Una spallata di Daniel Stahl nell’ultimo turno della finale di lancio del disco ha estromesso l’Italia dalla top-10 del medagliere ai Mondiali 2025 di atletica. Proprio in chiusura della rassegna iridata, il successo dello svedese ha privato il Bel Paese di un riconoscimento che avrebbe rappresentato la ciliegina sulla torta in una manifestazione in cui si è registrato il record di medaglie (sette: un oro, tre argenti, tre bronzi) e in cui si è eguagliato il miglior piazzamento nella classifica a punti (sesto posto a quota 66, a -4 dal quarto).

Il primato di Goteborg 1995 è stato superato in termini di allori, ma trent’anni fa il bottino recitava due ori, due argenti, due bronzi. In Svezia si portarono a casa due titoli, come a Roma 1987 e a Siviglia 1999, quando l’Italia chiuse al sesto posto nel medagliere (due ori, due argenti): fu quella la volta in cui il tricolore spiccò nella top-10 del medagliere per l’ultima volta nella storia. Si sperava di raggiungere nuovamente questo traguardo dopo 26 anni, ma è mancato qualcosa per rendere la festa ancora più pomposa in quel di Tokyo.

Si archivia un Mondiale di assoluto livello tecnico, caratterizzato da grande profondità ed ecletticità, come testimoniano le medaglie conseguite in tutti i settori (tranne quello della velocità). Vero che Nuova Zelanda, Svezia, Spagna, Botswana e Portogallo hanno chiuso davanti grazie ai due ori conquistati, ma nel complesso si parla soltanto di tre medaglie a testa (due per i lusitani), figlie dei risultati di enormi talenti: Hamish Kerr per i neozelandesi, Armand Duplantis e Daniel Stahl per gli scandinavi, la doppietta di Maria Perez nella marcia per gli iberici, la doppietta 400-4×400 per gli africani, Pedro Pichardo per i portoghesi.

Con i se e con i ma non si fa la storia, ma se Pichardo non avesse tirato fuori il grande volo all’ultimo tentativo, Dallavalle avrebbe conquistato l’oro e staremmo parlando addirittura di un quarto posto storico nel medagliere. Il movimento tricolore è indubbiamente in salute come certificano i 15 finalisti (a -1 dal record di Atene 1997) e con i distinguo relativi alla controprestazione di Larissa Iapichino, alle difficoltà fisiche di Andy Diaz, all’assenza di Massimo Stano, ai millesimi sfortunati a danno di Lorenzo Simonelli, a delle staffette un po’ sfortunate. Il cammino verso le Olimpiadi di Los Angeles 2028 prosegue: nel 2026 gli Europei a Birmingham, nel 2017 i Mondiali a Pechino.