A sole tre settimane dal precedente round disputato negli Stati Uniti d’America, Ferrari torna sotto i riflettori del FIA WEC con il settimo e penultimo appuntamento della stagione 2025, la 6 Ore del Fuji.
Una pista apprezzata dai piloti per il layout che alterna sezioni veloci, come il lungo rettilineo principale, a tratti “guidati” non semplici da gestire, specialmente durante le manovre di doppiaggio con le vetture GT.
“Il circuito del Fuji è molto interessante – dice Nicklas Nielsen, pilota della 499P numero 50 – perché alterna un primo e un secondo settore veloci a un terzo caratterizzato da curve strette”.
Dopo il lungo rettilineo di partenza si giunge alla prima curva, “una delle più impegnative del Fuji, perché vi si giunge a velocità molto alta, in settima marcia”. Dopo la brusca frenata, è “fondamentale non mancare il punto di corda in curva 1 per iniziare al meglio il giro” dettaglia il pilota danese, immettendosi sul rettilineo seguente, terminato il quale “si entra in una porzione molto selettiva del circuito, con curve veloci in successione, che sembrano semplici ma non lo sono affatto”.
Seguire la traiettoria migliore senza alcuna incertezza alla guida è un fattore saliente nella parte mediana del Fuji.
Si arriva così a una “frenata notevole che introduce al settore finale, con le ultime curve che rappresentano la parte più difficile in assoluto, dove s’incontrano spesso tante altre vetture, incluse le GT che in questa porzione non sono molto più lente delle Hypercar, dunque ogni sorpasso va preparato ed effettuato al meglio”.
L’ultima curva concede al pilota più scelte in fatto di traiettoria, “che dipende dal grado di usura degli pneumatici” dice Nielsen. Ottimizzare l’uscita da questa curva evitando ogni minimo errore è essenziale per giungere nelle migliori condizioni sul rettilineo principale, il più lungo del calendario iridato.
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