Osservando le decine di rondini strette fra loro, dondolanti e incerte, appena sfiorate da una brezza mattutina, raccolte sui fili del telegrafo che costeggiano prati e periferie cittadine, non si può fare altro che pensare alla loro imminente partenza. L’autunno è tempo di migrazioni per molte specie in particolare per molte specie di uccelli. La migrazione è da sempre un fenomeno che affascina. Solo recentemente grazie a sofisticate tecnologie si è potuto studiare nella sua complessità, svelandoci incredibili storie di specie capaci di reggere migliaia di chilometri e diversi giorni di volo senza mai toccare terra e senza mai nutrirsi. I viaggi compiuti dagli uccelli furono oggetto di grande attenzione. Fin dai tempi più remoti, dei loro spostamenti si occuparono poeti, naturalisti e scrittori come Aristotele e Omero.
Tra settembre e novembre
Oggi ad occuparsi della migrazione sono soprattutto scienziati, medici, biologi, ornitologi e naturalisti di tutto il mondo, questo a dimostrazione del grande interesse che il fenomeno migratorio va ben al di là della sola osservazione interspecifica o romantica, ma riguarda la complessità della vita animale, i cambiamenti in corso e l’importanza della biodiversità del nostro pianeta. La migrazione degli uccelli europei, provenienti dalle medie e alte latitudini paleartiche, che svernano nei luoghi caldi a sud del Mediterraneo, avviene principalmente nel corso di due mesi da settembre a inizio novembre. Contemporaneamente alla partenza delle rondini, salvo qualche sovrapposizione, assistiamo all’arrivo di specie che attraversano il nostro territorio per sostare solo pochi giorni nelle nostre piatte campagne ancora riscaldate da un caldo sole autunnale, utile a mantenere il clima favorevole affinché gli uccelli trovino sufficiente cibo prima di una ripartenza che li porterà a migliaia di chilometri di distanza da noi, superando l’equatore.
La balia nera
Si tratta di alcuni silvidi come le balie, il beccafico e la bigiarella. La balia nera (Ficedula hypoleuca): come, o forse più delle rondini, questo passeriforme ci segnala che è attiva la migrazione post nidificazione. Le balie sono i primi soggetti che sul finire di agosto, anticipando tutte le altre specie, si fanno ammirare per diversi giorni e nello stesso luogo: dentro ambienti boscati, composti da fitti arbusteti ombrosi in prossimità di luoghi aperti della campagna cremasca, cacciando in volo un’infinità di insetti, partendo da posatoi naturali nel fitto di intricati arbusti. Le balie hanno colorazioni del piumaggio molto differenti, fra l’estate appena trascorso e l’autunno, virando dal bianco e nero estivo al bruno nocciola in autunno.
Beccafico e bigiarella
Il beccafico (Sylvia borin) giunge da noi quasi contemporaneamente alle balie e alla bigiarella, in autunno. Specie insettivora e frugifera, si ciba di bacche, more e lamponi e come il nome stesso indica si alimenta in estate di frutti maturi come i fichi. Specie molto elusiva e mimetica la cui colorazione verde oliva rende difficile scorgerlo tra le fronde degli alberi o all’interno dei cespugli di fitolacca, o uva turca, di cui è grande estimatore dei suoi violacei frutti. La sua permanenza nello stesso luogo, prima di ripartire, non supera mai i due tre giorni. La bigiarella (Sylvia curruca) è un piccolo silvide dal peso di circa 15 grammi. Dai colori bianco del sottogola al bruno violaceo delle parti superiori del corpo. Si caratterizza per la frenesia con cui si muove nel fitto della vegetazione, confondendosi col colore dei tronchi che perlustra in lungo e in largo in cerca di piccole larve, ragnetti e formiche; ma per affrontare la lunga ed estenuante migrazione si ciba anche di piccoli frutti. Brevissima la sua permanenza nello stesso luogo: non più di un giorno o due. Ora tutte queste specie sono attese dal lungo volo per completare la migrazione. Serviranno ancora alcuni giorni, fra soste e spostamenti, prima di raggiungere i luoghi di svernamento. Sarà così per altri anni a venire, seguendo la stessa rotta che a primavera li riporterà al nord. Buona fortuna.