di Riccardo Bellardini

Leone quattordicesimo si comporta come Ponzio Pilato. Per me se ne lava le mani con nonchalance. Ecco il restauratore. Robert Francis Prevost, presunta antitesi di Trump, eppure sembra perfettamente allineato al dittatore americano. Il Vaticano infatti non si pronuncia su quanto sta accadendo a Gaza. Non si pronuncia. Avete capito bene. Non sentiamo dunque la voce del Signore su quest’inferno in terra.

La sentiamo quando c’è da ricordarci che l’amore è a senso unico: uomo-donna, e non altro, altrimenti si entra nel campo minato di Sodoma e Gomorra. Sei un gay e cerchi Dio? Cambia strada, non puoi trovarlo! Dopo il ricevimento baldanzoso del presidente israeliano Herzl, tra doni e sorrisi, il pontefice della pace disarmata, disarmante e perseverante, dà un colpo di piccone alla voglia di ribellione di un mondo che non vuole più essere suddito, che schifa i massacri attuati in nome di logiche di potere. Che ritiene inconcepibile una terza guerra mondiale. Che si sente più minacciato da chi dice di volerlo difendere dalle presunte minacce russe. Rimane in silenzio, il Santo Padre.


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Troppo impegnato a raddrizzare il suo palazzo scempiato da Francesco, per gli amici “l’eretico”. Se il mondo è sull’orlo del baratro, è anche grazie a quest’ambiguità così diffusa, oggi incarnata anche dall’inquilino del palazzo apostolico. Il matematico Prevost ha di fatto cancellato l’agenda Bergoglio, in nome di una misura che assomiglia tanto a quel piattume, quell’accondiscendenza paventata da molti nei nostri tempi. Quell’equidistanza comoda per mantenersi in sella. Quell’appoggio acritico alla guerra che – per i politici – serve solo per mantenere la poltrona.

Il folle che precedeva Leone, aveva osato dire: “Occorre indagare se a Gaza è in corso un genocidio”. Niente di più saggio, di più giusto, di più illuminante. Per queste parole, fu considerato ambiguo. Lui fu considerato ambiguo.

Cercate di rendervi conto della follia in cui siamo immersi. Se uno parla chiaro è ambiguo. Se non dice niente è istituzionalmente credibile. Addirittura, quello strano personaggio, aveva cercato di far riflettere sulle responsabilità rilevanti della Nato nel conflitto russo-ucraino. Bestemmia! Come aveva potuto?
Ma la sbronza è passata. Siamo tornati all’ovile.

Ecco il rischio che si profila adesso all’orizzonte: questa Chiesa (a parte qualche eccezione) così allineata, potrebbe farci credere che la guerra alla Russia sia giusta, con qualche strano giro di parole. Come quelli usati spesso dal Capo dello Stato Mattarella, che si lancia in parallelismi tra la Russia e il terzo Reich un giorno si e l’altro pure.
Leone, non cavalcare l’onda del mondo. Pensa a quei bambini laggiù. Chi li salva?Devono morire se la bomba è “democratica”? Perché non ti pronunci? Come fai a non pronunciarti?


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Oh Chiesa, sempre la solita! Ramo del potere! Eri uscita, t’eri avvicinata alle periferie. Ma no, meglio tornare nella zona di comfort, così sfarzosa e dorata.
Mi sento disarmato di fronte a questa passività. E Bergoglio si starà rivoltando di brutto nella tomba. In questo mondo di pazzi, quel nonno argentino così assurdo, era una luce di speranza. Era umano. E oggi ci serve umanità.
Mentre Gaza è sempre più sola.

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