Pizzaballa: “A Gaza bombe sempre più vicine alla parrocchia della Sacra Famiglia”
“I combattimenti si stanno avvicinando anche alla nostra zona. Noi siamo proprio nel cuore della città vecchia, i bombardamenti ci sono, la distruzione pure, Internet va e viene, le comunicazioni sono molto problematiche e sono importantissime perché sono l’unico appiglio per il mondo, cibo scarseggia, insomma, la situazione resta molto difficile”. Lo dice il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme, raccontando la situazione nella parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza, collegato con il festival di Open che si è aperto oggi a Parma. Il Patriarca doveva essere presente di persona ma non ha voluto lasciare la sua comunità a Gerusalemme mentre rimane in contatto costante con quella di Gaza guidata dal parroco, padre Gabriel Romanelli. “Continuo a dire loro siete liberi di partire – fa sapere – ma ci sono malati che non possono partire, quindi si resta con loro. L’ordine di sgomberare è arrivato a tutto il quartiere. Solo una decina sono partiti, gli altri hanno deciso di restare, noi li sosterremo. Il pericolo è reale, non abbiamo nessuna garanzia, non ci è stato detto assolutamente nulla. Le bombe – prosegue – sono molto potenti, le esplosioni hanno una forza enorme. Al nord di Gaza c’è un problema senz’altro un problema di malnutrizione, al sud molto meno”, conclude il cardinale.
Tajani: “Corridoi universitari da Gaza per circa cento studenti”
“Abbiamo raggiunto un accordo con le autorità dei paesi dell’area per aprire un corridoio per i giovani universitari di Gaza che hanno vinto le borse di studio e possono venire a studiare in Italia. I primi arriveranno entro la fine di settembre. Arriveremo a un centinaio di studenti” complessivamente. Lo ha detto il vicepremier Antonio Tajani in un intervento alla terza edizione di “60 under 30” all’Università Link, iniziativa promossa dall’associazione La Giovane Roma e dal magazine Politica, con la media partnership de L’Espresso.
Mosca chiede il “cessate il fuoco a Gaza e rilascio degli ostaggi”
“La Russia chiede un cessate il fuoco immediato e incondizionato” nella Striscia di Gaza, “il rilascio degli ostaggi e dei prigionieri, un accesso umanitario senza ostacoli e la ripresa del processo di pace su una base giuridica internazionale nota e universalmente riconosciuta”: lo ha affermato il ministero degli Esteri russo in una nota ripresa dall’agenzia Ria Novosti.
Hamas: “33 palestinesi uccisi oggi a Gaza”
Almeno 33 palestinesi sono stati uccisi e 146 feriti negli attacchi israeliani a Gaza nell’ultimo giorno. Lo riferisce il ministero della Salute della Striscia gestito da Hamas, aggiungendo di aver registrato anche quattro decessi dovuti a malnutrizione nelle ultime 24 ore, tra cui un minorenne. Il numero totale dei morti per fame dall’inizio della guerra di Israele a Gaza a 440, tra cui 147 minorenni.
Idf: “Eliminato il vice capo dell’intelligence militare del battaglione al-Bureij di Hamas”
Un aereo dell’Aeronautica militare israeliana ha eliminato Sim Mahmoud Yousef Abu al-Kheir, vice capo dell’intelligence militare del battaglione al-Bureij di Hamas, durante le operazioni delle Idf nel nord della Striscia di Gaza. Secondo il portavoce dell’esercito, il terrorista era coinvolto nella promozione e nell’esecuzione di piani terroristici contro le forze dell’Idf e lo Stato di Israele.
Katz: “Uccideremo il leader Houthi e la bandiera israeliana sventolerà su Sanaa”
Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha minacciato di uccidere il leader degli Houthi, dopo gli attacchi missilistici e con droni di ieri. “Abdul-Malik al-Houthi, il tuo momento arriverà. Sarai mandato a incontrare il tuo governo in seduta plenaria e tutti i membri eliminati dell’asse del male che attendono nelle profondità dell’inferno”, ha scritto Katz su X. “La bandiera degli Houthi con su scritto lo slogan ‘Morte a Israele, maledizione sugli ebrei’ sarà sostituita dalla bandiera israeliana blu e bianca che sventolerà sulla capitale dello Yemen unito”, ha aggiunto Katz.
