Melissa Satta si confida senza filtri. Dalla storia d’amore con Carlo Gussalli Beretta – finita sotto i riflettori fin dal primo istante, complice anche la differenza d’età di quasi dieci anni – ai ricordi più nascosti della sua adolescenza. Un racconto sincero tra passato e presente, che mostra la parte più autentica della showgirl e conduttrice. 



L’adolescenza “fuori dagli schemi” 

Ospite del podcast One More Time di Luca Casadei, si è lasciata andare a una confessione. Alla domanda «sei contenta di essere nata donna?», la showgirl risponde: «All’inizio no, sarei stata un maschio». Una rivelazione che rompe ogni cliché e che svela un lato inedito della sua adolescenza: «Penso di essere stata convinta di essere un maschio fino ai miei 15 anni», racconta. 


«Mi piaceva fare le cose da maschio, vestirmi da maschio. A un certo punto mi sono tagliata i capelli corti. Volevo stare con la tuta, le ginocchia rotte, a giocare a calcio. Volevo chiamarmi Alex», dice. «Non mi interessavano i fidanzati. Ero magra, uno stecco. Mi chiamavano Olivia perché ero senza forme. Però a me andava bene così. Avevo tanti amici maschi, ma non mi si filava nessuno», ammette. 





Il primo incontro con Carlo 

Racconta poi come è nato l’amore con Gussalli Beretta, che dura da circa un anno e mezzo: «Conoscevo già sua mamma, perché avevo fatto cose benefiche e sua mamma è molto impegnata in quel campo.

E avevo visto anche lui in qualche occasione, ma ‘ciao ciao’, niente di più», confida. 

La svolta arriva mesi dopo, quando entrambi si ritrovano single: lei aveva appena chiuso la storia relazione con Matteo Berrettini, mentre lui era reduce dalla storia con Giulia De Lellis. «Un po’ di mesi dopo mi ha scritto un messaggio. Da lì abbiamo iniziato a scriverci. Io ero molto scettica all’inizio, un po’ prevenuta», ammette. Per la showgirl la differenza d’età — lei 39 anni e lui 28 — non rappresenta un ostacolo: «All’inizio ero partita prevenuta, ma alla fine è solo uno stupido numero, non conta niente. Non bisogna essere così superficiali, non bisogna giudicare dall’apparenza, da un numero o da un nome», conclude. .




Ultimo aggiornamento: venerdì 19 settembre 2025, 22:08





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