Un dirigente della OMV, l’azienda energetica statale austriaca, è stato licenziato con l’accusa di essere una spia russa. Il caso è stato rivelato da un’inchiesta della rivista Profil e, come conseguenza, il ministero degli Esteri austriaco ha convocato l’incaricato d’affari dell’ambasciata russa a Vienna per chiedergli di revocare l’immunità diplomatica di un funzionario dell’ambasciata, ritenuto un agente dell’FSB (i servizi segreti russi), con cui il dirigente si sarebbe incontrato più volte. Se questo non avverrà, il funzionario sarà espulso. I media austriaci hanno scritto che è stata perquisita la casa del dirigente e che ci sono stati trovati documenti riservati.
La presunta spia, per via dei suoi incontri col diplomatico russo, era da tempo sotto sorveglianza dei servizi segreti austriaci. Non è stata identificata, ma secondo l’inchiesta è originaria di un paese dell’est Europa e aveva lavorato anche negli Emirati Arabi Uniti per l’azienda petrolifera statale locale ADNOC, che detiene un quarto delle quote della OMV. In questi anni si era parlato dell’azienda statale austriaca perché, anche dopo l’invasione russa dell’Ucraina del febbraio del 2022, aveva continuato a onorare un contratto di fornitura di gas con l’azienda russa Gazprom. Le importazioni dalla Russia, arrivate nel 2023 al 97 per cento del totale, si erano infine interrotte nel novembre del 2024.
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