza metterle pressione. Lei stessa non si monta la testa.