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L’invenzione coreana ottiene acqua dolce dal mare senza l’utilizzo di energia elettrica
Eccola che ritorna, la Perovskite, il minerale scoperto in Russia nell’800 che promette di rivoluzionale il mondo della sostenibilità energetica. L’abbiamo trattato in alcune occasioni, parlando del fotovoltaico o del piezoelettrico ma questa volta riguarda qualcosa di ancora più importante, l’acqua che beviamo. La crisi idrica è uno dei problemi più gravi che dovremo affrontare nel prossimo futuro. Due miliardi di persone non hanno accesso ad acqua potabile sicura e la desalinizzazione tradizionale richiede enormi quantità di energia elettrica.
Secondo i ricercatori dell’Università UNIST nella Corea del Sud, con l’utilizzo di questo minerale sarà possibile dare una risposta concreta e sostenibile alla crisi idrica mondiale. Il dispositivo utilizza un materiale speciale a base di perovskite ossida (La0.7Sr0.3MnO3) che assorbe la luce del sole e la converte direttamente in calore in modo estremamente efficiente. Questo calore viene concentrato sull’acqua marina, che evapora molto rapidamente: il vapore prodotto è privo di sale e può essere facilmente condensato in acqua dolce. Il problema tipico della desalinizzazione solare è che il sale tende a depositarsi sulla superficie del materiale, riducendone la resa. Per evitarlo, gli scienziati hanno progettato il dispositivo con una struttura a forma di “V” rovesciata, che crea un flusso unidirezionale dell’acqua e un gradiente salino: in questo modo il sale viene spinto naturalmente verso i bordi e allontanato dall’area di evaporazione.
L’efficienza della conversione in calore è del 94% contro il 30/40% dei sistemi tradizionali, il primo prototipo messo a punto dai ricercatori produce fino a 3,4 litri di acqua dolce all’ora e, cosa fondamentale senza consumi elettrici. La tecnologia coreana offre dunque un salto di qualità con dispositivi economici, modulari, galleggianti e a bassa manutenzione, capaci di produrre acqua dolce direttamente dal mare, suggerendo un futuro in cui migliaia di unità distribuite lungo le coste potrebbero trasformare il sole che sorge ogni giorno nella risposta concreta alla crisi idrica globale.