Il nuovo titolo di EA Sports: due stili di gioco contrapposti per soddisfare tutte le esigenze, ma rimane in disparte la Serie A. Eppure qualche richiesta dei fan è stata soddisfatta…

Paolo Sirio

19 settembre – 19:34 – MILANO

Reinventare la ruota non è mai stata una prerogativa dei videogiochi sportivi, produzioni annuali lanciate dopo pochi mesi reali di sviluppo. Sono titoli che vivono di rinnovi generazionali e sfumature sempre più sottili, aggiunte col contagocce per restituire l’impressione che, sì, quest’anno c’è quella cosa nuova che proprio non puoi perderti. EA Sports FC 26 non costituisce un’eccezione alla regola, e lavora di creatività per rispondere ad alcune delle più durature e finora inascoltate richieste dei giocatori.

gameplay competitivo—  

La più grande innovazione di EA Sports FC 26 è la possibilità di scegliere tra due stili di gioco opposti: Competitivo e Realistico. La modalità Competitiva è pensata per chi gioca ad Ultimate Team o Pro Club. Qui il ritmo è veloce, battendo forse persino le passate edizioni, e premia chi riesce a reggerlo per più tempo. L’impressione è sempre che, se non segni in contropiede, non segni: è un continuo ping pong dai risultati imponderabili, in cui vince il giocatore che riesce ad infilare due azioni d’attacco consecutive. Quest’anno sembra acuita ulteriormente la sensazione di scivolare sull’erba, anziché correre alla ricerca dell’attrito perduto. Specialmente nei primi incontri si avverte una reale necessità di allenarsi per stare dietro al passo degli altri, qualcosa che non tutti hanno evidentemente il tempo di fare.

qualche complessità in più—  

FC 26 sembra proporre qualche nuova sfumatura di complessità nel controllo, però: quando provi a fermarti mentre sei in corsa, capita spesso di fare quel tocco in più con la palla che sfila via e finisce nella disponibilità dell’avversario. Pur in una modalità meno realistica è un controllo “umano” e, soprattutto, disincentiva le giravolte, piaga storica della serie in cui è sempre parsa prevalere su qualunque altra mossa. E, a proposito di umanità, la CPU sembra maggiormente incline a sbagliare sotto porta, laddove in precedenza era una sentenza. A meta attuale (ma ci aspettiamo cambiamenti già a ridosso del lancio), non importa quanti argini si impongano, quanti mediani fisici si schierino e quante difese a tre si provino. Prima o poi ci si ritrova sempre nel bel mezzo di una valanga infermabile che ti arriva addosso e non puoi farci niente: prenderai gol. Per cui, ad oggi, su FUT sembra premiato ancora più del solito il gioco offensivo. Strutturalmente parlando, FUT è grossomodo lo stesso, con la sola introduzione rilevante dei tornei, che paiono un po’ un ritorno alle origini della modalità. Di certo, un altro passo verso la componente “servizio live” che punta a farci giocare tutto l’anno. Dal primo assaggio che ne abbiamo avuto, si tratta comunque di un contenuto di alto profilo, ed è quindi il caso di giungervi con una rosa pronta e un buon minutaggio nelle gambe.

gameplay realistico—  

In contrapposizione, la modalità Realistica è alla base della Modalità Carriera. La differenza è palpabile, e non c’è necessariamente un meglio o un peggio. Per una partita con un amico useremmo lo stile Competitivo, più fresco e divertente, ma per avviare una carriera da soli, Realistica è una scelta sensata (e affine al target, del resto, cui punta la modalità). Rompere la scatola difensiva degli avversari e trovare la chiave giusta per riuscire a penetrarne le difese è sempre una delizia. È un tipo di esperienza che chiaramente ricorda eFootball o il fu PES, ma in questo caso non parliamo solo di un rallentamento dell’azione, che può essere un po’ frustrante e lo era nel titolo Konami. Qui è tutto il pacchetto delle animazioni dei giocatori e della palla a sostenere il nuovo ritmo, che è coerente con i movimenti in campo e non sembra lottare con una gravità artificiosa. Con il nuovo modo di giocare ogni gol conta, e anche un sudatissimo 1 a 0 dà soddisfazione. E soprattutto: non è più soltanto una questione di velocità, non è più Gervinho contro tutti. Le squadre paiono potersi schierare e rischierare meglio in campo, e di poter così neutralizzare minacce dando valore a molteplici attributi (fisico, geometrie…). Il contro è che a volte si ha la sensazione di arrampicarsi lungo il campo: quando c’è una sequela di passaggi e controlli spalle alla porta il flusso dell’azione può diventare monotono.

una carriera sfidante—  

La principale novità è che la modalità Carriera ha ora una sottodivisione a sfide, scenari che presentano obiettivi a breve, medio e lungo termine. Un concept che ci piace perché dà un senso di scopo ad una modalità che, col tempo, era diventata un semplice “gioco finché mi annoio”. Apprezzabili pure le ricompense: kit storici per il proprio club, oltre ai punti del pass unificato per tutte le modalità. A livello d’interfaccia, lo snellimento è evidente, con un conseguente miglioramento dei tempi di navigazione. Tuttavia, qualche stranezza rimane. Nel mercato, ad esempio, entrando nella scheda di un giocatore non possiamo fare offerte direttamente: dobbiamo seguirlo. E, quando seguiamo un giocatore, questi non entra in una shortlist, ma deve essere aggiunto alla lista preferiti, pena perderselo per sempre. Come se non bastasse, non veniamo nemmeno avvisati in tempo reale quando l’osservazione dà i suoi frutti, mostrandoci gli attributi della nostra stella. Anche le trattative possono essere confusionarie: lo standard inglese impone stipendi settimanali, non annuali, e fu così che per Lookman bruciammo l’intero budget della Juventus…

ea sports fc 26, il verdetto—  

Quale che sia la modalità scelta, si avverte abbastanza in fretta come il gioco ci penalizzi fortemente non appena rilevi una squadra più forte dell’altra: ci siamo sentiti quasi impotenti quando ci è capitato di arrancare per uscire dalla nostra metà campo, con l’avversario pronto a spegnere ogni nostro tentativo sul nascere. Una nuova era per l’iconico momentum? Bizzarrie del meta? Ai posteri… Ma è giusto chiudere con una piccola nota positiva per gli appassionati italiani. Un nuovo impianto della Serie A è stato introdotto, un po’ a sorpresa, nella lista di FC 26: lo Stadio Diego Armando Maradona, colorato non solo di architetture e grafiche ad hoc, ma persino dello storico inno del Napoli. Se sui volti qualcosa gradualmente si muove, il trattamento della nostra massima divisione rimane però misero al confronto dei campionati esteri: appena tre stadi con l’Allianz Stadium di Torino e il Bluenergy Stadium di Udine.