Un grave errore di Nuno Tavares spiana la strada ai giallorossi, che agganciano il Milan al secondo posto. I biancocelesti si rammaricano per l’occasione sprecata da Dia e il palo di Cataldi nel recupero
Giornalista
21 settembre 2025 (modifica alle 16:00) – ROMA
Proprio come nella scorsa stagione, proprio come con Ranieri. Ancora una volta la mossa a sorpresa, decisiva, capace di cambiare le sorti del derby. Deciso, appunto, da Lorenzo Pellegrini, l’uomo più discusso di questo inizio di stagione in casa giallorossa. Doveva giocare al massimo un tempo, è stato in campo invece 72 minuti. Con il gol nel primo tempo che ha regalato la vittoria alla Roma (1-0) e permesso a Gasperini di cancellare lo scivolone con il Torino. Pellegrini non giocava da oltre 4 mesi (4 maggio 2025) e l’ultimo gol su azione lo aveva segnato proprio alla Lazio, nel derby dello scorso anno. Per i biancocelesti, invece, la terza sconfitta in 4 partite e un inizio di stagione incolore. Il nervosismo finale (rossi a Belahyane e Guendouzi) e il palo clamoroso di Cataldi hanno fatto da contraltare a una partita giocata a tratti in modo remissivo (all’inizio) e poi sulla scia della rabbia agonistica. Sbagliata la scelta di Dia (che si è divorato un gol clamoroso), con Castellanos che quando è entrato si è reso pericoloso in ogni frangente di gioco.
decide lollo—
Sarri recupera Rovella in extremis e lancia Dia e Pedro in attacco al posto di Castellanos e Cancellieri. Gasperini invece si gioca la carta-Pellegrini dal via, con Rensch a sostituire il debilitato Wesley. La partita fatica a decollare, anche per il grande caldo. Sarri cerca di non dare campo alla Roma per non darle verticalità, Gasperini mette proprio Pellegrini a francobollo su Rovella per togliere idee ai biancocelesti. Ne viene fuori una sfida piena di falli e con poco costrutto. Sarri, tra l’altro, dopo appena 12’ perde Dele-Bashiru (dentro Belahyane) per un problema al flessore della coscia destra. Ma, a conti fatti, i primi pericoli sono tutti di marca biancoceleste: Pedro e Tavares calciano alto, Zaccagni impegna Svilar da fuori e Rovella mette dentro un pallone velenosissimo su cui Dia e Zaccagni non arrivano per il tap-in vincente. Poi, però, a passare è la Roma, grazie alla pressione alta che è il credo gasperiniano per eccellenza: Rensch ruba palla a Tavares, serve Soulé che regala a Pellegrini l’assist del vantaggio. Il capitano (o ex che si voglia) esulta quasi in lacrime, per un gol che marchia a fuoco la sua rinascita. Di fatto, il primo tiro in assoluto della Roma, ma decisivo. Poi, sull’unico pallone indovinato da Angelino, Rensch sfiora anche il raddoppio.
forcing finale—
Sarri manda dentro Cataldi per Rovella e Luca Pellegrini per Tavares, provando a invertire così l’inerzia della partita. A sfiorare subito il gol è però la Roma con Angelino, anche se l’occasione d’oro capita sui piedi di Dia, che a tu per tu con Svilar calcia malissimo, alto. Poi succede che la Roma perde un po’ di equilibrio, scende anche a livello di palleggio, ma Sarri non riesce mai ad approfittarne davvero. Ed allora l’altra carta biancoceleste per cambiare le cose è Castellanos, subito pericoloso in un paio di occasioni (bellissimo il tiro a giro fuori di un soffio, dopo aver “scaricato” Mancini con una finta di corpo). Il problema della Roma è la stanchezza, le idee latitano, Dovbyk (subentrato a Ferguson) non riesce mai a far risalire la squadra. Ed allora la pressione biancoceleste cresce con il passare dei minuti, pure per la rabbia agonistica della Lazio. Anche troppa, perché prima rischia Luca Pellegrini per un fallo su Rensch e poi il rosso arriva per Belahyane, reo di aver “tacchettato” il polpaccio di Koné. Ma come ogni derby, non è ancora finita: una magia di Cataldi si stampa sul palo in pieno recupero, mentre Guendouzi si fa espellere al fischio finale per qualche parola non proprio dolce nei confronti di Sozza. Finisce così, con la Sud in festa e qualche altra scintilla sparsa in campo.
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