Pur essendo uno dei free to play più interessanti dell’ultimo periodo, Delta Force non è riuscito a catalizzare l’attenzione dei giocatori per via di un semplice problema di tempistiche: sebbene il gioco sia arrivato su PC lo scorso dicembre e su mobile ad aprile, i giocatori continuavano a chiederne l’arrivo su console. Dopotutto di un prodotto del genere è proprio su console che se ne sente la mancanza, vista la quasi totale assenza di alternative, che siano esse free to play o premium. Dopo un’attesa durata quasi un anno, i giocatori hanno finalmente potuto mettere le mani sulla versione PS5 e Xbox Series X/S. Anche noi abbiamo colto l’occasione per provarla e, dopo aver trascorso un bel po’ di ore nelle modalità disponibili, abbiamo perfettamente compreso i motivi dei continui ritardi di questa versione dello sparatutto gratis.

La lunga attesa

Per comprendere bene la situazione, bisogna fare un passo indietro e tornare all’inizio del mese di dicembre 2024. Fu proprio in quel periodo che Delta Force arrivò in Early Access su Steam, mentre era nel pieno della sua popolarità dovuta anche ad una serie di test a porte aperte che avevano riscosso un successo che solo poche produzioni possono vantare.

Al netto della notorietà, però, lo sparatutto del Team Jade arrivava sugli scaffali virtuali del client Valve con alcune limitazioni non di poco conto, tra le quali la totale assenza del supporto ai controller e la mancanza di versioni diverse da quella PC. E furono proprio questi i principali problemi del free to play, perché il mercato PC ha già i suoi extraction shooter di successo (basti pensare a Escape From Tarkov o ad Arena Breakout Infinite, anch’esso gratuito) e, come vi abbiamo detto un milione di volte, sono le console ad aver bisogno di un esponente del sottogenere che possa finalmente soddisfare la voglia di sparatutto ad estrazione dei giocatori PlayStation e Xbox.

I mesi passavano e ogni singolo post del Team Jade sui social era accompagnato da una sfilza infinita di utenti che sembrava non badare troppo alle novità del gioco, limitandosi a chiedere informazioni sull’arrivo del supporto ai controller su PC e della versione console.

Qualcosa si è mosso ad aprile 2025, quando il gioco è uscito dall’Early Access con una campagna gratuita e persino la versione mobile, perfettamente funzionante con i controlli touch ma ancora una volta senza supporto ai controller. A questo punto la situazione iniziava ad essere sempre più chiara: adattare Delta Force al controller era un’impresa particolarmente complessa per il team di sviluppo. Non a caso, sia la versione PS5/Xbox Series X/S che la compatibilità col pad sono arrivate molto più tardi, ossia nella seconda metà di agosto 2025. Questo lungo preambolo, che potrebbe sembrare inutile, è in realtà fondamentale per comprendere la storia del gioco e anche alcune delle problematiche che, purtroppo, affliggono la versione console di recente uscita.

Come si gioca col pad?

Chiariamo subito una cosa, quando si tratta semplicemente di sparare come nella modalità Warfare, Delta Force non ha alcun problema e si comporta come un qualsiasi sparatutto in prima persona su console. Non è quindi una sorpresa il fatto che, almeno nelle sue funzioni primarie, il controller sia stato implementato esattamente come ci saremmo aspettati, con persino il supporto al feedback aptico e ai grilletti adattivi del DualSense, che fortunatamente possono essere disattivati (volenti o nolenti, rendono la pressione del grilletto più lenta, anche se solo di poco).

Sempre a proposito di impostazioni, quelle predefinite non sono perfette e bisogna lavorarci un pochino sopra per sistemare alcune cose, come ad esempio la corsa automatica con il movimento in avanti dello stick, che rischia di consumare stamina anche quando non necessario. La stessa possibilità di inclinarsi a destra o a sinistra non viene assegnata ad alcun tasto e bisogna impostarla manualmente: seguendo l’esempio di altri shooter, abbiamo impostato questa funzione sulla pressione degli stick mentre si sta in modalità mirino.

Passando alla modalità Operations, ossia quella in stile extraction shooter, le cose iniziano a complicarsi. Come ben saprete, in questa modalità di gioco si trascorre moltissimo tempo tra menu e schermata dell’inventario, visto che bisogna gestire il deposito, frugare nelle tasche dei nemici eliminati e preparare tutto l’occorrente prima di partire per una spedizione.

