«Se chiudo gli occhi e penso a Samuele (Privitera, ndr) vedo una nostra foto insieme di quando ho vinto il Giro della Valdera da juniores. Correvamo entrambi per il Team Fratelli Giorgi e quella gara l’ho conquistata grazie a lui, mi aveva dato una mano incredibile. Aveva tirato per tutta l’ultima tappa (i due sono insieme nella foto di apertura, al centro Leone Malaga, diesse del team Giorgi, foto Rodella, ndr)».

A parlare è Luca Giaimi, l’atleta del UAE Team Emirates è a Livigno per preparare il finale di stagione e smaltire le fatiche degli europei. La notizia della scomparsa di Samuele Privitera lo ha raggiunto durante la rassegna continentale su pista. Da quel momento andare avanti è stato difficile, i giorni sono passati, ma l’incredulità resta. Sui social i ricordi e le foto di Privitera sono praticamente infiniti e, accanto a lui, spesso si vedeva il volto di Giaimi. I due, classe 2005, sono cresciuti insieme sulle strade della Liguria e il loro cammino si è incrociato presto.

Samuele Privitera davanti e Luca Giaimi alle sue spalle in una delle prime gare su strada in Liguria

Samuele Privitera davanti e Luca Giaimi alle sue spalle in una delle prime gare su strada in Liguria

Gli anni da giovanissimi

«Privitera e io – racconta ancora Giaimi, che nel parlare del suo amico ha un sorriso dolce – ci siamo incontrati per la prima volta nella categoria G3, da avversari. Ogni fine settimana ci scontravamo sulle strade della Liguria e ci univa un senso di rivalità e amicizia. Volevamo mettere uno la ruota davanti all’altro. I primi anni ci incontravamo sui sentieri in mtb perché io ancora non correvo su strada, ho iniziato qualche anno dopo. Lui correva sia su strada che in mtb ed era uno dei più forti in gruppo, anche sui sentieri. A “Privi” la bici è sempre piaciuta tantissimo, un amore viscerale. Per renderlo felice dovevi farlo pedalare».

Crescendo, Giaimi e Privitera hanno continuato a correre l’uno contro l’altro legati da rispetto e amicizia

Crescendo, Giaimi e Privitera hanno continuato a correre l’uno contro l’altro legati da rispetto e amicizia

Com’era da piccolo?

Gli piaceva la competizione, ma una volta finita la gara eravamo amici. Parlava con tutti. Dopo l’arrivo restavamo a guardare i più grandi e aspettavamo le premiazioni giocando insieme. Ci sfidavamo nel fare le impennate e mangiavamo insieme il classico panino con la salamella. Forse è anche merito suo se poi sono arrivato a correre su strada.

Perché?

Alla fine in mtb vincevo tanto e mi sono detto: «Perché non provare anche su strada?». I ragazzi più forti erano Privitera e altri due gemelli, che poi hanno smesso. Le prime gare me le hanno rese davvero dure, arrivavo sempre dietro. Poi sono migliorato ed è diventato un “dare e avere”. 

Quando si è trattato di passare alla categoria juniores entrambi hanno scelto il Team Fratelli Giorgi, qui in foto con Carlo Giorgi

Quando si è trattato di passare alla categoria juniores entrambi hanno scelto il Team Fratelli Giorgi, qui in foto con Carlo Giorgi

Negli anni successivi?

Da esordiente e allievo era più forte, la mia sfida personale era provare ad arrivare al suo livello. Quando eravamo allievi era tanto conosciuto anche a livello nazionale. La cosa che ricordo era che alle corse parlava con tutti, conosceva ogni persona. Fino a quel tempo avevamo corso tra Liguria, Piemonte e Lombardia. Arrivavamo alle gare nazionali e “Privi” chiacchierava con ragazzi della Toscana, Trentino, Veneto. Io mi chiedevo come facesse a conoscerli. Ma lui era così, un carattere aperto, dopo due secondi parlava con tutti, anche i sassi. Il suo carattere lo portava spesso al centro dell’attenzione ma non in maniera egoista, creava subito gruppo, aveva una dote innata. Vi faccio un esempio…

Dicci pure…

Alla presentazione del Giro Next Gen, lo scorso giugno, arrivo per salire sul palco e sento una voce che tiene banco. Era Privitera che stava distribuendo crostata a tutti i suoi compagni di squadra e non solo. 

Privitera e Giaimi, entrambi liguri, hanno passato tanto tempo insieme nella casetta del team durante i ritiri rafforzando la loro amicizia

Privitera e Giaimi, entrambi liguri, hanno passato tanto tempo insieme nella casetta del team durante i ritiri rafforzando la loro amicizia

Una volta juniores da avversari siete diventati compagni di squadra, al Team Fratelli Giorgi. 

