I Meta Ray-Ban Display sono realizzati in collaborazione di EssilorLuxottica e funzionano con tecnologia elettromiografica. Chi li indossa può vedere la traduzione di quanto sente intorno
Se il pollice preme sulla punta del dito medio due volte, lo schermo compare davanti agli occhi. Ci sono le icone delle app, che si navigano spostando a destra e sinistra il pollice sulla mano posizionata a pugno. Facciamo partire una canzone: la mano gira la manopola di una radio immaginaria e il volume si alza e si abbassa. I Meta Ray-Ban Display portano due innovazioni che fanno fare un enorme passo avanti al settore degli smart glass, quegli occhiali arricchiti di fotocamere, speaker, microfoni e software. Dal primo modello che Meta ha sviluppato in collaborazione con EssilorLuxottica, i Ray-Ban Stories usciti nel 2023, l’evoluzione sta correndo veloce. E ora, con il dispositivo che Mark Zuckerberg ha presentato dal palco del suo quartiere generale, a Menlo Park, durante la scorsa notte italiana, si può iniziare finalmente a parlare di realtà aumentata.
La tecnologia elettromiografica
Questi occhiali assomigliano ai classici Ray-Ban, con una montatura più spessa per accogliere la componentistica tecnica necessaria a far funzionare un piccolo display integrato nella lente di destra. Nessuno può vederlo, tranne chi li indossa. Per controllare gli elementi digitali che vengono proiettati nel nostro occhio c’è un bracciale, il Meta Neural Band. Discreto, in tessuto e leggero, nasconde al suo interno la tecnologia elettromiografica (Emg) che rileva gli impulsi che inviamo al cervello e trasforma ogni movimento dell’avambraccio, della mano o delle dita in comandi. «Sembra una cosa da fantascienza, che è stata strappata dal futuro e portata nel presente. Un grosso salto tecnologico in avanti», sintetizza Chris Cox, Chief Product Officer di Meta. Nel tempo – sono dieci anni che ci lavorano – le sfide da risolvere sono state tante: «Gli specchi di vetro inseriti nella lente, che assicurano che l’utente possa vedere lo schermo senza che nessun altro possa vederlo, è stato un problema molto complesso, sia in termini di progettazione che di produzione. La batteria è un altro elemento importante: abbiamo studiato a lungo come dissipare al meglio il calore».
Quando arrivano in Italia e quanto costano
Davanti a un piccolo gruppo di giornalisti illustra non solo le innovazioni tecniche di questo prodotto, che uscirà negli Stati Uniti il 30 settembre a un prezzo di 799 dollari e arriverà in Italia e in Europa all’inizio del prossimo anno, ma anche e soprattutto quelle del software: « Dopo averlo provato a lungo, direi che la cosa più incredibile è poter vedere e rispondere rapidamente ai messaggi senza dover tirare fuori il telefono. Lo si fa sussurrando ciò che si vuole dire, ma si può anche usare la scrittura a mano, scrivendolo su un ginocchio o su un tavolo».
Le traduzioni dal mondo che ci circonda
Ma forse, se parliamo delle funzionalità più utili nel quotidiano, dobbiamo aprire l’app dedicata alla traduzione. «Ora è possibile sottotitolare il mondo che ci circonda. Potete immaginare l’utilità di questa funzione se vi trovate in un paese di cui non parlate la lingua. È come guardare un film, ma con sottotitoli in tempo reale», aggiunge Cox. Che ha bene in mente anche i possibili dubbi sulla privacy che un oggetto del genere porta con sé: «Ho la sensazione che sarà lo stesso percorso che abbiamo fatto con gli smartphone: oggi si capisce che le persone portano con sé delle fotocamere. Esistono norme sociali e aspettative su quando è appropriato e non appropriato utilizzare il telefono. Sarà lo stesso con gli occhiali». Che non solo possono immortalare il mondo, ma potranno usare anche le informazioni che raccolgono per aiutare Meta AI, l’intelligenza artificiale integrata nel dispositivo, a rispondere alle nostre domande. «Sarà un po’ come avere un blocco note che ti permette di guardare rapidamente le informazioni che stai cercando. Abbiamo visto che nel campo dell’informatica la tendenza è verso interfacce più naturali. Il telefono è solo un’evoluzione di ciò che era sul nostro desktop e di quelle che una volta erano scatole giganti nei seminterrati. Quindi è quasi come se l’evoluzione fosse più orientata verso il modo in cui interagiamo con il mondo, ovvero lo sguardo, la voce, direttamente le orecchie e i gesti. E crediamo che più il dispositivo è naturale, migliore sarà dal punto di vista ergonomico e dell’esperienza complessiva», aggiunge Cox.
A proposito dell’interfaccia, si era preso in considerazione anche l’eye tracking oltre che i gesti della mano. Ma il tracciamento dei movimenti dell’occhio non risultava, appunto, abbastanza naturale: «Ottenere la giusta tecnologia Emg è stato un lungo percorso per arrivare a una precisione soddisfacente. Il meta Neural Band è comodo da indossare, leggero. Questi sono i criteri di progettazione: poterlo indossare tutto il giorno e controllarlo con piccoli gesti delle dita, proprio come si farebbe con un mouse».
Il mercato degli occhiali smart
Nel mercato degli occhiali smart, ad oggi, l’alleanza tra Meta e EssilorLuxottica non ha rivali. Il rilancio è continuo, non solo in termini di avanzamenti tecnologici ma anche di arricchimento della linea di modelli. Oltre ai Ray-Ban Meta – solo nel 2024 ne sono stati venduti un milione di unità – ci sono due alternative che prendono in prestito l’estetica di un altro marchio storico, Oakley, e sono pensati per gli sportivi. «Lavoriamo a stretto contatto – continua Cox – È fondamentale avere un partner così talentuoso ed eccellente nella produzione degli occhiali. Sui Meta Ray-Ban Display abbiamo avuto diversi scambi di opinioni sul design. Continueremo a collaborare». Lo ha confermato anche Francesco Milleri, Ceo di EssilorLuxottica: «Quest’ultima innovazione apre nuovi orizzonti e mette in mostra il meglio delle nostre due aziende in termini di tecnologia delle lenti e competenza nel design dei dispositivi indossabili».
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19 settembre 2025 ( modifica il 19 settembre 2025 | 12:40)
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