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Nelle prime partite di questa stagione diverse squadre di calcio, soprattutto nel campionato inglese, stanno usando una nuova tattica per il calcio di inizio che consiste nel calciare la palla in avanti e fuori dal campo lateralmente. In questo modo lasciano agli avversari il possesso della palla, concedendo loro una rimessa laterale. La squadra che ha calciato fuori la palla può però cercare di recuperarla, nella sua zona di attacco, attraverso il pressing. L’obiettivo è insomma mettere subito pressione agli avversari.

Vedendolo si capisce meglio

Non è una cosa nuova: alcune squadre lo hanno fatto già diversi anni fa, ma la tattica si è diffusa da quando il Paris Saint-Germain ha deciso di cominciare così la partita più importante della scorsa stagione, la finale di Champions League. Il fatto che abbia vinto quella partita 5-0, e soprattutto che l’abbia dominata sin dall’inizio, ha probabilmente convinto altri allenatori che potesse essere il caso di iniziare le partite allo stesso modo.

L’idea alla base è piuttosto semplice: è più facile creare un’occasione da gol quando la palla è vicino all’area avversaria rispetto a quando è al centro del campo.

Certo, al momento del calcio d’inizio (che viene battuto dalle squadre all’inizio di primo e secondo tempo, una volta a testa, e poi ogni volta in cui una squadra subisce gol) si è in possesso del pallone, mentre sulla rimessa laterale avversaria no. Dalle rimesse laterali però, soprattutto quelle battute nella metà campo difensiva nascono tante situazioni contese, nelle quali capita spesso di riuscire a rubare la palla. È una cosa che viene fatta abitualmente nel rugby, uno sport in cui guadagnare terreno è fondamentale per avvicinarsi alla linea di meta avversaria, e in cui quando si calcia fuori la palla da una punizione diretta si usufruisce di una rimessa a proprio favore (a differenza che nel calcio).

Tra chi lo ha impiegato in passato ci sono l’Inghilterra nel 1991, il Marsiglia nel 2018 (lo fece pure nella finale di Europa League persa contro l’Atlético Madrid) e il Crystal Palace. L’attuale allenatore della Fiorentina, Stefano Pioli, ha detto di recente che lui lo faceva già dieci anni fa. Ora la tattica sta diventando sempre più diffusa: nella scorsa giornata di Serie A il Verona ha cominciato così il secondo tempo contro la Juventus.

È presto per dire se questo nuovo modo di effettuare il calcio d’inizio diventerà dominante, e non è comunque una mossa che rivoluzionerà il gioco: è una cosa molto piccola e circoscritta a una fase di gioco che occorre poche volte in una partita, con un impatto spesso trascurabile sul risultato finale. Il fatto però che lo usi con costanza la squadra oggi considerata la migliore in Europa, e che altre cerchino di emularla, può dare qualche indicazione su come stia cambiando il calcio.

Di questi tempi per le squadre più forti, o almeno per alcune, avere il controllo dello spazio (la cosiddetta supremazia territoriale) sta diventando quasi più importante che avere quello del pallone. Il Paris Saint-Germain è una squadra che fa un possesso palla veloce e sofisticato, con tanti calciatori tecnici, ma spesso domina gli avversari soprattutto per la pressione che riesce a mettere: cioè sia per l’intensità con cui, appena perde la palla, cerca di recuperarla, sia per la rapidità e la costanza con cui, dopo aver recuperato la palla, trasforma l’azione da difensiva in offensiva. Sin dai primi minuti di partita tutti i calciatori del Paris Saint-Germain cercano di schiacciare le squadre avversarie nella loro metà campo, sia quando hanno il pallone sia quando non ce l’hanno.

In questo senso più che servire in concreto in quella specifica azione, buttare la palla fuori in avanti al calcio d’inizio per far avanzare subito tutta la squadra è una dichiarazione di intenti. Anche in finale di Champions League, il Paris Saint-Germain ha iniziato calciando la palla fuori per mostrare da subito di voler giocare la partita passando molto tempo nella metà campo avversaria. Per giocare così non basta buttare la palla in avanti: ci vogliono organizzazione, applicazione e corsa quando non si ha la palla, e poi qualità quando la si recupera, altrimenti il pressing diventa inutile.

Non è detto nemmeno che sia auspicabile che tutte le squadre provino a giocare così. In un articolo piuttosto critico sul tema The Athletic ha definito questo modo di fare il calcio d’inizio «un trend preoccupante», scrivendo che «il pressing ha iniziato a dominare il gioco in modo un po’ sconcertante, con alcuni allenatori che basano la loro intera filosofia sull’idea di costringere gli avversari a perdere palla in zone avanzate del campo».

È una filosofia di gioco che è stata identificata soprattutto con Jürgen Klopp, tra i principali esponenti del gegenpressing (o contropressing), una strategia che prevede l’immediata aggressione degli avversari non appena si è persa la palla. Portata all’estremo può anche far pensare che sia conveniente perdere di proposito la palla nelle zone più avanzate del campo per poi recuperarla, perché in quel modo le difese avversarie saranno meno preparate e organizzate. È un po’ quello che deve aver pensato Luis Enrique quando ha iniziato a usare con costanza la nuova tattica sul calcio d’inizio.