C’è molto scetticismo sul reale potenziale offensivo della Russia, a sentire le voci di dentro della nostra intelligence. Nel giorno in cui si delineano meglio gli effetti della sortita dei droni russi sulla Polonia, se ne discute a margine della presentazione della nuova rivista dei servizi segreti, Gnosis, sbarcata sul web e a disposizione di tutti i cittadini.
BUSINESS MILITARE
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La potenza e l’aggressività russa non sono affatto sottovalutate, ma altro è considerare dietro l’angolo una guerra mondiale come suggeriscono i preoccupatissimi Paesi dell’Europa orientale. E c’è chi tra gli 007 si spinge a dire di «non capire» su quali basi la Germania ritenga che nel giro di 3 anni la Russia potrebbe sentirsi pronta a invadere un Paese della Nato, sfidando la risposta dell’Alleanza atlantica.
La forza militare russa, si dice, è sotto gli occhi di tutti. E non suona affatto lusinghiero come giudizio. L’Ucraina infatti, pur grazie ai poderosi aiuti militari ed economici americani e europei, di fatto ha fermato i russi e ormai è guerra di logoramento.
Non c’è bisogno di altre parole, insomma, per suggerire che la Nato ha ben altre capacità militari rispetto a quelle ucraine, e che Mosca si guarderebbe bene dallo scatenare un conflitto diretto. Il ragionamento prosegue così: «I russi potrebbero al più tentare qualche colpo di mano come hanno fatto in Crimea nel 2014». Che, però, è prospettiva totalmente diversa da una invasione in grande scala ovvero da una vera guerra convenzionale. E anche la sortita dei droni sulla Polonia andrebbe vista più come provocazione o come test sulla capacità di reazione della Nato, che come prove di guerra.
L’analisi
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La fonte arriva a pensare che il «colpo di mano» al limite potrà colpire la Moldova, una terra di confine dove i russi si ritengono i padroni e dove, invece, le istituzioni locali guardano ad Ovest, ma non di più. Il sottinteso è che a Mosca sanno che sui Baltici ormai è stato esteso l’ombrello dell’Alleanza atlantica e non si scherza più. Colpire uno di quei Paesi, e il discorso vale anche per gli scandinavi e tanto più per i polacchi, sarebbe «guerra vera».
E qui torna il ragionamento sulla reale consistenza militare della Russia che nemmeno Vladimir Putin può ignorare: anche se sta arruolando un esercito sterminato, addirittura si parla di un milione di soldati, le guerre moderne si fanno con la potenza di fuoco, ma soprattutto con le tecnologie, con gli arsenali pieni e con l’economia che gira. Tutte cose che a Mosca mancano.
Vista con gli occhi dell’intelligence di Roma, insomma, e al netto dell’invasione dell’Ucraina che va avanti da tre anni e non è mai finita, la situazione sul fronte Est sembra molto meno preoccupante di quanto ritengano altri Paesi alleati, segnatamente la Germania. E questa valutazione riecheggia quanto si ascolta anche in ambienti militari: fuor di dubbio che sia indispensabile rinforzare la nostra Difesa, così gravemente sguarnita in artiglieria e corazzati, e soprattutto in armamenti per proteggersi dal cielo, che siano droni, aerei o missili.
Questa valutazione sui nostri deficit, però, non si deve sovrapporre alla realistica stima del potenziale offensivo russo. E perciò non a caso negli ambienti militari italiani da anni in sede Nato si ascoltano con un certo distacco gli allarmi dei polacchi o dei baltici, che sembrano mossi più dall’atavico timore e odio verso i russi che da una realistica analisi della minaccia.
il retroscena
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Né deve meravigliare troppo questa disincantata lettura da parte dell’intelligence quanto al fronte Est. Appena qualche mese fa, nella Relazione sulla sicurezza al Parlamento, il Dipartimento informazione e sicurezza parlava della Russia e della Cina innanzitutto come attori «capaci di porre in essere campagne coordinate, multi-vettoriali e sinergiche in grado di sfruttare alcune caratteristiche strutturali e attaccare le debolezze sistemiche dei Paesi occidentali».
Mosca, in particolare, rivelava una potenza di fuoco nella minaccia ibrida, avvalendosi di intelligence, stampa, mezzi economici, cibernetici e diplomatici, e disinformazione organizzata.
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