Modigliana (Forlì), 20 settembre 2025 – A Londra, ovviamente, piove. Primavera 2014. In un sontuoso palazzo tra il georgiano e il neoclassico va in scena un’asta di quadri. Dipinti celeberrimi. Quotazioni anche milionarie. Poi arriva sull’altare del battitore l’opera d’un artista italiano che in quei mesi fa impazzire i collezionisti della City. Paolo Scheggi. È stato uno dei protagonisti della neo-avanguardia italiana degli anni Sessanta. Fiorentino di nascita, milanese d’adozione. Muore a 31 anni nel 1971. Quell’opera – ‘Intersuperficie curva blu’ – a Londra viene battuta per 320mila euro. A comprarla è un anonimo fiorentino.
Maggio 2024, Modigliana. Il 30 aprile i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Bologna hanno effettuato un sopralluogo nelle strutture museali del paese. Tra cui la Pinacoteca civica, a Palazzo Pretorio (circa 200 opere, una decina quelle di Silvestro Lega, a cui il museo è dedicato). All’inizio di maggio, il sindaco Jader Dardi è in campagna elettorale (verrà rieletto il 10 giugno col 69,80%); ma quel giorno è attorniato da alcuni collaboratori. E parlano del sopralluogo dei carabinieri. Poi una voce sussurra: “In effetti in passato si sono verificati diversi ammanchi…”. “Ammanchi?”. Dardi si scuote. La discussione s’accende. Qualcuno fa il nome di Paolo Scheggi. “Sì, un’opera di Scheggi farebbe parte del nostro patrimonio…”. Farebbe? Non ne fa più parte? Che opera è? ’Intersuperficie curva blu’. Qualcun altro va su internet, l’abracadabra dei nostri tempi. Ed eccolo. Paolo Scheggi. Londra, 2014. Asta pubblica. Dardi chiama i carabinieri. E parte la denuncia. Che poi è un gigantesco cavatappi. Nel corso delle settimane emerge uno scenario tenebroso, labirintico: dal patrimonio artistico di Modigliana, tra cui spicca la pinacoteca dedicata al concittadino più illustre, Silvestro Lega, tra i padri fondatori del movimento dei Macchiaioli, sarebbero spariti diversi dipinti. Quanti? Non si sa.
Dopo la denuncia ai carabinieri tutori dell’arte, viene effettuato una sorta di inventario. Ma è quasi un’invenzione: il numero dei dipinti spariti è forse di “qualche decina”. Forse più. I militari dell’Arma, coordinati dalla procura di Bologna, “stanno indagando”. E intanto hanno posto sotto sequestro parte della biblioteca comunale. Ma torniamo al 2024. Quindici giorni dopo la denuncia, i detective dell’Arma sequestrano il quadro di Scheggi e lo riportano a Modigliana. Dardi e i suoi collaboratori lo affidano a una struttura dedicata di Bologna. Ora sta in un caveau. Ma l’acquirente del quadro, una società di Firenze, fa ricorso: “L’ho comprato regolarmente”. Il 17 settembre scorso, in tribunale a Firenze, s’è tenuta la prima udienza. Questione rinviata al giudice civile. La battaglia legale sarà lunga e ruvida.
Torniamo a Modigliana. Adriano Cheli, oppositore di Dardi alle elezioni e ora in Consiglio, fa un’interpellanza: “Quante opere sarebbero ammancate?”. Nessuno lo sa. Son tutti dipinti, come la stessa ’Intersuperficie’, che il Comune aveva incamerato all’epoca del premio Silvestro Lega, tra la fine dei Cinquanta e la fine dei Sessanta. Tra i partecipanti, anche Scheggi, che donò l’opera al Comune. Così fecero tutti i partecipanti del premio. Molti divennero famosi. E costosi: parliamo di centinaia di migliaia di euro di valore. Ora parecchi di quei dipinti risultano svaniti nel nulla. Dove? Chi li ha fatti sparire?