Il caso è scoppiato dopo la pubblicazione social di uno spoiler della nuova canzone del rapper di Milano
Uno: “Stavolta Fedez l’ha fatta fuori dal vaso. Paragonare Sinner a Hitler…”. L’altro: “Non l’ha paragonato a Hitler, ha detto che hanno lo stesso accento”. Uno: “E perché non ha detto ‘come Rummenigge’?”. L’altro: “Perché non fa rima con Sinner”. Uno: “Neppure Hitler fa rima con Sinner”. L’altro: “Ma c’è assonanza e funziona nella barra, la strofa dei rapper”. Uno: “E ti sembra il momento, con un genocidio in corso, di parlare di ‘sangue puro’ e di evocare la tragedia del nazismo?”. L’altro: “La fai troppo seria… Fedez è soltanto un rapper e il compito dei rapper, come quello di chi fa satira, è di provocare, di analizzare la realtà in modo crudo per far riflettere”.
Uno: “Forse anche per far polemica, arrivare sui giornali e vendere meglio il disco in uscita”. L’altro: “Certo, anche quello”. Uno: “E non ha pensato quanto possa aver dato fastidio a Sinner ritrovarsi nella stessa strofa, anzi, nella stessa barra, con Hitler? E quanto ai suoi genitori e ai tifosi che lo amano”. L’altro: “Però Fedez ha chiarito non ce l’ha con lui, ma con il fanatismo che lo accompagna. E poi il rap è così”. Uno: “Quindi se qualcuno gli canta qualche barra contro, con rime e assonanze, lui non se la prende?”. L’altro: “Assolutamente no. Per caso, vuoi provarci?”. Uno: “Potrei”. L’altro: “Dai, ascolto…”. Uno: “Manco sotto tortura ascolterei Fedez / È intonato come il cane Rex / Se lo ascolto dormo sul Permaflex / oppure piango dentro a un Kleenèx / Meglio la dance del Papu Gomèz / Lascia in pace Jannik, mio sommo rex / e vai a vendere i pandori della tua ex!”. L’altro: “Sai che non è male?”.