Sarà che abbiamo trascorso davvero tante ore su Delta Force nelle sue altre forme, ma gestire i vari menu col pad non è stato poi così drammatico, complice anche la presenza delle varie scorciatoie che permettono di trasferire rapidamente il loot da una parte all’altra o, ad esempio, di equipaggiare rapidamente l’arma nella cassa di un soldato sconfitto. A non funzionare in maniera impeccabile è il cursore, che purtroppo non si muove in maniera fluida come in tanti altri giochi che adottano una soluzione simile su console e, per stessa ammissione degli sviluppatori, andrà rivisto con i futuri aggiornamenti. La stessa navigazione tra i menu è poco piacevole e la colpa non è esclusivamente del già citato cursore. Oltre ad una serie di combinazioni poco immediate per muoversi tra alcune schermate, in generale i menu appaiono poco responsivi e spesso bisogna cliccare più volte per passare da una voce all’altra, con tempi troppo lunghi anche solo per raggiungere una delle ricompense dei tantissimi eventi a tempo. Non solo, perché talvolta i prompt a schermo non funzionano perfettamente: magari c’è scritto di premere X per usare un oggetto, ma in realtà la pressione del tasto non sortisce alcun effetto e bisogna comunque spostare il cursore sul pulsante per eseguire l’azione. In sostanza, questo aspetto è totalmente da rivedere e non vi nascondiamo che, dopo un paio di giorni in cui abbiamo provato a riscattare le ricompense su console, abbiamo preferito fare un veloce accesso dall telefono, dove tutto è decisamente più veloce e accessibile.

Una campagna da sistemare

Se sui menu si può sorvolare, non si può certo dire che i problemi della campagna Black Hawk Down su console siano trascurabili. Al momento, questa è la componente di Delta Force che più delude, poiché i problemi che la riguardano vanno ben oltre un semplice cursore che non si muove alla perfezione. Per chi non lo sapesse, la campagna viene gestita come un DLC ed è effettivamente un gioco a parte, che utilizza l’Unreal Engine 5 e vanta diverse caratteristiche tecniche e di gameplay che non sono presenti nelle altre modalità: non a caso, la versione mobile non permette di giocare la storia, troppo complessa per i dispositivi portatili.

Il problema è che basta avviare Black Hawk Down per comprendere subito che qualcosa non va. Innanzitutto, la versione console della campagna non supporta la co-op online e non sembra esserci alcuna intenzione di inserirla con gli aggiornamenti post-lancio. Le prestazioni sono decisamente peggiori rispetto alle restanti esperienze di gioco e c’è una gestione pessima della telecamera. Ci è capitato di avviare la campagna più volte e di ritrovarci con parametri legati alle impostazioni della visuale totalmente sballate e, anche dopo aver trascorso minuti interi a cercare di sistemarle, non c’è stato verso di riuscire ad avere un’esperienza soddisfacente.

Tale problematica, riguardante in maniera specifica la versione console, va a sommarsi con alcuni difetti che riguardano in generale Black Hawk Down come l’eccessiva pesantezza del protagonista e un livello di sfida fuori di testa, che non può essere modificato. Paradossalmente, poi, gli sviluppatori hanno implementato i grilletti adattivi nel multiplayer ma non nel single player, dove avrebbero avuto decisamente più senso. Nel complesso, quindi, la campagna è in uno stato discutibile e c’è parecchio lavoro da fare, motivo per cui fatichiamo a comprendere il motivo per cui il lancio di questo pacchetto – tutt’altro che essenziale per godersi Delta Force – non sia stato posticipato.

Grafica, cross-play e cross-save

Sul fronte tecnico, la versione PlayStation 5 Pro di Delta Force è paragonabile a quella PC giocata a dettagli medi, con un framerate che riesce senza particolari problemi a stare sui 60 fotogrammi al secondo.

Purtroppo questo è l’unico e solo modo consigliato per giocare, poiché modificando le opzioni grafiche disponibili la situazione non fa che peggiorare. Per poter sbloccare il framerate bisogna infatti disabilitare il V-Sync, con un duplice effetto negativo: in questo caso abbiamo gli FPS che oscillano continuamente e un fastidiosissimo tearing, che per chi non lo sapesse è quell’effetto che sembra spezzare lo schermo con linee orizzontali e che non rende particolarmente piacevole l’esperienza di gioco.

Troviamo inoltre una miriade di opzioni che permettono di regolare FOV, telecamera e tantissimi altri aspetti di gioco. Peccato solo che il cross-play si possa disattivare esclusivamente su PlayStation 5 e non su Xbox. Comprendiamo che la user base sulla console Microsoft non sia così numerosa, ma avremmo preferito che venisse almeno offerta la possibilità di attivare un cross-play parziale, così che giocatori PS5 e Xbox potessero giocare insieme senza imbattersi negli utenti PC, con la possibilità di beccare utenti particolarmente forti o, nel peggiore dei casi, cheater.

Ottima invece la presenza del cross-progression, grazie alla quale si può continuare ad utilizzare lo stesso account di mobile e PC, ritrovandosi così tutte le armi, gli operatori e le skin sbloccate in precedenza.