In Italia, oltre la metà delle donne tra i 50 e i 70 anni non ha mai ricevuto una proposta terapeutica per affrontare i sintomi della menopausa, e solo il 5-6% utilizza la terapia ormonale sostitutiva (Tos). Paure non sempre giustificate e carenze nella formazione degli specialisti contribuiscono a lasciare molte pazienti senza strumenti per migliorare il benessere e la qualità della vita in questa fase così importante.

Un terzo della vita spesso trascurato

La menopausa rappresenta una fase importante, che può durare anche oltre un terzo della vita di una donna, spesso caratterizzata da sintomi invalidanti. Disturbi come vampate di calore, insonnia, irritabilità, dolori articolari e difficoltà di concentrazione (brain fog) possono incidere profondamente sulla quotidianità, sulla produttività lavorativa e sulle relazioni interpersonali.

Pochi trattamenti e informazione insufficiente

Secondo un’indagine condotta nel 2022, solo il 5-6% delle donne italiane tra i 50 e i 70 anni segue una terapia ormonale sostitutiva (TOS), mentre il 56% non ha mai ricevuto alcuna proposta terapeutica per la gestione dei sintomi menopausali, pur conoscendo l’esistenza di trattamenti. Il ginecologo resta il riferimento principale, ma l’approccio è spesso reattivo, lasciando alla donna l’onere di iniziare il dialogo e cercare soluzioni: solo il 6% dei ginecologhi affronta la dimensione relazionale e appena il 10% introduce il tema della sessualità, lasciando molte donne senza strumenti adeguati a migliorare la propria qualità di vita.

Formazione specialistica: la chiave per un approccio completo

In Italia, come in altri Paesi, discipline fondamentali come l’endocrinologia ginecologica e la clinica del climaterio meriterebbero approfondimenti più ampi all’interno di università e scuole di specializzazione. Già nel 2008, un’indagine effettuata negli Stati Uniti su un campione di 510 studenti di medicina evidenziava che solo il 50% degli specializzandi in ginecologia aveva partecipato a lezioni dedicate al tema della menopausa; nel 2013 solo lo 0,8% degli intervistati riteneva di avere una formazione adeguata.

Secondo il professor Marco Gambacciani, responsabile del Centro Menopausa e Osteoporosi della Clinica San Rossore di Pisa, “la formazione sulla menopausa in Italia è migliorata, ma occorre un cambio di paradigma: servono percorsi aggiornati e orientati alla pratica clinica”. Il ginecologo, spiega Gambaccciani, “non può essere visto solo come un chirurgo o un ostetrico, ma deve diventare il medico della donna durante tutte le fasi della vita. Serve investire nella formazione, nella prevenzione oltre che nella cura, e nella capacità di affrontare temi come sessualità, benessere e relazioni. Il ginecologo deve riscoprire il proprio ruolo di clinico: integrare competenze ginecologiche, endocrinologiche e internistiche, saper ascoltare, diagnosticare e proporre trattamenti personalizzati – anche legati allo stile di vita – per gestire sintomi ancora troppo spesso sottovalutati ma invalidanti, come vampate, insonnia, irritabilità, brain fog e dolori articolari, che possono incidere profondamente sulla qualità di vita.”

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