Non è la prima volta. In passato l’iPhone ha vissuto l’«antennagate», poi il «bendgate» e ancora altri «-gate» minori, con le persone che l’hanno acquistato e i creator a puntare il dito – a volte a torto, altre volte meno – contro i difetti. Quest’anno è il momento dello «Scratchgate». Scratch vuol dire graffio: diversi clienti hanno segnalato che i loro dispositivi, in particolare i modelli Pro e Pro Max, si graffiano con troppa facilità. Un problema particolarmente fastidioso perché riguarda soprattutto i modelli di fascia alta, con prezzi che partono da oltre 1.300 euro in Italia. Come abbiamo raccontato nella recensione del 17 Pro Max, quest’anno Apple ha deciso di sostituire – per motivi strutturali legati alla dissipazione del calore – il telaio in titanio delle versioni Pro precedenti con uno in alluminio anodizzato. L’alluminio è un materiale più morbido del titanio, ma anche del vetro: è al livello 3-4 sulla scala di Mohs, l’indice che prende il nome dal suo ideatore Friedrich Mohs e che classifica la durezza dei minerali, cioè la loro resistenza alla scalfittura. Il vetro è al livello 5-6. Questo può aiutare a capire perché i segni compaiano così rapidamente.

I modelli più esposti

Dalle foto condivise dagli Apple Store di New York, Londra, Hong Kong e Shanghai emergono graffi evidenti lungo i bordi e sulla sporgenza della fotocamera. Alcuni acquirenti sostengono che siano bastati pochi minuti in tasca, senza altri oggetti, per notare i primi segni.
A soffrire di più sono le versioni più scure: il Blu Profondo dei Pro e Pro Max e il nero (citato in alcuni casi anche per il modello iPhone Air) mostrano i graffi molto più delle colorazioni chiare come oro o bianco. Anche l’Arancione Cosmico sembra piuttosto esposto al problema. 
Diversi utenti hanno segnalato inoltre che il caricatore wireless MagSafe può lasciare aloni circolari sul retro dei modelli più scuri, soprattutto dopo ricariche prolungate.

La spiegazione tecnica: spigoli e anodizzazione

Ma qual è la verità? E perché sono stati segnalati questi problemi? Eliminiamo intanto dal panorama i tanti, troppi, creator che online hanno postato video con dieci punti esclamativi «L’iPhone 17 si graffia!!!», realizzati sottoponendo il telefono a vere e proprie torture, lontanissime da un uso reale. A chiarire il fenomeno meglio di tutti è stato Zack Nelson, meglio conosciuto come JerryRigEverything, esperto di durabilità con un suo seguitissimo canale YouTube, che ha analizzato la questione dal punto di vista tecnico.
Secondo Nelson, la resistenza superficiale non è in discussione: lo strato colorato degli iPhone 17 Pro, che è ossido di alluminio anodizzato, raggiunge addirittura il livello 9 della scala di Mohs, appena sotto al diamante. Il colore è ottenuto immergendo il telaio in alluminio in un bagno elettrolitico acido e applicando corrente elettrica. Parliamo di uno strato incredibilmente sottile, dai 2 ai 25 micrometri: il diametro di un capello umano varia generalmente tra 50 e 100 micrometri, per dare un termine di paragone. Praticamente pochi atomi.
Il problema, spiega Nelson, non è quindi il materiale, ma il design:
«Gli spigoli vivi come quelli del rialzo della fotocamera dell’iPhone 17 Pro sono il vero tallone d’Achille dell’anodizzazione. È il punto più debole del rivestimento, perché non c’è abbastanza alluminio alla base dello spigolo per trattenere saldamente lo strato superiore di ossido».
E aggiunge: «Apple sull’iPhone 17 Pro ha creato un angolo il più netto e tagliente possibile ».

Una scelta che, aggiunge JerryRigEverything, contrasta con gli standard internazionali: le norme ISO prescrivono che i bordi affilati vengano arrotondati con un raggio dieci volte superiore allo spessore del rivestimento. Se Apple usa 25 micrometri di anodizzazione, il raggio minimo dovrebbe essere tra un quarto e mezzo millimetro. Anche gli standard militari americani consigliano valori simili. Cupertino, però, ha privilegiato l’estetica. Il risultato, dice Nelson, è che anche il contatto con oggetti comuni come chiavi o monete può scheggiare lo strato colorato, rivelando l’alluminio argentato sottostante. E conclude senza mezzi termini: «È un problema di design Apple, perché l’anodizzazione non aderisce sugli spigoli».

L’iPhone Air: indistruttibile ma esposto ai graffi

Il modello realmente nuovo quest’anno, l’iPhone 17 Air (la nostra prova con il video), ha invece un telaio in titanio di grado 5, molto più resistente e leggero dell’alluminio. Con i suoi 5,6 mm è lo smartphone Apple più sottile di sempre ma nei test, l’Air ha superato a pieni voti il «bend test», tornando in posizione dopo la flessione. Per rompere lo schermo frontale sono stati necessari ben 98 chili di pressione. Nelson lo ha definito «strutturalmente indistruttibile».
Ma nemmeno l’Air è esente da difetti estetici: il retro, soprattutto nella colorazione nera, è risultato graffiato già in alcuni esemplari esposti negli Apple Store. Qui il problema sembra risiedere nel sottile rivestimento superficiale del Ceramic Shield, il «non-vetro» molto resistente usato sul retro (e sul display). Un dipendente Apple, secondo alcune testimonianze riportate su X, avrebbe consigliato di rimuovere i piccoli graffi con una salvietta imbevuta di alcol isopropilico al 70%, operazione che in effetti sembra risolvere il problema.

Un consiglio pratico: proteggere subito l’iPhone

Insomma, il problema dei graffi sembra essere reale, soprattutto su iPhone 17 Pro e 17 Pro Max, tanto più se in colori scuri. I danni sono solo estetici e non compromettono la funzionalità, ma per chi spende oltre 1.300 dollari l’impatto è tutt’altro che irrilevante. Visto che il problema risiede nella procedura chimica con cui è realizzata la colorazione, è difficile immaginare un modo con cui Apple possa sistemare la faccenda. 
Come fare, allora? Optare per colori chiari (comunque non immuni a graffi); sottoscrivere una copertura AppleCare Plus, che copre «Danni Accidentali» ma solo se questi «compromettono la funzionalità dell’Apparecchiatura Coperta» (quindi non contano i semplici graffi, per quanto vistosi); oppure ricorrere a una cover
Non tutti amano utilizzare una custodia, soprattutto su modelli già piuttosto spessi come gli iPhone 17 Pro e 17 Pro Max. Quest’anno però sembra davvero più importante del solito procurarsene una. Quale? Proviamo a suggerire alcuni modelli:

Apple Custodia MagSafe trasparente: una delle custodie ufficiali di quest’anno, trasparente ma con un’area bianca in corrispondenza del retro in vetro del 17 Pro. 

Apple Custodia MagSafe in silicone: altra cover ufficiale Apple, in morbido materiale siliconico. 

Puro Gradient: da uno dei marchi storici del mondo cover per iPhone, oggi parte del gruppo italiano Sbs, una custodia semi-trasparente compatibile con Magsafe.

Pitaka custodia magnetica in Fibra Aramidica: qualità altissima e design colorato molto particolare. 

Spigen Cover Ultra Hybrid Compatibile: cover low-cost di tipo bumper ma con protezione della fotocamera.

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23 settembre 2025