di
Francesco Battistini

Solo Washington dice no al testo sul cessate il fuoco. L’Idf blocca gli aiuti. La denuncia: nella Striscia si partorisce in strada

DAL NOSTRO INVIATO
TEL AVIV – Sembrava un camion come gli altri. Carico d’aiuti. Provenienza, Giordania. Destinazione, Gaza. In coda al ponte di Allenby, l’unico varco aperto per chi entra in Cisgiordania. L’autista ha posteggiato e finto d’aspettare il suo turno: i controlli sono sempre stati lenti, da due anni anche di più. Verso le tre, il camionista ha aperto la portiera ed è sceso. Con una pistola in mano. Prima d’essere ucciso dalle guardie di frontiera, è riuscito a ucciderne due — un 20enne e un 60enne — e ha tentato d’accoltellare altri militari. 

Israele – Hamas: le ultime notizie



















































«Un’operazione eroica», esulta Hamas. Nell’ultimo anno, è il terzo attentato di questo tipo e l’unico risultato è che ora Allenby resta chiuso a tempo indeterminato, il governo Netanyahu chiede alla Giordania di sospendere i progetti umanitari e il ministro degli Esteri, Gideon Saar, commenta: «Israele facilita gli aiuti umanitari a Gaza e i terroristi li sfruttano per uccidere gli israeliani». Che ci sia questa facilitazione, è da vedere. 

L’amministrazione Trump ne è così convinta che ieri gli Usa — da soli contro 14 Paesi proponenti, fra questi la Danimarca, la Slovenia e la Sud Corea — han posto il veto a una risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu: si chiedeva al governo Netanyahu di «revocare immediatamente e incondizionatamente tutte le restrizioni all’ingresso degli aiuti umanitari», oltre che un «cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente», col «rilascio incondizionato, dignitoso e immediato di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas». Motivo del veto americano: non si condannava Hamas. Specie in una giornata d’attacco agli aiuti. E coi primi soldati morti a Gaza City, in tre giorni d’invasione. 

È stato un giovedì pesante, alla Kirya di Tel Aviv. Cominciato con quattro soldati a Rafah, nel sud della Striscia, saltati su una mina esplosa sotto il loro blindato Humvee. Avevano tra i 20 e i 26 anni: portano a 908 il numero dei caduti in questa guerra. Boots on the ground, l’avanzata non è semplice. Ormai se n’è andata la metà dei gazawi del capoluogo, quasi mezzo milione, ma la «pulizia» dei civili non dà finora i risultati attesi: altri cinquanta morti palestinesi, con Hamas che ostenta sicurezza e avverte come gli ostaggi siano «sparsi per i quartieri di Gaza City» e che l’occupazione avrà conseguenze ineluttabili, «il nemico non troverà un solo prigioniero vivo o morto». I signori della Striscia manifestano indifferenza, per l’ennesimo stop agli aiuti provocato dall’attentato di Allenby. Nel martirio del loro popolo, ridotto alla carestia e senza assistenza, è compreso anche il dramma delle donne incinte: «L’offensiva israeliana — denuncia l’Onu — costringe molte di loro a partorire per strada, senza ospedali, medici o acqua pulita». 

Ci sono 23 mila gravide abbandonate, 15 bambini che ogni settimana nascono senza che qualcuno possa curarsene. «Israele sta distruggendo completamente la sua immagine e credibilità», accusa il presidente francese Emmanuel Macron. «Credo che non si possa più tacere», denuncia anche Pierbattista Pizzaballa, Patriarca dei Latini di Gerusalemme: il cardinale riconosce che «non è tutto nero o bianco, Israele ha delle ragioni, ma non si può tacere su quel che accade aGaza». Per amore del suo popolo, ha parlato pure lui. E «ne pago le conseguenze e il prezzo, anche in termini di relazioni e d’amicizie».

19 settembre 2025 ( modifica il 19 settembre 2025 | 11:59)