L’Unione contraria alla reintroduzione della festività nazionale del 4 ottobre

l presidente Philipp Moser: “Inutile innalzamento dei costi e riduzione della creazione di valore aggiunto!”

L’Unione commercio turismo servizi Alto Adige esprime la sua chiara contrarietà alla prevista reintroduzione della festività nazionale del 4 ottobre in onore di S. Francesco d’Assisi. La festività, abolita nel 1977, dovrebbe infatti essere reintrodotta sulla base di una proposta di legge che ne prevede il reinserimento nel novero delle attuali festività nazionali.

“Come tutte le festività nazionali, anche questa comporta un aumento dei costi per le imprese, con una corrispondente riduzione della produttività. E della creazione di valore aggiunto e del PIL!”, sottolinea il presidente dell’Unione Philipp Moser in un primo commento alla notizia.

Il presidente precisa, inoltre, che, in seguito all’abolizione, la maggior parte dei contratti collettivi ha introdotto 32 ore di permessi per i dipendenti, compensazione proprio della cancellazione della festività. “Se la ricorrenza venisse reintrodotta, bisognerebbe tenerne conto e revocarle!”

Per i servizi pubblici, come forze dell’ordine, vigili del fuoco e personale sanitario, sarà lo Stato a coprire i costi aggiuntivi. Dal 2027, questi costi aggiuntivi sono stimati in circa 10,6 milioni di euro: 8,7 milioni di euro per il Servizio Sanitario Nazionale e 1,8 milioni di euro per gli straordinari di polizia, forze armate e vigili del fuoco.

L’Unione è chiara: la reintroduzione della festività aumenterebbe inutilmente la spesa pubblica e i costi per le imprese, compromettendo la produttività in settori chiave. “Soprattutto in tempi in cui sono necessarie efficienza e stabilità economica, questo è l’approccio sbagliato”, conclude il presidente dell’Unione Philipp Moser.