L’ascesa e la caduta di un campione. Björn Borg, il tennista svedese, racconta, Nel libro autobiografico ‘Battiti’ (Rizzoli), la sua parabola. E in un’intervista a ‘Repubblica’ confessa il momento più buio della sua esistenza. Era il 1989, a Milano, e Borg era sprofondato in un vortice di droghe, farmaci e relazioni sbagliate. A salvarlo fu Loredana Bertè, sua compagna di allora, che non esitò a intervenire chiamando i soccorsi. «A Loredana Bertè devo la vita – racconta – mi trovò a letto incosciente, chiamò l’ambulanza, all’ospedale mi fecero una lavanda gastrica».