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La necessità di un maggiore equilibrio tra ospedale e territorio e la necessità di implementare la telemedicina, l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione per offrire soprattutto ai pazienti che non vivono nelle grandi città una sanità migliore e più efficace. Nella sua visita in Toscana, che ha toccato Siena, Grosseto ed è terminata ad Arezzo, il ministro della salute Orazio Schillaci ha dato indicazioni molto concrete sul futuro della sanità italiana e ha toccato i nodi più urgenti del sistema.

La fragilità dell’assistenza territoriale

“Appare decisivo trovare un equilibrio tra ospedale e territorio – ha sottolineato Schillaci – già durante il Covid era emersa con chiarezza la fragilità dell’assistenza territoriale. Ora abbiamo a disposizione i fondi del Pnrr e dobbiamo impiegarli bene, per decongestionare soprattutto i pronto soccorso”.

Proprio grazie al Pnrr, ha ricordato il ministro, sono state finanziate la digitalizzazione e la telemedicina, strumenti destinati a cambiare il volto della sanità: “Credo che ci permetteranno di fare passi avanti significativi. Il ministero dà linee guida, ma sono le Regioni a dover concretizzare sul territorio l’offerta sanitaria, bisogna – ha aggiunto – che il cittadino italiano abbia le stesse possibilità di cura indipendentemente da dove risiede e questo con la telemedicina credo che sia possibile. Ad esempio avere consulti in tempo rapido o avere a disposizione medici esperti in una determinata patologia”.

Programmare le specializzazioni mediche

Schillaci ha poi posto l’accento sulla programmazione delle specializzazioni mediche, evidenziando le carenze più gravi: “Emergenza-urgenza e oncologia sono i settori più critici. Penso alla radioterapia e all’anatomia patologica, discipline fondamentali che negli ultimi anni hanno visto una disaffezione preoccupante. Con la legge delega presentata a settembre sul riordino delle professioni sanitarie vogliamo ridare linfa al servizio sanitario nazionale, che ha ormai 47 anni e va rilanciato”.

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Il convegno “La Sanità che vorremmo in Toscana” di Arezzo, moderato dal consigliere regionale Gabriele Veneri, ha visto la partecipazione, oltre che del ministro della Salute, di numerosi professionisti del settore: Roberto Giotti, presidente di Federfarma Arezzo, Andrea Rinnovati, medico chirurgo specializzato in chirurgia generale, Giancarlo Sassoli, presidente Calcit, Pier Luigi Rossi, governatore della Misericordia di Arezzo e Claudio Cullurà, segretario territoriale del sindacato Nursind.ù