Secondo Eddie Irvine, ex pilota della scuderia Ferrari di Formula 1, Max Verstappen non dovrebbe seguire le orme di Lewis Hamilton. L’inglese è sbarcato ufficialmente a Maranello da quest’anno, ma secondo il britannico si è trattato di un trasferimento troppo tardivo.
Ecco perchè Irvine spera che Verstappen, se mai decidesse di trasferirsi presso la scuderia del Cavallino Rampante, non lo faccia a fine carriera, ma ben prima. Secondo l’ex Ferrari, Hamilton si sarebbe unito a Maranello quando ormai è diventato “troppo vecchio”, quindi con gli anni migliori alle spalle, nonostante sia ancora un grandissimo pilota.
“Il problema con Lewis – spiega a Sky Sports – è che è arrivato un po’ troppo vecchio, ma ha vinto sette campionati del mondo, quindi c’è sempre un prezzo da pagare”. Irvine ha quindi parlato di Michael Schumacher, che ricordiamo, si è ritirato a vita privata dopo il terribile incidente sulle nevi e per cui di recente è stata svelata la terza persona che può fargli visita.
Secondo Irvine “Michael ha rinunciato a molto”, venendo alla Ferrari dalla Benetton in un momento in cui la Rossa stava faticando e non poco: “Michael probabilmente ha rinunciato a due, tre, forse anche di più campionati del mondo”, quelli che avrebbe di fatto vinto se fosse rimasto in Benetton.
“Nei primi anni – aggiunge – la gente non aveva idea di quanto fosse difficile la Ferrari. Michael lo sapeva. Non aveva senso per lui. Era molto più bravo di tutti gli altri. Decise semplicemente: ‘Ci vado. Vedrò cosa posso fare’, il che fu incredibile, e ci riuscì”. E ancora: “La gente dimentica che ci sono voluti quattro anni” per vincere.
Quindi è tornato su Verstappen: “Mi piacerebbe molto arrivasse alla Ferrari. Credo che loro due insieme sarebbero sensazionali. Spero che non aspetti troppo però, come ha fatto Lewis”. Per Irvine uno sbarco dell’olandese presso la scuderia del Cavallino Rampante avrebbe un effetto a catena, come è accaduto appunto quando Schumi lasciò la Benetton: “È molto difficile che ciò avvenga in Ferrari – aggiunge l’ex pilota – perché in Italia sono soli. I team britannici sono tutti circondati da altri team, e c’è ‘un’impollinazione incrociata’. È molto più difficile essere soli a Maranello. Hanno l’immagine, hanno la storia, hanno tutto, ma gli manca ‘quell’impollinazione incrociata’”.
E ancora: “Ai miei tempi, c’era Michael; era considerato di gran lunga il pilota più veloce. Per questo motivo, arrivarono Rory Byrne, Ross Brawn, e tutta la squadra fu costruita attorno al fatto che Michael fosse di un altro mondo”. Secondo Irvine lo stesso potrebbe accadere a seguito di un trasferimento di Verstappen: “Se cambiasse scuderia potrebbe portare con sé un sacco di gente”, aggiungendo che: “Senza l’intero sistema, tutti sono allo stesso livello. È dura, la Formula 1 è dura”.