La commissione elettorale della Siria ha fissato per il 5 ottobre le elezioni parlamentari, le prime dalla fine del regime di Bashar al Assad, che inizialmente erano previste per settembre ma poi erano state rinviate. La popolazione però non potrà votare per via dei poteri quasi autoritari che il presidente ad interim Ahmad al Sharaa, ex leader degli insorti islamisti di Hayat Tahrir al Sham, si è conferito con la Costituzione provvisoria approvata a marzo. Dei 210 deputati, infatti, un terzo sarà selezionato direttamente dal presidente e i restanti due terzi da comitati elettorali la cui formazione è influenzata da persone nominate da al Sharaa stesso.

Il governo, che sta diventando sempre più autoritario, ha giustificato le modalità di voto, molto complesse e indirette, citando i numerosi sfollati interni e la fragilità delle istituzioni. I comitati elettorali selezioneranno, su base territoriale per ciascuno dei 62 distretti, i componenti di un collegio elettorale che poi voterà per i parlamentari. In tutto, si stima che faranno parte di questo collegio tra le 6mila e le 7mila persone (su una popolazione di quasi 24 milioni). Anche per questo, le elezioni sono considerate di fatto una formalità per rafforzare il potere di al Sharaa.

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