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Un altro capitolo della saga “antoniniana”: Telesud, la storica emittente trapanese, spegne il canale 87 del digitale terrestre e resta solo online.

Lo comunica direttamente Valerio Antonini, che della tv era diventato proprietario promettendo addirittura di farne un’emittente nazionale. Oggi invece annuncia che si vedrà solo su social, app e smart tv. Non proprio la stessa cosa.

Già a luglio la tv era rimasta inspiegabilmente spenta per alcuni giorni. Domenica l’editore ha spiegato in diretta social: «RaiWay ti ricatta, se non paghi 20 mila euro al mese ti spegne». In realtà RaiWay offre un servizio, e come tutti i servizi, va pagato. Non è un ricatto. «RaiWay te saluto», ha chiosato Antonini in romanesco.

E pensare che fino a qualche mese fa il patron assicurava: «Telesud diventerà una tv nazionale per portare in Italia l’immagine di una Sicilia che può fare». Ecco, l’immagine che si porta in Italia, in questo caso, è esattamente l’opposto.

Non sono mancati i retroscena polemici: Antonini ha, nel suo stile ormai tristemente noto, ricordato in diretta dei presunti  rapporti fra l’ex editore Massimo Marino e il sindaco Tranchida, con i “contributi comunali” che prima c’erano e ora non ci sarebbero più (ma non si capisce a cosa si riferisca).  Nel frattempo, la tv costa – dice Antonini – 650 mila euro l’anno. Un investimento pesante, che a suo dire non regge più. «Faccio i miei interessi», ha confessato senza giri di parole (e qui è sembrato, una volta tanto, sincero).

In un’altra diretta di qualche notte fa Antonini ha dato altri numeri sulle sue non floride attività locali. Dichiara il 16 Settembre (qui la trascrizione): “Dai conti correnti di Unicredit, Biper, Banca Intesa e Credem, la Trapani Calcio ha effettuato pagamenti per 2.173.480 euro. Stiamo parlando di giugno, luglio, agosto e metà settembre, quindi in tre mesi e mezzo abbiamo speso più di 2 milioni di euro. Entrate per la società: 743.820 euro, quindi una minusvalenza di 1.350.000 euro. La Trapani Shark ha effettuato bonifici dal primo giugno a oggi per 1.846.727 euro, a fronte di entrate per 1.394.580 euro, ossia una minusvalenza di quasi mezzo milione di euro: Tra le due attività siamo quasi a una perdita netta di 2 milioni in tre mesi e questo solo Trapani Shark e Trapani Calcio, poi sapete che io gestisco anche Telesud: dunque Telesud perde da giugno a settembre tra pagamenti e salari e tutto quello che riguarda Raiway, gestione complessiva, una cifra totale complessiva di 274.000 euro con introiti per 32.000 euro”.

 

Il passaggio al solo web non è neutrale: significa perdita della licenza televisiva locale e quindi rinuncia automatica ai contributi ministeriali che per anni hanno rappresentato ossigeno per le emittenti siciliane. Per i dipendenti – giornalisti, tecnici, amministrativi – la partita si sposta ora sulla riorganizzazione interna.

Ma soprattutto, a spegnersi è la “prominence”: quella comodità di pigiare il tasto 87 del telecomando e trovarsi lì, senza bisogno di download o app. Una visibilità universale che per decenni ha garantito l’accesso all’informazione locale anche a chi non smanetta con lo smartphone.

A proposito di app, Antonini cita dati non verificati: 1.700 download dell’app, di cui 800 fuori dalla Sicilia, dice. In pratica, una tv locale che viene guardata soprattutto da chi locale non è…

Intanto, Massimo Marino, l’ex proprietario, tace. Aspetta l’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio – prevista mercoledì, con perdite pesanti – per fare le sue valutazioni e dichiarazioni. 

E così, quella che veniva celebrata come la “nuova era” di Telesud finisce in un mesto addio al digitale terrestre. Si è passati dall’annuncio dei grandi programmi sportivi con giornalisti griffati, al programma “di inchieste” di Rino Giacalone, mai andato in onda, ai film del sabato sera, fino alla triste trasformazione di una realtà editoriale che aveva un suo valore e un ruolo importante nel territorio, trasformata in  megafono dell’ego di un presidente e del suo partito personale.