Quella che state per leggere è una prova speciale. Non solo perché ha per protagonista una vera icona degli anni ’90, la BMW Z3 Roadster, ma anche perché arriva direttamente dalla redazione tedesca di Motor1.com. È una collega a raccontarci in prima persona com’è andato il suo viaggio da Monaco a Bregenz, in piena estate… sotto una pioggia battente.

Noi abbiamo scelto di lasciare il racconto nella sua forma originale, rispettandone il tono personale e il gusto molto diretto con cui è stato scritto. Buona lettura!

Le auto d’epoca: una storia complicata

Ogni volta che c’è da provare una classica chiusa, magari senza aria condizionata, il meteo si diverte: cielo sereno, sole a picco e temperature tropicali. Se invece tocca a una cabrio o una roadster, potete star certi che il cielo si apre… ma in senso letterale: pioggia torrenziale, vento freddo e clima da novembre.

Così, quando mi hanno detto: “Andiamo da Monaco a Bregenz con una BMW Z3”, ho subito capito l’antifona. Risultato: pioggia ininterrotta e 12 gradi. Ma non mi sono lasciata scoraggiare. Anzi: ho iniziato la giornata con una lunga sessione di osservazione (quasi adorazione) della protagonista, al riparo di un capannone BMW a Garching.

BMW Z3 (1995-2002)

La BMW Z3 Roadster 2.8 (1999) in verde Palmetto metallizzato

Foto di: BMW

Ed eccola: una BMW Z3 Roadster 2.8 del 1999, in un vivacissimo verde Palmetto metallizzato. Un colore che sa di anni ’90 più di qualsiasi altro. La ricordate? Quando fu presentata nel 1995, era l’auto di James Bond in GoldenEye: fiancate scolpite con feritoie, cofano lunghissimo, coda compatta, silhouette filante.

Dalla Carolina con amore

La Z3 è stata una pietra miliare per BMW: la prima auto prodotta interamente negli Stati Uniti, a Spartanburg, in South Carolina. Le prime versioni montavano quattro cilindri da 1.8 e 1.9 litri, con potenze comprese tra 115 e 140 CV. Solo più tardi arrivarono i più desiderati sei cilindri in linea, come il 2.8 da 192 CV dell’esemplare in prova.

Questo motore, siglato M52 B28, è stato utilizzato solo tra il 1997 e il 1998, prima di essere sostituito dal più moderno M52TU. Nonostante l’immatricolazione risalga al 1999, alcuni dettagli estetici, come i fari senza anelli cromati e le luci posteriori, indicano che si tratta di un modello pre-restyling.

BMW Z3 (1995-2002)

BMW Z3 Roadster 2.8 (1999)

Foto di: BMW

Interni: un tuffo negli anni ’90

Appena salita a bordo, ho avuto una sensazione familiare: la plancia è praticamente quella della BMW Serie 3 E36, da cui deriva la piattaforma della Z3. Strumentazione analogica, pulsanti fisici, ergonomia perfetta. Nessun display, nessuna distrazione. Solo guida.

L’abitacolo è compatto ma accogliente. Se non superate il metro e ottanta, vi sentirete perfettamente a vostro agio. Altrimenti, attenzione: la capote potrebbe diventare un ostacolo… o peggio, premere sul capo nei momenti sbagliati.

BMW Z3 (1995-2002)

BMW Z3 (1999), la plancia

Foto di: BMW

Si parte: sotto la pioggia, ma col sorriso

Nonostante il tempo, è ora di partire. Giri la chiave e il sei cilindri si avvia con un ronzio morbido. Nessuna vibrazione, nessun tentennamento; quando vedo il contachilometri fermo a 4.000 km, capisco perché: è praticamente nuova.

Con la capote chiusa, la Z3 si rivela una compagna di viaggio efficace, anche in condizioni meteorologiche avverse. I 192 CV del sei cilindri in linea, abbinati alla trazione posteriore e a una massa contenuta, garantiscono una dinamica di guida brillante e coinvolgente, pur senza mai risultare estrema o impegnativa.

BMW Z3 (1995-2002)

La BMW Z3 Roadster 2.8 (1999) su strada

Foto di: BMW

Tuttavia, sull’asfalto bagnato è bene procedere con attenzione: il retrotreno è reattivo, e le risposte al comando del gas sono sempre dirette. Rimane prevedibile, ma richiede precisione e sensibilità nella gestione del pedale dell’acceleratore per evitare perdite di aderenza, soprattutto in uscita di curva.

In autostrada, fino a 100 km/h, il comfort è più che accettabile, con una buona stabilità e un assetto che assorbe correttamente le asperità. Superata questa soglia, però, la rumorosità aerodinamica – acuita dalla pioggia e dalla scarsa insonorizzazione tipica del modello – diventa evidente. Del resto, chi sceglie una Z3 lo fa per il piacere di guida, non certo per il comfort acustico da berlina premium.

Via la capote (finalmente!)

Dopo un paio d’ore di pioggia, il cielo si apre. È il momento giusto per scoprire la roadster. Il sistema di apertura è manuale: un po’ rude, ma funzionale. Serve un pizzico di pazienza per fissare la copertura, ma nulla che non si possa imparare con l’esperienza. C’è anche la versione con tetto elettrico, ma secondo molti appassionati è più soggetta a guasti.

BMW Z3 (1995-2002)

BMW Z3 Roadster 2.8 (1999), la prova

Foto di: BMW

A cielo aperto, la Z3 cambia pelle: niente barriere, niente parabrezza mastodontici. La guida è davvero “open air”. Peccato solo per i 12 gradi: avrei fatto bene a portare una sciarpa e un cappello. Anche con il riscaldamento acceso, il collo comincia a risentirne. Il giorno dopo: raffreddore e torcicollo. Non fate come me!

Con l’asciutto arriva il meglio

Con l’asciutto, la Z3 Roadster mette in luce le sue doti dinamiche. Il cambio manuale a 5 marce è preciso e ben spaziato, mentre la ripartizione dei pesi 50:50 e il baricentro basso restituiscono una guida bilanciata e intuitiva.

Il retrotreno è comunicativo, mai nervoso, e l’assetto privilegia la scorrevolezza più che l’aggressività. La Z3 diverte anche a ritmi moderati, grazie a una dinamica sincera e leggera, tipica delle sportive anni ’90.

L’unico limite è l’impianto frenante, poco incisivo secondo gli standard attuali. Rispetto a una moderna Z4, il salto si sente – ma è parte del fascino analogico di un modello ormai entrato nel mondo dei classici.

BMW Z3 (1995-2002)

BMW Z3 Roadster (1999), 6 cilindri in linea da 2,8 litri

Foto di: BMW

Un classico destinato a salire di valore

Il 28 giugno 2002, la produzione della Z3 si è chiusa con l’esemplare numero 297.087. Oggi è un modello sempre più apprezzato tra i collezionisti, soprattutto nelle versioni più potenti.

Le Z3 con motore 1.8 o 1.9 si trovano a partire da 7.000 euro, mentre per un 2.8 in buone condizioni, servono almeno 15.000 euro. E i prezzi difficilmente scenderanno: la piccola roadster bavarese è ormai a tutti gli effetti una modern classic.

BMW Z3 Roadster 2.8 (1999), la scheda tecnica

  BMW Z3 Roadster 2.8 (1999) Motore 6 cilindri in linea da 2,8 litri Potenza 141 kW (192 CV) a 5.500 giri/min Coppia 275 Nm Accelerazione (0-100) 7,1 secondi Velocità massima 218 km/h Esemplari prodotti 24.204

BMW Z3 (1995-2002)

31