Siamo nel presente, nella terra di nessuno dei rapporti fra i sessi da quando l’uomo non è più l’elemento forte della coppia. Dave Franco interpreta un uomo che si ritrae, insicuro, che non riesce a gettarsi nel salto nell’ignoto che rappresenta un amore. Amare significa accettare di perdere una parte di sé per diventare qualcosa d’altro. Ci vuole molto coraggio ad accettare di perdersi, di trasformarsi, di rinunciare a una parte di sé. Il film illustra questo concetto in modo più che evidente. La parte horror non è che la traduzione in immagini di ciò che i personaggi vivono. 
    
Abbiamo già parlato di quella proposta di matrimonio imbarazzante, raggelante: ma è la chiave per comprendere come Shanks, sia pure all’esordio, mostri una grande padronanza dei toni emotivi del film. Una proposta che sembra spontanea, leggera, non impegnativa, che diventa per il trascolorare dei secondi un qualche cosa di pesante, di funereo quasi. Allo stesso modo, più tardi, quando la coppia si è stabilita in campagna, l’arrivo del vicino di casa, nuovo collega di lei, dà l’occasione per una cena a tre che è un ulteriore elemento destabilizzante, un campanello d’allarme sordo, che si fa sentire sempre di più. Lei parla della loro relazione al nuovo “amico”, e si percepisce che c’è qualcosa di imbarazzante, una crisi matrimoniale in atto, e che questo terzo individuo non può che portare squilibrio. 

È molto bello, questo “amore difficile” non al tempo di Italo Calvino – che con questo titolo aveva scritto una magnifica raccolta di racconti – ma al tempo presente, quando il ruolo del maschio è stato ridefinito, ridimensionato, ridisegnato ma forse ancora non ha trovato un suo centro, un suo equilibrio. È bella anche la gentilezza che i due partner hanno verso l’altro: piccole attenzioni, un modo nuovo di intendere i rapporti fra i sessi. Però rimane quella scogliera, quella paura, quell’orrore: l’orrore di perdere sé stessi fondendosi con l’altro. In un mondo in cui conta soprattutto l’individuo, perdersi nell’altro è il vero horror

Alison Brie e Dave Franco danno, a tutto questo, la verità del loro rapporto di coppia anche fuori dal set. E si vede che l’intimità fra loro è autentica, che la chimica è reale. Il film sta così, teso, fra un aspetto quasi documentario e l’antirealismo dell’horror. 

SCOPRI IL FILM