In questi anni si sta discutendo a vari livelli ed in molte sedi (anche legislative) sulla possibilità di arrecare la morte tramite atti eutanasici o addirittura tramite l’aiuto al suicidio.
Diciamo subito che siamo assolutamente e irriducibilmente contrari a tutte queste ipotesi, anche se spesso esse vengono fatte passare come atti di pietà.
Diciamo, quindi, decisamente NO ad ogni strumento che procuri morte nei confronti di ogni persona: uomo o donna, giovane o anziano, sano o ammalato.
In particolare, proclamiamo la nostra grave preoccupazione, proprio in quanto anziani e nonni, sia in linea di principio sia in considerazione di quanto sta accadendo nei Paesi in cui eutanasia e aiuto al suicidio sono diventati leggi dello Stato, come in alcuni Stati del nord Europa ed in Canada. È accaduto, infatti, che gli anziani, considerati sempre più facilmente come un peso per l’intera società date le malattie di cui molti di loro sono affetti, con troppa facilità vengono indotti a percorsi di morte, invece di essere aiutati e assistiti, anche in forza dei grandi progressi avvenuti nel mondo sanitario e ospedaliero. Gli anziani ed i nonni non hanno il diritto a morire, ma il diritto alla assistenza ed alla cura da parte dell’intera società (famiglia, medici, servizio sanitario, ospedali, operatori sociali). La morte dignitosa non è quella offerta dal suicidio assistito, ma quella condivisa dall’amore delle persone vicine e dalla preoccupazione dell’intera società.
I paladini del “suicidio assistito” dicono che si tratta di un principio di libertà. Ma di quale libertà parlano? Diciamolo con molta franchezza: si tratta di una libertà suicida!
A conferma del nostro giudizio appena qui espresso, desideriamo, in ogni caso, dire alcuni chiari NO.
NO alla pretesa della Corte Costituzionale di diventare organo legislativo, come sta avvenendo, al di là di ogni intenzione.
NO all’atteggiamento di alcune Regioni che pensano di legiferare su argomenti di cui non sono competenti oppure che cercano di trattare a livello amministrativo un diritto che non c’è.
NO ad un Servizio Sanitario Nazionale che diventi operatore di morte e non di vita. I cristiani hanno dato vita agli ospedali per tutelare la vita dei più deboli, non per dare la morte.
Confidiamo che questa corsa insensata verso una civiltà della morte si arresti, se non altro per motivi di buon senso che la natura stessa della nostra vita ha posto in ciascuno di noi. Altrimenti tutti noi faremmo un enorme passo indietro nella nostra civiltà, che ci farebbe tornare alla eliminazione dei più deboli, ritenuti inutili. Noi nonni possiamo essere anche deboli sotto molti aspetti, ma assicuriamo che siamo forti nel dire sì alla vita, anche se siamo i più vicini al grande passo che attende tutti.
Passo che vorremmo compiere circondati dall’affetto dell’intera società e non dall’ipocrita offerta di una iniezione mortale.