Segna Gilmour nel primo tempo, poi pari di Nzola su rigore nella ripresa. Ci pensano Spinazzola e Lucca, ma Lorran accorcia e fa tremare fino alla fine i campioni in carica
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22 settembre 2025 (modifica alle 22:57) – NAPOLI
Impiantato nel cuore del Maradona, mentre lo speaker ne scandisce il cognome, Lorenzo Lucca espone il suo fisico dominante e poi manda un bacio al cielo e alla gente: è la sua notte, destino vuole contro il Pisa (ma non c’entra nulla, ovviamente), segnando uno di quei gol che possono indirizzare il destino. L’erede di Lukaku, nonostante spalle più grosse delle ante di un armadio, se ne è stato nella diffidenza generale d’inizio stagione, ha visto arrivare (giustamente) Hojlund, ha avvertito il venticello calunnioso del pregiudizio popolare poi ha scaraventato un destro – cinque minuti dopo essere entrato in campo – a modo suo, di potenza e anzi di prepotenza, ed ha consegnato al Napoli un tentativo di “fughina” (+2 sulla Juventus) che dice poco, anche perché domenica sera a Milano, quando si accenderanno le luci, ci sarà Max Allegri dall’altra parte, in una sfida con Conte tra giganti della panchina.
REAZIONE—
Il Napoli l’ha vinta soffrendo brutalmente fino all’ultimo secondo, come dice il 3-2, perché proprio dopo che Lucca ha aperto il freezer, a Di Lorenzo è scappato un controllo difettoso e il Pisa tra Angori (assist) e Lorran si è dato una speranza e al Maradona ha mandato i fibrillatori. Prima, tanta incertezza, un tempo, il primo resa emozionante davanti al Var (11°, Crezzini, l’arbitro, mandato da Mazzoleni a dare un’occhiata ad episodio controverso: fallo di De Bruyne su Leris, che però prima aveva arpionato da terra il pallone con una mano) poi per un po’, anzi più di un po’, Napoli-Pisa è una di quelle partite sporche che ti macchiano ogni idea e Gilardino fa l’impossibile per renderla opaca: 5-3-2 ma di corsa e di lotta e di ripartenze, con Leris che a destra soffre Spinazzola quando deve difendere e gli fa male quando l’attacca; con Nzola che sa essere fastidioso e con il Napoli che non trova argomenti convincenti per demolire il bunker. Mancano Lobotka e Anguissa e si vede, soprattutto perché Gilmur è “falloso”, ne sbaglia sempre una e sulla più improbabile (39′), invece è impeccabile: Spinazzola gli apre il piattone, dopo percussione lui manda Aebischer a terra con una finta e poi trova l’angolo inaspettato con l’aiuto di una deviazione. A certe notti così imperfette c’è sempre chi si ribella e Alex Meret, nel pieno del turnover, lancia messaggi per uscire dagli equivoci:; quando Leris, ancora lui, gli arriva lanciato c’è chi potrebbe rassegnarsi e chi sa come opporso e il portiere dei due scudetti, appartenendo alla seconda categoria, dà un giro di chiave e blinda l’1-0 che Hojlund decide di non alterare (49′) buttando via una occasione costruitasi da solo, scippo in piena regola, e poi ostinazione da bomber, che ci prova nonostante McTominay urlasse alla sua destra disperato.
INCREDIBILE—
Proprio quando il Napoli sembra abbia cominciato a giochicchiare e ad arrivare in area (Politano che liscia, McTominay fuori di poco), clamoroso al Maradona: (15′ st) mani di Beukema su tentativo di Akinsamiro, Nzola sul dischetto ed è 1-1, per niente immeritato per ciò che Gilardino ha fatto intravedere, nel rispetto della differenza di valori. Che viene ristabilita nel pantano di una partita perfida: ci pensa Spinazzola (27′ st) con un destro dai 20 metri raschiato dal fondo del barile della disperazione, perché si stava mettendo discretamente male, con lo stress da prestazione che andava crescendo, che Lucca pareva avesse rimosso, che Di Lorenzo ha ricreato. Al Napoli, in casa, piace vincere con il batticuore: 1-0 con il Cagliari allo scadere del recupero e 3-2 con il Pisa. Al Maradona conviene portarsi due gocce.
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