Il 28 agosto un attacco israeliano nello Yemen ha ucciso il primo ministro del governo Houthi e almeno altri 11 altri ministri. Ieri, un drone esplosivo degli Houthi ha colpito un hotel nella città più meridionale di Israele, Eilat. Altri due droni sono stati intercettati, insieme a un missile balistico. Dal 18 marzo, quando le Idf hanno ripreso l’offensiva contro Hamas nella Striscia di Gaza, gli Houthi nello Yemen hanno lanciato 87 missili balistici e almeno 40 droni contro Israele.
Idf: “A Gaza City useremo una forza senza precedenti”
Le Idf agiranno a Gaza City con “una forza senza precedenti” ed esortano i residenti a fuggire verso sud, annunciando la chiusura di una via di evacuazione temporanea aperta 48 ore prima. In un post su X rivolto ai residenti della città di Gaza, il portavoce dell’esercito in lingua araba, Avichay Adraee, ha dichiarato: “Da questo momento, Salah al-Din Road è chiusa al traffico in direzione sud. Le forze di difesa israeliane continueranno ad agire con una forza senza precedenti contro Hamas e altre organizzazioni terroristiche”. Il portavoce ha aggiunto che l’unica via possibile verso sud è quella di Al-Rashid Street e ha esortato i residenti a “cogliere questa opportunità e unirsi alle centinaia di migliaia di residenti della città che si sono spostati a sud verso l’area umanitaria”.
Idf: “Circa 480.000 palestinesi sono fuggiti da Gaza City”
Secondo le ultime stime dell’Idf, circa 480.000 palestinesi sono finora fuggiti da Gaza City, dirigendosi verso il sud della Striscia. Si stima che circa un milione di palestinesi risiedessero a Gaza City prima che l’Idf lanciasse una grande offensiva contro Hamas nella zona.
Il Qatar dopo l’attacco di Israele: “Netanyahu è una minaccia per la regione”
“Un attacco alla diplomazia stessa. E le spiegazioni di Netanyahu sono un insulto all’intelligenza”. Con queste parole – in un editoriale sul Washington Post – il ministro di Stato del Qatar presso il ministero degli Esteri, Mohammed bin Abdulaziz Al-Khulaifi, ha commentato l’attacco di Israele ai leader di Hamas a Doha, dichiarando il primo ministro Benjamin Netanyahu “una grave minaccia alla pace e alla sicurezza in Medio Oriente e all’ordine giuridico internazionale”. “Mai prima d’ora, nei tempi moderni, una parte negoziale ha attaccato un paese mediatore”, ha aggiunto il ministro. L’attacco ha quindi “violato i principi più basilari di sovranità e non intervento sanciti dal diritto internazionale” ed è stato “un attacco alla pratica stessa della mediazione”.
Respingendo le motivazioni addotte da Netanyahu per l’attacco, il ministro scrive: “Le giustificazioni fornite dal suo governo – paragonando l’attacco al Qatar alla caccia americana a Osama bin Laden, alle operazioni francesi in Africa e al ruolo della Gran Bretagna nella lotta contro lo Stato Islamico – sono distorsioni e deviazioni. Per fare solo un esempio, gli Stati Uniti non hanno mai preso di mira l’ufficio talebano a Doha mentre negoziava un accordo con il Qatar come mediatore”.
Al-Khulaifi elogia il ruolo svolto dal Qatar con Hamas nel corso degli anni per prevenire conflitti e raggiungere accordi sugli ostaggi durante l’attuale guerra, aggiungendo: “Per Netanyahu, criticare ora il Qatar per aver ospitato funzionari di Hamas significa insultare l’intelligenza della comunità internazionale, dei media e persino dell’opinione pubblica israeliana. Se i mediatori possono essere bombardati impunemente, chi ospiterà i colloqui di pace? Senza canali diplomatici sicuri, la guerra diventa l’unica opzione, la civiltà recede e lo stato di diritto viene sostituito dalla forza bruta”.