Quando è stata concepita l’esposizione Giorgio Armani: Milano, per amore, nessuno avrebbe immaginato che sarebbe stato l’ultimo progetto curato dallo stilista. E invece, a meno di un mese di distanza dalla scomparsa di Re Giorgio, questa mostra celebrativa per i 50 anni della maison rappresenta, insieme all’attesa sfilata che il 28 settembre chiuderà la Milano fashion week, il suo testamento spirituale.


Visibile alla Pinacoteca di Brera fino all’11 gennaio, la rassegna rappresenta un punto di incontro tra storia dell’arte e del costume, grazie al lavoro sinergico tra Armani/Silos, l’archivio e la Pinacoteca iniziato un anno fa. «Il signor Armani diceva di non sentirsi all’altezza. Ma dopo la visita fatta a novembre con il direttore e lo staff, girando le stanze, si è sentito a casa – racconta Anoushka Borghesi, direttrice globale della comunicazione Armani – Da lì ha cominciato a immaginare qualcosa di rispettoso per il luogo, lavorando con le cromie e senza paragonare mai un vestito a un dipinto, ma creando isole centrali per permettere un passaggio fluido».




«Ci ha stupito davvero il rigore con cui ha pensato all’allestimento – sottolinea Angelo Crespi, direttore della Pinacoteca di Brera –. Già dal primo sopralluogo aveva dichiarato che non avrebbe mai voluto contrapporre i suoi abiti ai capolavori di Raffaello, Mantegna o Caravaggio. La sua umiltà è stata sorprendente. Ha interpretato nel miglior modo possibile le sensazioni che le sale trasmettevano, creando un dialogo di grande qualità ed essenzialità, tipica del suo stile».


Sono oltre 120 gli abiti esposti, tra cui il celebre completo di Richard Gere in American Gigolò, un abito rosso papavero del 1993 indossato da Katie Holmes al Met Gala del 2008 e l’abito di Mia Martini per Sanremo 1990. Davanti a Raffaello e Piero della Francesca sono presenti tre look del 2015, mentre nell’ultima sala un ensemble composto da tuta, t-shirt con il volto di Armani e giacca si rivolge verso l’autoritratto di Francesco Hayez in una sorta di saluto simbolico. «È un commiato incredibile – conclude Borghesi –, un’uscita di scena di impatto fortissimo».


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Ultimo aggiornamento: mercoledì 24 settembre 2025, 05:00





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