Appena arrivati, eravamo i due ragazzi che venivano da lontano. La squadra è della provincia di Bergamo e i ragazzi arrivavano da quelle zone. Durante i ritiri abbiamo passato tanti momenti insieme nella casetta del team, siamo andati tantissime volte a mangiare la pizza insieme e facevamo a gara a chi ne mangiasse di più.

Com’è stato vivere con lui?

Sapeva fare tutto, anche da piccolo. Avevamo 16 o 17 anni e lui era capace di fare ogni cosa in casa, invece io ero parecchio imbranato. Mi ha insegnato a fare la lavatrice e a cucinare il porridge. Una volta avevo provato a farlo e mi era uscita una cosa immangiabile. “Privi” invece era uno sveglio, sapeva tutto. Inoltre la sua enorme passione per il ciclismo lo portava a informarsi di continuo. Avevamo due caratteri opposti, lui parlava tantissimo ed era espansivo, io al contrario sono molto timido. Una giornata con Samuele partiva con lui che iniziava a chiacchierare a colazione e finiva che andavamo a letto e ancora aveva da dire. Era divertentissimo. 

Privitera era capace di creare un legame forte con i compagni, caratteristica che lo ha portato a essere il capitano in corsa del Team Giorgi

Privitera era capace di creare un legame forte con i compagni, caratteristica che lo ha portato a essere il capitano in corsa del Team Giorgi

Cosa vi siete detti quando avete firmato entrambi per un devo team?

Io sono stato il primo a firmare e Privitera era felicissimo per me. Sapete, in questi casi può capitare che nella felicità percepisci un po’ di invidia, con lui no. Era genuinamente felice per me. Lì ho definitivamente capito che ci univa un legame di vera amicizia. Quando ha firmato lui ero contento perché se lo meritava davvero. E’ sempre stato l’uomo squadra al Team Fratelli Giorgi. 

Come si comportava in gruppo?

Parlava tantissimo e aveva la capacità di prendere decisioni. Era comunicativo e schietto, due qualità che lo hanno fatto eleggere capitano in corsa. Non che si corresse per lui, ma era quello capace di gestire la gara. In gruppo non sono mai stato un leone e capitava spesso di finire in fondo, lui veniva a prendermi e riportarmi in testa. Tante volte altri miei compagni mi hanno lasciato là, facendo finta di non vedermi. 

Privitera ha fatto vedere grandi qualità nella categoria juniores che gli sono valse la chiamata della Hagens Berman tra gli U23 (foto Rodella)

Privitera ha fatto vedere grandi qualità nella categoria juniores che gli sono valse la chiamata della Hagens Berman tra gli U23 (foto Rodella)

Una volta passati under 23?

Ci vedevamo meno perché le nostre qualità atletiche ci portavano a fare gare diverse. Quelle poche volte che ci incontravamo voleva dire che uno dei due era in una corsa non troppo adatta alle sue caratteristiche, quindi ci cercavamo in gruppo per darci morale. A casa, il fatto di allenarci su distanze più lunghe ci permetteva di incontrarci a metà strada, io partivo da Pietra Ligure e lui da Soldano. Così passavamo il tempo insieme e pedalavamo in compagnia. 

Di cosa parlavate durante l’allenamento?

Dei vari programmi di gara, delle corse che avremmo fatto così da sapere se poi ci saremmo visti. Ci confrontavamo sugli allenamenti. Ma più che altro volevamo stare insieme, condividere il tempo in bici.

Ecco Giaimi e Privitera (qui al centro in maglia Hagens e UAE) in una delle prime gare da U23

Ecco Giaimi e Privitera in una delle prime gare da U23

E ora?

Non ho ancora metabolizzato la cosa, era talmente presente nella mia vita che non posso immaginare di tornare in Liguria e non vederlo più. Pensare che quest’inverno non ci sarà “Privi” che mi scrive: «Oh Luca, cosa facciamo oggi?» non riesco a realizzarlo. Andare alle corse senza qualcuno con cui scherzare quando la corsa è dura o noiosa. 

Vi sentivate spesso?

Tutti i giorni. Era il primo a scrivermi quando facevo un risultato. Quando ho vinto l’europeo su pista da juniores lui era davanti al computer nella casetta del Team Giorgi insieme agli altri a vedere la gara, c’è un video in cui esulta come un matto. Forse ho iniziato a realizzare che “Privi” non c’era più agli europei di settimana scorsa, lui mi avrebbe scritto entro dieci minuti dalla fine della gara.