di
Enrica Roddolo

Stephen Schwarzman, potente ceo di Blackstone investment group e Jensen Huang, ceo di Nvidia, ma anche lo sportivo Nick Faldo

Tiffany Trump e Rupert Murdoch, Tim Cook e Sam Altman. Famiglia e molti affari al seguito di Donald Trump al banchetto reale ieri notte al castello di Windsor. 

Tiffany è arrivata a Londra al seguito del padre (come già nella visita di Stato del 2019 quando vennero però pure Ivanka, Eric and Donald Jr) con il marito Michael Boulos, dal quale ha appena avuto un figlio, Alexander. E per tutta la durata della cena di gala è stata al fianco del ceo di Apple, Tim Cook. 



















































Mentre il consorte ha avuto il privilegio di scortare la principessa Kate – che Trump nel suo discorso ha definito «radiant and so healthy and so beautiful» – per il corteo che dal salone di Waterloo a Windsor porta alla St George’s Hall dove era stato apparecchiato il banchetto. 

Quanto a Rupert Murdoch seduto al fianco del consigliere del premier britannico Sir Keir Starmer, Morgan McSweeney è impossibile non ricordare che i rapporti con The Donald del tycoon dei media non sono idilliaci: Trump ha dato battaglia in corte a Murdoch per milioni di dollari. 

Mentre Trump citava Shakespeare, la vittoria di Londra su Napoleone, e la Magna Charta. E Winston Churchill che nell’Oval Office coniò la «Special relationship», per concludere: «Il legame di amicizia tra noi è eterno», prima di proporre un Toast, un brindisi a «una delle più grandi amicizie e a Sua Maestà a very very special man e a una very very special queen. Un grande onore essere qui con voi», conversavano fitto i magnati del tech

La leader del partito conservatore Kemi Badenoch con Sam Altman, chief executive del moloch dell’ artificial intelligence, OpenAI. Poco più in là Stephen Schwarzman, potente ceo di Blackstone investment group e Jensen Huang, ceo di Nvidia con la moglie Lori

In fondo, il primo accordo aiutato da questa seconda visita di Stato veniva annunciato a Londra già all’arrivo di Trump a Stansted il 16 settembre sera: il «Tech prosperity deal», tra Regno Unito e Usa su temi che vanno dall’artificial intelligence al nucleare, con un pacchetto di investimenti americani a Londra da 31 miliardi di sterline da parte delle tech companies a stelle e strisce, a partire da Microsoft.

E poi ieri sera alla cena di gala c’erano tutti I ranghi trumpiani da Marco Rubio all’inviato speciale per le trattative di pace Steve Witkoff con il nuovo ministro degli Esteri britannico dopo rimpasto, Yvette Cooper e il nuovo vice premier prima al Foreign Office, David Lammy. 

E se Re Carlo ha strizzato l’occhio alla passione scozzese e per i green del golf del presidente americano dicendo ironico: «Capisco che gli piaccia molto anche il suolo britannico che si presta a fantastici campi da golf!», ecco al banchetto anche il campione di golf Nick Faldo con Dame Katherine Grainger, l’atleta britannica oggi Chancellor dell’università di Glasgow, dopo la medaglia d’oro nel canottaggio alle Olimpiadi. 

In tutto 160 ospiti capitanati dal segretario di Stato Marco Rubio e da James Blair, White House deputy chief of staf. 160 perché questa è la capienza del Waterloo table, lo stesso numero di invitati anche per il ricevimento in onore di Emmanuel Macron a luglio. Ma se a luglio Macron portò da Parigi imprenditori di moda e lusso francese e se Barack Obama portò dagli Usa con sé in visita di Stato divi e dive della Hollywood glamour che vota democratico, la prima visita di Trump del 2019 era stata invece accompagnata da imprenditori e politici piuttosto che da stelle del cinema. 

E anche questa seconda storica visita di Stato ha schierato al tavolo apparecchiato con fiori dalla tenuta di Windsor e i tovaglioli piegati con la foggia delle piume dello stemma del principe di Galles, i signori dell’economia Usa. 

Presenti (quasi) tutti i Windsor di prima linea compresi il principe Richard, duca di Gloucester con la moglie nata in Danimarca, Brigitte, e con l’assenza del duca di Kent che ha detto addio alla moglie la duchessa Katharine con il funerale cattolico di martedì, della principessa Alexandra ormai molto anziana, come pure del principe Andrea per lo scandalo Epstein e dei duchi di Edimburgo in missione all’estero per conto del re. Con il marito Sir Timothy Laurence, la principessa Anna, la sorella del re per una vita una spalla sicura del sovrano, ha conversato prima con l’ambasciatore americano a Londra Warren Stephens e poi il Cancelliere dello Scacchiere Rachel Reeves. 

Mentre in tavola venivano serviti cibi a km zero e sostenibili come piace al re, dal pollo alle patate, e per dolce una Bombe Glacés passione già della regina Elisabetta così ammirata da Donald Trump. Con un doppio tocco italiano di una Pannacotta (ma di crescione) e del Parmigiano. E lo champagne Pol Roger, il più amato da Churchill, con Cognac dell’anno di nascita della madre del presidente americano. E ancora Charles Woodburn, ceo di BAE systems (aerospaziale) e Paula Reynolds, presidente della National Grid, la British energy company e Vivian Hunt di UnitedHealth

Re Carlo è stato abilissimo nell’esercitare tutto il suo soft power, anzi Royal power, sull’ospite americano, compiendo una grande operazione di tessitura diplomatica. E mentre nell’aria risuonavano l’inno britannico e quello americano, gli eletti del banchetto White tie nella St George’s hall hanno fatto networking. A ricordare che non era una cena d’affari però l’abito sognante di Kate, tiare secolari e le onorificenze appuntate sui vestiti da sera.

18 settembre 2025