I medici di famiglia della Asl di Chieti tornano a farsi sentire. Martedì 23 settembre, alle 10.30, negli uffici dell’azienda sanitaria, daranno vita a un flash mob di solidarietà durante il quale riconsegneranno simbolicamente i propri camici alla direzione strategica.

La protesta nasce dopo la nuova convocazione da parte della Asl, che ha chiamato oltre la metà dei medici della provincia a rispondere di presunti errori prescrittivi risalenti al 2023. Una scelta che, secondo i camici bianchi, arriva a distanza di due anni nonostante un accordo già raggiunto avesse portato a un miglioramento significativo grazie alla collaborazione tra medicina generale e servizio farmaceutico territoriale.

«Siamo diventati il salvadanaio dell’azienda sanitaria – denuncia Mariapaola Di Sebastiano, segretaria provinciale Fimmg –. Ai medici di famiglia viene chiesto di curare i bilanci e non i pazienti. Questo clima di continue contestazioni e decurtazioni rende sempre più difficile lavorare con serenità e mantenere un rapporto di fiducia con chi assistiamo ogni giorno».

Secondo il sindacato, i medici sono sottoposti a una pressione costante: arriverebbero di continuo contestazioni via Pec per prescrizioni, priorità non riconosciute o vaccini somministrati. «A fine mese – prosegue Di Sebastiano – iniziano a comparire i segni meno sul cedolino. Il malcontento cresce e la professione diventa sempre meno attrattiva per i giovani, che si allontanano dalla medicina generale».

Il gesto della riconsegna dei camici vuole rappresentare la difficoltà di esercitare la professione in un contesto percepito più come burocratico che sanitario. «Ci scusiamo con i pazienti per i disagi – conclude Di Sebastiano – ma questa battaglia la combattiamo anche per loro: per difendere il Servizio sanitario nazionale e il diritto universale alle cure. Se non torneranno serenità e fiducia reciproca, ci aspetta un autunno caldo di scioperi e manifestazioni. E siamo certi che i cittadini saranno al nostro fianco».