Dopo oltre vent’anni di un sodalizio che ha scritto pagine indelebili di F1, Christian Horner chiude per sempre il capitolo Red Bull. Già prima della sosta estiva si era consumato il primo atto: Horner aveva dovuto abbandonare il muretto della squadra di Milton Keynes con un passo a lato fortemente voluto dai vertici dell’azienda austriaca, riposizionato in attesa che calasse definitivamente il sipario.
Ora, il capitolo conclusivo è arrivato: Red Bull ha confermato che Horner ha lasciato definitivamente il marchio austriaco, raggiungendo un accordo tra le parti che, tramite una buonuscita, coprirà i cinque anni di contratto che all’ex Team Principal restavano fino al 2030.
Horner, infatti, non era soltanto al comando della scuderia di Milton Keynes, ma anche di tutte le aziende collegate al team. L’impero Red Bull con sede in Inghilterra comprende sei società, tutte guidate dall’ex manager britannico fino al momento dell’addio: Red Bull Racing, Red Bull Technology (dedicata allo sviluppo tecnico), la nuova Red Bull Powertrains, Red Bull Powertrains 2026, Red Bull Advanced Technologies e Red Bull Advanced Services.
Christian Horner, Red Bull Racing
Foto di: Red Bull Content Pool
La legge britannica impone la pubblicazione del compenso dell’amministratore più pagato in ciascuna azienda. Sebbene non vi siano conferme ufficiali, si ritiene unanimemente che Horner ricoprisse questo ruolo in tutti i casi. Nel 2023, il compenso del direttore più pagato ammontava a 7 milioni di sterline per Red Bull Racing, 9,6 milioni per Red Bull Technology e 4 milioni per Red Bull Advanced Technologies.
Di fatto, dunque, la lauta buonuscita destinata a coprire i restanti cinque anni di contratto non riguarda soltanto l’addio al ruolo di Team Principal, ma anche tutte le cariche e responsabilità legate alla squadra. Le cifre, come spesso accade in casi simili, non sono state ufficialmente rivelate e restano coperte dal riserbo, ma le stime parlano di un importo compreso tra i 70 e i 100 milioni di dollari, da corrispondere nell’arco dei prossimi cinque anni.
“Guidare la Red Bull Racing è stato un onore e un privilegio” ha dichiarato Horner nel comunicato di addio diffuso dalla scuderia, con cui è stata ufficializzata la sua separazione dal marchio austriaco. Sotto la sua guida, il team ha conquistato otto titoli mondiali piloti, equamente divisi tra Sebastian Vettel e Max Verstappen, oltre ai successi nel campionato costruttori.
Christian Horner, Red Bull Racing
Foto di: Red Bull Content Pool
“Quando abbiamo iniziato nel 2005, nessuno di noi avrebbe potuto immaginare il viaggio che ci attendeva, i campionati, le gare, le persone, i ricordi. Sono incredibilmente orgoglioso di ciò che abbiamo ottenuto come squadra, battendo record e raggiungendo traguardi che nessuno avrebbe mai creduto possibili, e porterò sempre con me tutto questo”.
“Tuttavia, per me, la più grande soddisfazione è stata mettere insieme e guidare un gruppo straordinario di persone talentuose e determinate, vederle crescere come filiale di un’azienda di bevande energetiche e affrontare, e battere, alcuni dei più grandi marchi automobilistici del mondo”.
A raccogliere il testimone alla guida della Red Bull è stato Laurent Mekies, proveniente dalla Racing Bulls, dove aveva già ricoperto per un anno e mezzo il ruolo di Team Principal. “Auguro a Laurent, Max, Yuki e a tutto il Red Bull Technology Group il meglio per il futuro. Sono certo che continueranno, come sempre, a ottenere successi in pista per i nostri tifosi, spingendo al massimo. Non vedo l’ora di vedere il primo motore Red Bull/Ford montato sulla RB22 il prossimo anno, così come l’entusiasmante RB17”, ha aggiunto Horner nel comunicato.
Oliver Mintzlaff, Managing director Red Bull GmbH, Christian Horner, Team Principal, Red Bull Racing
Foto di: Red Bull Content Pool
Un cambiamento non solo al vertice, ma anche nell’approccio gestionale: con l’addio di Horner, Red Bull ha infatti ricominciato a suddividere le responsabilità. Mekies si concentra quasi esclusivamente sulla gestione del team, mentre altri ambiti, come il marketing, sono stati incorporati sotto il controllo della sede austriaca del marchio.
Oliver Mintzlaff, CEO Corporate Projects and Investments di Red Bull e principale promotore del cambio al vertice, ha voluto ringraziare Horner per i vent’anni trascorsi alla guida del team: “Vogliamo ringraziare Christian per il suo lavoro eccezionale negli ultimi 20 anni. Con il suo instancabile impegno, la sua esperienza, competenza e mentalità innovativa, è stato determinante nell’affermare la Red Bull Racing come una delle squadre di maggior successo e più attraenti della Formula 1”.
La conclusione di queste trattative dovrebbe ora permettere a Horner di valutare le proprie opzioni per un ritorno in Formula 1, forse già dal 2026, anche se non è chiaro quando potrà eventualmente assumere un incarico in un team rivale, qualora lo desiderasse. Dan Towriss, CEO di Cadillac F1, ha escluso qualsiasi coinvolgimento dell’ex Team Principal nella neonata squadra statunitense, attesa al debutto in Formula 1 il prossimo anno. Tra le possibili destinazioni resterebbe dunque Alpine, con l’ipotesi di un ingresso nella struttura e, magari, l’acquisizione di una quota societaria.
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