di
Marta Serafini
Le stime della Bbc: Mosca non fornisce i dati. Secondo Kiev tra morti e feriti le vittime sono quasi un milione e 100 mila
DALLA NOSTRA INVIATA
KIEV – Per descrivere i soldati russi morti in Cecenia Anna Politkovskaja riprendeva un termine che nella sua lingua identifica la carne da cannone: «materiale umano». Oggi, i militari di Mosca uccisi o feriti in Ucraina hanno superato il milione.
Per la precisione, 1.099.530 uomini che, secondo l’ultimo aggiornamento fornito dallo stato maggiore di Kiev giovedì scorso, sono stati mandati dallo zar a morte per lo più nelle trincee del Donbass. Per le autorità russe queste vittime semplicemente non esistono. Perché esattamente come è abitudine della controparte, il Cremlino non fornisce statistiche. Avere certezze su queste cifre è praticamente impossibile.
Ma a dissipare la nebbie della propaganda e della guerra provano i media indipendenti. Mediazona, in collaborazione con il servizio russo della Bbc e un team di volontari, ha compilato un elenco nominativo dei militari russi deceduti. La lista, in costante aggiornamento, è stata redatta a partire da fonti pubblicamente disponibili e verificabili, come post sui social media di familiari, resoconti sui media locali e dichiarazioni delle autorità regionali.
Ucraina – Russia: le ultime notizie sulla guerra
Naturalmente, il conto non è esaustivo, poiché non tutti i decessi vengono resi pubblici. Secondo i calcoli di Mediazona e della Bbc sono stati uccisi almeno 130.150 militari russi nella guerra contro l’Ucraina. Una via per risalire a questa cifra sono i dati del registro nazionale delle Successioni.
A partire dalla seconda metà del 2024, i tribunali russi hanno iniziato a ricevere richieste di massa per dichiarare i militari dispersi o deceduti. Nella maggior parte dei casi, le domande vengono presentate dal ministero della Difesa che deve rimuovere un soldato scomparso (di fatto deceduto) dagli elenchi del personale affinché gli eredi possano reclamare la pensione oltre che i beni del morto.
Le file di tombe
Se le immagini dei cimiteri ucraini e dei memoriali sono pubbliche, è raro trovare testimonianze di questo genere sul lato russo. Ma dopo tre anni e mezzo di guerra iniziano a filtrare le prime immagini. Settimana scorsa un residente della città di Myski, nell’oblast russo di Kemerovo, ha pubblicato online un video che mostra file di tombe di soldati.
Camminando tra le lapidi, l’uomo dietro la telecamera non riesce a nascondere il suo stupore per il numero di nuove sepolture e per le date di nascita sulle lapidi. «Guardate cosa sta succedendo qui», dice. Indicando l’estensione del cimitero, chiarisce di trovarsi in una cittadina di appena 40 mila abitanti. E poi aggiunge: «Il numero dei morti sarà sconcertante. Quando alla fine scopriremo la verità, l’intero Paese sarà inorridito».
Città e territori remoti
Grazie al database di Mediazona, è possibile ipotizzare quali siano i primi dieci oblast russi per numero di caduti. Ai primi posti si trovano la Baschiria, poi il Tatarstan (lo stesso dove viene prodotta la maggior parte dei droni kamikaze russi), la regione di Ekaterinburg e, a sorpresa, anche quella della città di Mosca. Un dato che smentisce l’ipotesi che le reclute russe vengano solo dalle zone più povere del Paese o da quelle meno densamente abitate. Se si va a guardare poi la percentuale di ufficiali deceduti tra le vittime totali si scopre come sia costantemente diminuita dall’inizio del conflitto. Nelle fasi iniziali dell’invasione, quando i soldati professionisti a contratto costituivano la principale forza dell’Armata, gli ufficiali rappresentavano fino al 10 per cento delle vittime. Entro novembre 2024, questa cifra era scesa al 2-3 per cento, un cambiamento che riflette sia l’evoluzione delle tattiche di combattimento sia l’intenso reclutamento di fanteria volontaria, che subisce tassi di mortalità molto più elevati rispetto ai loro ufficiali comandanti.
Droni e colonne
Analisti militari, tra cui Michael Kofman, ricercatore senior del Carnegie Endowment, che ha visitato il fronte del Donbass durante l’estate, hanno notato un cambiamento nelle tattiche dell’esercito russo e dunque anche nei tassi di mortalità. Di fronte alle perdite causate dai droni ucraini, il comando russo ha quasi completamente abbandonato gli attacchi con grandi colonne corazzate; anche gli assalti con motociclette e buggy sono meno frequenti. Le truppe ora vengono inviate all’attacco a piedi in piccoli gruppi di due o tre uomini. L’obiettivo è muoversi di notte o al crepuscolo, spesso indossando poncho termici, per aggirare le linee nemiche e penetrare le fortificazioni ucraine senza impegnarsi in uno scontro diretto. Questo cambiamento nelle tattiche di battaglia riflette una trasformazione più profonda all’interno dell’esercito russo stesso, che ha adottato i metodi del gruppo mercenario Wagner. Si favoleggia addirittura che l’Armata stia creando unità speciali per soldati affetti da malattie incurabili come l’Hiv e l’epatite C, su modello dell’unità «Umbrella» della Wagner che, a sua volta, prende il nome dal videogioco Resident Evil. Altro materiale umano, insieme ai detenuti, mandati a combattere sia dai russi che dagli ucraini. E che, nel caso di Mosca, secondo il database rappresentano la seconda categoria di caduti dopo i volontari.
20 settembre 2025 ( modifica il 21 settembre 2025 | 11:56)
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