Il deputato brasiliano Eduardo Bolsonaro è stato accusato di coercizione per episodi di intimidazione legati al processo contro il padre, l’ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro, condannato a più di 27 anni di carcere per tentato colpo di stato. Secondo il procuratore generale del Brasile, Eduardo Bolsonaro avrebbe «continuamente cercato di subordinare gli interessi del Brasile […] a quelli suoi e della sua famiglia».

Eduardo Bolsonaro vive negli Stati Uniti ed è vicino al presidente statunitense Donald Trump. È accusato di aver sfruttato alcuni suoi contatti negli Stati Uniti per ottenere sanzioni personali nei confronti dei giudici della Corte suprema brasiliana che indagavano sul padre e l’imposizione di sanzioni economiche al Brasile, come parte di una strategia di intimidazione volta a influenzare il processo. Bolsonaro ha definito le accuse delle «stupidaggini», e ha sempre definito il processo contro il padre una «caccia alle streghe». Oltre a lui è stato accusato anche il blogger e imprenditore Paulo Figuereido, nipote del generale João Batista Figuereido, ultimo presidente del Brasile durante la dittatura militare (restò in carica dal 1979 al 1985).

Le accuse aumenteranno le tensioni tra Brasile e Stati Uniti: tra le altre cose, a luglio Trump aveva imposto dazi altissimi contro il paese, del 50 per cento, chiedendo esplicitamente alla magistratura brasiliana di chiudere il processo contro Jair Bolsonaro. L’attuale presidente brasiliano Lula (di sinistra) si sta opponendo fermamente a Trump, a differenza di molti altri leader che invece cercano di adularlo e compiacerlo.