È forse una piccola goccia in un mare di bisogni, ma ha dimostrato di saper fare rete, mettendo in relazione istituzioni, Terzo Settore, imprese e mondo della ricerca per fornire supporto ai caregiver familiari. Il progetto FARExCARE, che ha visto come capofila Ascolom Aps (Associazione di promozione sociale e familiare) ed è nato dalla legge regionale sui caregiver familiari del 2022, si è rivelato un successo soprattutto per il metodo utilizzato e per la capacità di creare sinergie tra diversi soggetti. I risultati raggiunti attraverso l’iniziativa sono stati presentati venerdì in occasione di un evento a Palazzo Lombardia dal titolo “Al centro della cura”.
Nello specifico sono stati attivati sei corsi di empowerment per caregiver familiari, uno dei quali specifico per coloro che si prendono cura di persone affette da demenza, erogando un totale di 162 ore di formazione. Complessivamente sono stati 124 gli attestati di frequenza consegnati al termine del percorso e, più in generale, sono stati avviati percorsi di sostegno familiare nati con l’obiettivo di offrire un supporto multidimensionale ai caregiver stessi, permettendo loro di conciliare l’attività di cura con la sfera familiare e gli impegni professionali, per un totale di trenta partecipanti. Con lo scopo di fare rete e aiutare chi aiuta, il progetto FARExCARE ha infine formato quasi 40 volontari con una solida competenza nel sostegno ai caregiver familiari.
Il punto chiave dell’iniziativa, ha commentato Giorgio Tarassi, presidente di Ascolom Aps, è affrontare e risolvere «l’ isolamento del caregiver familiare e la scarsa conoscenza di cosa fare e come farsi aiutare con un problema complesso». Mariano Piazzalunga, assessore al welfare di Muggiò, (uno dei territori coinvolti) ha affermato che «l’incontro con Ascolom ha generato interessanti fattori di rete ancora oggi in essere ed in crescita nell’accompagnamento dell’azione dei Caregiver volontari di cittadinanza attiva della nostra città e ha favorito l’incontro con le case di comunità, costituite dal sistema sanitario per il presidio territoriale». La direttrice socio sanitaria dell’Asst Melegnano e della Martesana, Paola Pirola, ha raccontato che, grazie al progetto, «si è riusciti a lavorare con i caregiver familiari sul progetto demenza». È intervenuto anche Alberto Ricci, che si è concentrato sul ruolo dei servizi integrati e sui cambiamenti necessari nei modelli di servizio a beneficio del paziente (e indirettamente del caregiver): «Il gap tra bisogni e risorse destinate al Servizio sanitario nazionale è ampio e arduo da colmare, per cui la collaborazione pubblico-privato risulta sempre più necessaria».